mercoledì 2 febbraio 2011

Mont Saint – Michel - Una piramide rivolta verso il cielo


Situato al confine tra Normandia e Bretagna, Mont Saint – Michel sorge, come un prodigio, dalle acque di una baia. Innalzato su un minuscolo isolotto roccioso, è un incredibile giustapposizione di tetti, facciate e guglie: una delle più straordinarie sfide architettoniche realizzate dall’uomo. La sua storia è una successione di periodi di splendori e crisi.



TRA SPADA E CROCE – Più di una volta gli abati di Mont Saint – Michel dovettero temporaneamente abbandonare la croce per la spada. Talvolta, non si trattò di un dovere ma quasi di un ‘piacere’, o meglio di un eccessivo attaccamento alle vicende terrene. Nel loro insieme, queste necessità e attività belliche finirono per plasmare il volto del monte, con la sua inestricabile commistione di edifici ecclesiastici e fortificazioni.



L’ARCANGELO E IL VESCOVO – Si narra che nel 708 l’arcangelo Michele sia apparso al vescovo Oberto di Avranches, più tardi canonizzato, chiedendogli di erigere una chiesa sulla cima montuosa di una penisola costiera che emergeva dalle acque della Manica, collegata al continente da una lingua di terra boscosa. Il vescovo era però dubbioso: chi mai sarebbe salito a pregare in un luogo così scomodo?
Durante le grandi invasioni del IX secolo il monte era stato rifugio per le popolazioni circostanti. Si costruì un villaggio e iniziò la convivenza tra vita laica e vita monacale. Nel 966 Riccardo il duca di Normandia allontanò i religiosi, d’accordo con il papa, insediando sull’isolotto un monastero benedettino. L’arrivo di questa comunità attirò numerose donazioni che permisero la costruzione di nuovi edifici. All’inizio, i monaci si riunivano per pregare in una cappella consacrata alla Madonna, tuttora esistente sotto la maestosa chiesa abbaziale eretta in seguito, e chiamata pertanto Notre – Dame – sous – Terre, Nostra Signora Sotterranea. Questa chiesa rappresenta una delle vestigia più prestigiose dell’epoca. La costruzione della grande chiesa attuale cominciò, invece, nel 1017 e si protrasse per 130 anni, con una serie di lavori continuamente interrotti, per vari crolli o per lo scoppio di incendi disastrosi. Le sue forme risentono dei cambiamenti stilistici intervenuti nel frattempo nell’architettura europea.



MERAVIGLIA NATA DAL FUOCO – La piccola comunità non restò immune dai conflitti territoriali tra Inghilterra e Francia per il possesso della Normandia. Durante lo scontro tra il re inglese Giovanni Senza Terra e quello francese Filippo II Augusto, l’abbazia di Mont Saint – Michel si schierò dalla parte del primo. Di conseguenza nel 1204 i francesi si presentarono sotto le mura del monastero, che fu assediato, ma non espugnato. I francesi in ritirata si fecero dello smacco dando fuoco al borgo accoccolato sotto il complesso religioso, sulle pendici dello scoglio roccioso. Le fiamme divamparono con violenza, estendendosi anche sul complesso ecclesiastico. Poiché il costume del tempo ammetteva la conquista di edifici religiosi, ma non la loro distruzione, la Francia pagò al monastero un risarcimento che servì a edificare l’ala abbaziale detta la Merveille (la Meraviglia). Furono gli anni più fulgidi del grande complesso.
A partire dal Cinquecento iniziò infatti per l’abbazia un progressivo declino, che la portò addirittura a fungere da prigione, dalla Rivoluzione francese, quando il sito fu ribattezzato Mont Libre, fino al 1863. Il ricupero e il rilancio sono frutto dell’epoca moderna, affascinata dalla spettacolare posizione dell’insediamento.



