giovedì 10 marzo 2011

Goslar – La reggia di Enrico III


Sorta nel 922 all’estremità settentrionale dello Harz, l’antica sede dell’impero conserva tutto il fascino di un passato glorioso. Le chiese medievali, il palazzo imperiale, gli edifici a graticcio e i torrioni, rimasti indenni durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, raccontano ancora oggi la sua storia millenaria.



LA ROMA DEL NORD – Goslar nacque nel X secolo, in seguito alla scoperta di un filone argentifero presso il Rammelsberg. L’ascesa come città imperiale ebbe inizio nell’XI secolo, quando Enrico II il Santo vi trasferì la propria residenza da Werl. La reggia palatina, ricostruita sotto Enrico III il Nero, divenne il soggiorno preferito dagli imperatori salici. La cittadina fu sede di numerose diete imperiali e rimase capitale dell’impero dal 1024 al 1125.  città libera dell’impero alla fine del XIII secolo, membro della Lega anseatica nel XVI, Goslar vide diminuire sempre più la sua importanza, con la perdita dei diritti di sfruttamento delle miniere nel 1522.
La città di Goslar, dichiarata con le miniere del Rammelsberg Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è oggi una meta turistica molto interessante.



IL KAISERPFALZ – Nel settore meridionale del centro storico, sorge il ‘Kaiserpfalz’, il palazzo imperiale eretto nell’arco di alcuni decenni durante la prima metà dell’XI secolo. Fu la sede prediletta dagli imperatori del Sacro Romano Impero e il luogo dove si tennero numerose diete imperiali; proprio qui, nel 1056 Enrico III ricevette la visita di papa Vittore II.



A est del Kaiserpfalz si trova il ‘Domvorhalle’, nartece del Duomo, risalente al 1150: è unico resto della basilica demolita nell’Ottocento. All’interno ospita il trono romanico imperiale.



IL CENTRO STORICO – Sulla centrale ‘Markplatz’, la piazza del mercato, si trova una fontana, con due piccole vasche bronzee sulle quali fu aggiunta, nel XIII secolo, l’acquila imperiale, simbolo dello status di città libera. Sul lato occidentale della piazza sorge il ‘Rathaus’, il Municipio, il cui edificio principale risale al XV secolo; la fastosa ‘Huldigungssaal’ (sala dell’Omaggio) presenta pregevoli decorazioni e intagli lignei risalenti al XVI secolo. Sul lato meridionale della Markplatz si trova il ‘Kaiserworth’, sede cinquecentesca della corporazione dei Sarti, caratterizzato sulla facciata da numerose statue barocche.
Interessante è la ‘Monchenhaus’, la ‘casa dei monaci’, edificio a graticcio eretto nel 1528.



LA FINE DI UNA DINASTIA – Enrico II il Santo fu l’ultimo re di Germania e l’ultimo imperatore della dinastia sassone. Figlio di Enrico II di Baviera, succedette a Ottone III sul trono imperiale. Insieme alla moglie, Cunegonda di Lussemburgo, venne incoronato ad Aquisgrana nel 1002. due anni dopo discese una prima volta in Italia, per sconfiggere alle chiuse di Valsugana Arduino d’Ivrea, che, a capo dei feudatari laici, cercava di costituire un regno d’Italia indipendente. Nello stesso anno, nel 1004, Enrico II fu incoronato re d’Italia a Pavia. Tornò nella penisola nel 1013 per contrastare un nuovo tentativo di ribellione di Arduino, che fu sconfitto definitivamente: Enrico II fu incoronato imperale a Roma nel 1014.
Tra il 1021 e il 1022 effetuò un’ultima spedizione in Italia per frenare l’espansione bizantina in Puglia, ma dovette tornare ben presto in Germania perché l’esercito era stato decimato da una pestilenza. Collaborò con la Chiesa per riformare i costumi del clero e nel 1007 fondò il vescovato di Bamberga, per stimolare la diffusione della cristianità tra gli slavi della regione del Meno. Fu canonizzato nel 1146 da papa Eugenio III.



ENRICO III E IL PAPATO – Enrico III il Nero impose il controllo dell’impero sulla chiesa, in un momento particolarmente difficile per il papato. Nel 1046, infatti, ben tre papi si contendevano il soglio pontificio: Gregorio VI, Silvestro III e Benedetto IX. Sceso in Italia, Enrico III riunì un concilio a Sutri, in cui fece deporre i tre papi e fece eleggere il tedesco Clemente II, che lo incoronò imperatore (del tipo ‘mentre i due litigano, terzo gode’, solo che qui c’erano tre che litigavano e il quarto che ha goduto, ma questo poco importa). Ottenne inoltre il titolo di ‘Patricius Romanorum’, che gli dava il diritto a essere il primo a proporre il nome del nuovo pontefice. In questo modo poté far eleggere altri tre papi tedeschi: Damaso II, nel 1048, Leone IX, nel 1049, e Vittore II, nel 1055.



DIFFERENZE DI IDEE – Il palazzo imperiale do Goslar è un eccelente esempio delle diverse concezioni di restauro esistenti tra l’Italia e i paesi d’Oltrealpe. In Italia si considera oggi come fuorviante e da evitare la ricostruzione di un edificio o di un complesso distrutto, perché in tal modo s’ingannerebbe lo spettatore, gabellando per antico ciò che è, invece, moderno. In altri paesi, e in particolare in Germania, tale prassi è considerata perfettamente lecita. Accade così anche a Goslar, dove si può prendere per medievale ciò che è invece ricostruzione dell’Ottocento. Falso dunque, ma altamente suggestivo.



SIMBOLO DELLA TRADIZIONE IMPERIALE – Per molti secoli il ‘Kraiserpfalz’, il palazzo imperiale di Goslar, fu lasciato in stato di abbandono; divenne, senza gloria, la sede di uffici amministrativi e infine fu adibito a deposito. Soltanto con l’avvento dei nuovi sovrani tedeschi, dopo il 1871, fu ristrutturato e riportato ai fasti di un tempo, come simbolo del potere degli antichi imperatori germanici.
L’attuale palazzo imperiale è quasi completamente frutto di restauri del XIX secolo. Al primo piano si apre la ‘Reichssaal’, la sala imperiale, lunga 47 m, che conserva affreschi murali realizzati alla fine dell’Ottocento da Hermann Wislicenus. Nella ‘cappella di Sant’Ulrich’ si trova il monumento funerario di Enrico III: in una cassettina del basamento si conserva il cuore dell’imperatore, sepolto a Spira.
Nella parte sud della città si trova il ‘Goslaren Museum’, dove sono custoditi, oltre a documenti sulla storia di Goslar e sulla geologia e la fauna dello Harz, oggetti artistici provenienti dal duomo, demolito nel XIX secolo.

1 commento:

alex ha detto...

Goslar, siamo capitati per caso quest'estate scorso, sembra così lontano l'estate o forse è solo che l'inverno è lunghissimo.
Bellissimo blog, devo tornare in un altro orario, tratti due argomenti che mi interessano i castelli e la letteratura, sarà piacevole trascorrere qualche ora in tua compagnia, a presto Alex (del GdL)

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