lunedì 29 novembre 2010

Palmira (parte III) - la necropoli


Le prime menzioni storiche che fanno riferimento indirettamente ad un insediamento nell’oasi di Palmyra (l’antica Tadmor) risalgono al XIX secolo a. C. All’inizio l’oasi (provvista di una fonte d’acqua dolce e di una acqua sulfurea, la fonte Efqa) fu un semplice luogo di sosta, centro di passaggio di genti nomadi semitiche, che nel tempo divennero sedentarie.


. La sua posizione nel deserto  siriano, al punto d’incontro delle più importanti vie di comunicazioni tra Mesopotamia e Siria, tra Golfo Arabico e Mediterraneo, la portò, già a partire dal I secolo a. C., a divenire una “città carovaniera”, luogo di concentrazione e di diffusione di elementi culturali diversificati. Già nel periodo seleucide (III – I secolo a. C.) è notevole l’influenza greca; in seguito, alla fine del periodo repubblicano (I secolo a. C.) e nel periodo imperiale (I – III secolo d. C. si diffondono tratti della cultura romana.


Le nostre fonti d’informazioni sul mondo religioso palmireno sono costituite, oltre che dai resti archeologici di tombe e santuari, da iscrizioni e monumenti figurati: da rilievi e da sculture di defunti, da affreschi ritrovati all’interno delle tombe, inoltre da raffigurazioni di divinità palmirene. L’ideologia legata alla morte si ricava quindi dalla fusione dei dati in nostro possesso.


La tomba è chiamata, come altrove in Siria-Palestina, “casa dell’eternità”: la casa è il luogo sicuro, dove godere degli affetti familiari e del benessere da essi derivati. I banchetti funebri, organizzati  con regolarità per i defunti dai congiunti, rivelano, infatti, l’intento di continuare a renderli partecipi proprio della quotidianità della vita. Nell’area siriana il sepolcro è, fin dalle epoche più remote, segnato da una pietra. Tale pietra è considerata all’origine dei successivi monumenti sepolcrali, sia che si tratti di semplici stelle o di costruzioni complesse.


Il nome aramico, e quindi anche palmireno, della stele funeraria è “nefesh”, letteralmente “soffio” e perciò “soffio vitale”, e quindi “persona”: l’impiego del termine nel senso “monumento funerario” mostra identificazione tra defunto e sepoltura, intesa come sede della sua essenza vitale. Le strutture sepolcrali palmirene sono dislocate in diversi settori attorno alla città e vengono a costruire più necropoli. Le principali sono quella sudorientale, quella sudoccidentale e quella settentrionale, la cosiddetta “Valle delle Tombe”, le tipologie monumentali funerarie ritrovate a Palmyra sono le “tombe a torre” e le “tombe ad ipogeo”. Di un terzo tipo, costituito da tombe, cosiddette, a “tempio” o a “casa”, esistono rarissimi esempi.


Le “tombe a torre” si innalzano quasi esclusivamente nella “Valle delle Tombe” e le più antiche si datano tra il I secolo a. C. ed il I secolo d. C. I monumenti funerari, per il loro particolare sviluppo in altezza, fecero pensare, al momento delle prime ricognizioni archeologiche, a delle vere e proprie torri.


Costruite nella pietra locale hanno una base quadrata e poggiano su gradoni mondanati che si rastremano verso l’alto, ciò che conferisce loro una figura di grande eleganza. Parecchi metri sopra la porta d’accesso si trova di  solito una nicchia, con rilievi e iscrizioni funerarie, che si riferiscono al costruttore della tomba.


Le tombe più ricche, nella sala a pianterreno, scandiscono lo spazio, tra una fila di loculi e l’altra, con semicolonne, lesene, capitelli e fregi; sul soffitto a cassettoni, sono scolpiti motivi floreali o geometrici. Dall’alto del soffitto, che può raggiungere l’altezza di sette metri, fin sotto il piano di calpestio, sono predisposti gli spazi per sei loculi sovrapposti, in quattro file verticali. Accanto all’entrata, sulla destra o sulla sinistra, sale la scala che portava ai piani superiori, posta in un’intercapedine lasciata nel muro perimetrale.

 

I piani superiori, generalmente più bassi rispetto al piano terra, presentano le stesse ripartizioni, ma decorate con meno sfarzo. Le costruzioni “a torre” possono arrivare a sovrapporre fino a cinque piani, con un numero complessivo di loculi che sfiora i 300. gli esempi più rappresentativi di questa tipologia funeraria sono la tomba di Elahbel e la  tomba di Giambico.


La tomba di Elahbel, primo di quattro fratelli che furono i costruttori della tomba e svolsero un ruolo importante a Palmyra, fu terminata nel 103 d. C. Sul lato nord è posta l’entrata ad una camera sotterranea, indipendente dal corpo centrale, ma che ne sfrutta le fondamenta per alcune deposizioni. L’entrata principale, invece, è situata sul lato sud e sulla porta è incisa l’iscrizione di fondazione. All’interno, nella camera principale (lunga 7,5 metri, larga 3 e alta più di 6 metri), i loculi sovrapposti sono separati da lesene con capitello corinzio. Il soffitto a cassettoni racchiude rosette bianche che risaltano sul fondo blu;


al centro vi sono busti scolpiti di quattro personaggi con tracce di colore rosso per gli abiti e bianco, blu o nero per i gioielli. Sul muro di fondo due semicolonne sostengono un architrave modanato, al di sotto ed al di sopra del quale, ci sono due file di cinque busti femminili.a completamento della decorazione della parete vi è un letto funebre, con tracce di colore rosso, dal quale è scomparsa la scultura principale. Il monumento comprende quattro piani e termina con una copertura a terrazzo.


(continua...)





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