UN MONASTERO ANOMALO – Come monastero, Mont Saint – Michel è notevolmente anomalo. Invece di distendersi su una pianta quadrata, con la chiesa a nord, la sua capitolare a est, il refettorio a sud e la foresteria a ovest, presenta al centro la grande chiesa, attorno alla quale si ‘avvolge’ il resto degli edifici. Si tratta di una necessita dovuta all’orografia del terreno, che non consentiva nessun’altra disposizione. Ne nasce un complesso del tutto insolito, che concresce su se stesso, assumendo quel profilo aguzzo e ‘puntato’ che caratterizza in maniera inconfondibile il monastero normanno. La stessa logica vale per le case del borgo ai piedi del monastero, anch’esse disposte ‘a cipolla’ lungo i pendii del monte. Quanto alle fortificazioni, si ‘incistano’ tra case e costruzioni religiose, dando vita a un insieme estremamente pittoresco.



CENNI STORICI
708: il vescovo Oberto di Avranches, il Santo, avvia la costruzione della chiesa.
966: Mont Saint – Michel diventa, con l’approvazione del papa, un monastero benedettino; viene eretta la cappella di Notre-Dame-sous-Terre.
1017: iniziano i lavori alla chiesa conventuale; per varie calamità dureranno 130 anni.
1211 – 28: l’abbazia viene ampliata con l’ala detta la Merveille, dopo l’incendio provocato dai francesi.
1448: sotto l’abate Guillaume d’Estouteville comincia la costruzione del nuovo coro gotico.
1877: viene innalzata la lunga diga di accesso alla terraferma.
1922: restauro di Mont Saint – Michel.
1979: Mont Saint – Michel viene dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.



L’IMPRENDIBILE ABBAZIA – Anche i luoghi di preghiera hanno bisogno di essere protetti. Nel corso della guerra dei Cent’Anni fra Inghilterra e Francia gli abati fecero fortificare il monastero e l’isola di Mont Saint – Michel con mura e torri, preparandosi all’eventualità di un assedio, che puntualmente avvenne nel 1425. Grazie alle difese apprestate i monaci riuscirono a difendersi con successo. Nove anni più tardi fu sferrato un altro attacco: ma, nonostante l’uso dell’artiglieria, gli inglesi non riuscirono a espugnare l’isolotto roccioso che s’innalza tra la Normandia e la Bretagna.



CAMBIO DI PAESAGGIO – A Mont Saint – Michel storia e leggenda spesso si mescolano. Così accadde, per esempio, per quanto riguarda la posizione insulare del monastero. Nell’VIII secolo, infatti, dove ora si stende la vasta baia ‘anfibia’ (col terreno durante la bassa marea, tutta ricoperta d’acqua durante l’alta marea), che separa il monte dalla costa, verdeggiava una lussureggiante foresta: quella di Scissy. Dai suoi alberi emergevano due ponticelli rocciosi: il piccolo faglione di Tombelaine e il grosso roccione di Mont – Tombe. Quando, dopo l’intervento dell’arcangelo Michele, l’abate Oberto si mise all’opera per costruire il monastero, mandò i suoi delegati all’altro grande convento di San Michele esistente nelle terre cristiane, quello di Monte Sant’Angelo in Puglia. Al ritorno degli inviati, il santuario in costruzione troneggiava non più su una verde foresta ma sui flutti. Per volontà divina, dissero i monaci. Per un bradisismo, affermano gli scienziati.


NOVELLA TROIA – Nel corso del XV secolo, durante la guerra dei Cent’Anni, il conflitto che oppose inglesi e francesi dal 1337 al 1453, Mont Saint – Michel fu una roccaforte francese incuneata nei territori inglesi. Per togliersi questa spina dal fianco gli inglesi inviarono contro il monastero una cospicua flotta, le cui navi rinserrarono l’abbazia, destinata certamente alla presa, se un improvviso e violento fortunale (opera dell’arcangelo mIchele, dissero i francesi) non avesse scompaginato le file inglesi, sbattendo le navi contro gli scogli. L’episodio ebbe l’effetto di trasformare un repentino assalto in un interminabile e snervante blocco, durato ben dodici anni. L’assedio si concluse solo quando le truppe francesi riuscirono a infrangere il cerchio nemico, liberando la ‘novella Troia’ (più fortunata della sua antica controparte). Fu, per le fortificazioni dell’isola, il più lungo, severo e probante collaudo.



