martedì 4 gennaio 2011

Teotihuacan – La metropoli degli dèi (parte II)


. La città era suddivisa in quattro quadranti da due assi stradali: uno di essi, il Viale dei Morti, la percorreva da sud a nord, terminando nella vasta piazza quadrata dominata dalla celebre Piramide della Luna, circondata da piattaforme a gradoni. Non lontano sorgeva la grande Piramide del Sole che, dopo quella di Cholula, costituisce l’edificio dal volume più imponente dell’intera Mesoamerica. In Viale dei Morti incrociava l’asse stradale est-ovest: questo era affiancato da un complesso architettonico formato da numerosi edifici, chiamato Cittadella.


Una rete di viali e strade che si intersecavano ad angolo retto, delimitando i diversi quartieri, in origine formati da edifici abitati a più piani: gli abitanti godevano dell’uso costante di acqua potabile, grazie a sistemi di drenaggio. Le piramidi di piccole dimensioni presentano un aspetto innovativo che si ritrova presso altre civiltà mesoamericane: si tratta dell’uso alternato di un pannello disposto in scala e di uno obliquo, chiamati rispettivamente “talud” e “tablero”. L’insieme della Cittadella comprende alcuni edifici di grande interesse, in particolare il Tempio di Quetzalcòatl.
Le pareti esterne della piramide sono decorate da sculture che raffigurano due esseri mostruosi alternati: il Serpente Piumato, chiamato Quetzalcòatl dalle genti messicane del Postclassico e Tlaloc, il dio dell’acqua e della fertilità caratterizzato dal lungo naso a proboscide. Qual era l’importanza di queste iconografie a Teotihuacan?


La presenza del Serpente Piumato indica l’esistenza e l’antichità di questo culto, che fu in seguito adottato dai Tolteci e assimiliato al loro eroe culturale Ce Acatl Topilzin; l’immagine di Tlaloc, invece, richiama le origini dei primi santuari della città, edificati là dove si trovavano grotte e sorgenti sotterranee. L’importanza di questa divinità è testimoniata anche dalle pitture parietali: una di esse mostra il dio al centro del “Tlalocan”, una sorta di paradiso acquatico a cui solo alcune categorie privilegiate di defunti potevano accedere. Altri edifici di notevole importanza sono il Palazzo dei Giaguari, il Tempio dell’Agricoltura e il Palazzo di Quetzalpapalotl.


Quest’ultimo, situato nei pressi della Piazza della Luna, presenta diversi livelli sovrapposti, corrispondenti ad ampliamenti avvenuti nel corso dei secoli. La costruzione più recente comprende un ampio patio circondato da un portico colonnato; le colonne quadrangolari sono ricoperte da lastre di pietra decorate da motivi a bassorilievo, tra i quali spicca l’iconografia di una enigmatica divinità ibrida, chiamata Quetzalpapalotl, che letteralmente significa “Uccello – Farfalla”. I glifi dipinti che accompagnano i numerosi affreschi parietali di Teotihuacan non sono ancora stati decifrati: le espressioni artistiche, l’impianto urbanistico e lo stile architettonico sono dunque gli unici elementi che consentono di formulare ipotesi sul tipo di società e sull’ideologia religiosa degli abitanti di Teotihuacan nel periodo Classico.



La popolazione era probabilmente suddivisa tra il ceto agricolo, dedito alla coltivazione dei fertili territori circostanti la città, da una classe artigiana, la cui produzione è testimoniata dalla notevole quantità di manufatti realizzati con grande maestria, e dai commercianti, che avevano il compito da esportare nelle religioni limitrofe e in quelle più lontane i prodotti della cultura teotihuacana. La raffinatezza delle pitture parietali e degli stucchi che ricoprivano in origine tutti gli edifici della città, la produzione ceramica, le maschere e i monili di giada, serpentino e alabastro ritrovate nei corredi funerari, illustrano chiaramente la magnificenza e lo sfarzo della civiltà teotihuacana.



Si suppone che, a differenza del mondo maya, dove il potere assoluto era concentrato nelle mani dei monarchi, i quali lo trasmettevano ai loro successori secondo un rigido principio gerarchico, il prestigio e la ricchezza della città dell’altopiano siano stati creati e favoriti da un tipo di governo del tutto diverso. Gli studiosi sono portati a ritenere che, nel corso dei secoli, si sia formata una casta dirigente composta da membri del clero, dell’esercito, da burocrati e dai rappresentanti della forte classe mercantile. È addirittura probabile che questi personaggi preposti al governo della città, in un preciso momento, abbiano cominciato assolvere compiti diversi e che ogni membro della casta regnante rivestisse il ruolo di sacerdote, mercante e capo militare.


Tra il 650 e il 750 d. C., qualcosa turbò l’equilibrio della metropoli: incendi, distruzioni e saccheggi rivelati dall’indagine archeologica costituiscono la prova di una guerra civile o, probabilmente, di un’invasione di genti da nord. Non esiste una risposta ai numerosi dubbi sulla fine di Teotihuacan: unico dato certo è che alla fine del Periodo Classico la città venne abbandonata e alcuni studiosi ritengono che i superstiti portarono a Tula, la capitale tolteci, il culto del Serpente Piumato.



Fonte: Meraviglie dell'antichità - Splendori delle civiltà perdute

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