ALTE MAREE E SABBIE INSIDIOSE – Certamente la posizione ha contribuito a rendere inespugnabile l’abbazia. Oggi una diga, eretta nel 1877, consente di percorrere all’asciuto il breve tratto di mare che separa Mont Saint – Michel dalla terraferma, ma in passato ci si poteva arrivare solo in barca, lottando contro la potente spinta delle maree. Con la bassa marea era anche possibile camminare sul fondo marino asciutto, col rischio però di sprofondare nelle sabbie mobili o di farsi sommergere dalle acque montanti. Ciò nonostante parecchi tentarono la sorte. Nella città di Bayeux si conserva un arazzo dell’XI secolo sul quale è raffigurata, come su un lungo fumetto, la conquista normanna da parte di Guglielmo il Conquistatore. Una delle scene dell’arazzo mostra i Normanni intenti a combattere, durante un’azione militare in Bretagna, nelle sabbie della foce davanti a Mont Saint – Michel. Il testo latino dice: “Et hic transierunt flumen Cosnonis. Hic Harold dux trahebat eos de arena” (E qui attraversarono il fiume Cuesnon. Qui il duca Harold li tirò fuori dalla sabbia).



IL DISPREZZO DI STENDHAL – Henry Beyle (1783 – 1842), lo scrittore francese noto sotto il più celebre pseudonimo di Stendhal, era, per così dire, un montanaro innamorato di una città di pianura. E lo era a tal punto da volere che sulla sua tomba fosse scritto “Henry Beyle”, cittadino milanese”. Francese esterofilo (quasi una contraddizione in termini), fu soldato della Rivoluzione dai conclamati gusti aristocratici. Insomma, un anticonformista nato, che volle mostrare la sua ‘originalità’ anche di fronte a Mont Saint – Michel. Infatti, di passaggio ad Avranches, la cittadina che fronteggia, sulla costa normanna, la celebre abbazia fortificata, liquidò il monumento con una sola battuta: “Mi è sembrato così piccolo, così meschino, che ho rinunciato all’idea di andarci”. In oltre dodici secoli di vita del complesso, è stato probabilmente l’unico a dirlo!



TUTTO COME ERA NEL MEDIOEVO – Nel monastero si stratificano vari edifici in un interccio stilistico d’insieme che consente di ripercorrere, semplicemente voltando lo sguardo, mezzo millennio di storia dell’architettura.
Nel complesso abbaziale la cosiddetta Merveille è uno splendido esempio di stile gotico. Costruita tra il 1211 e il 1228, poggia sul fianco nord della chiesa abbaziale. Protetta da enormi contrafforti, è composta di tre piani, con varie sale riservate ai monaci e ai pellegrini.
Al piano inferiore sono alcune stanze adibite a depositi: al piano intermedio sono la “sala degli Ospiti” e la “sala dei cavalieri” con le colonne e volte gotiche; al piano superiore, infinne, si aprono il refettorio e il chiostro.



ROMANICO E GOTICO – L’abitato si avviluppa intorno alla “grande Rue”, la via principale, un tempo percorsa dai pellegrini che salivano al monastero e oggi costellata di negozi di souvenir. Il percorso si snoda attraverso la Città bassa lungo il pendio del monte, che le mura proteggono dal mare.
Il monte è racchiuso da due anelli di fortificazioni: uno sulla costa, a difesa del borgo, e uno più in alto, a protezione dell’abbazia.
Se nella Merveille si svolgeva, per cosi dire, la vita ‘interna’ del monastero, l’ala dell’Officialité era riservata alle occasioni ufficiali. Si trovavano qui, infatti, la sala del tribunale, gli appartamenti di rappresentanza dell’abate e del balivo della giurisdizione.
Tra gli edifici minori è significativa la ‘cripta dell’Aquilone’, che nonostante il nome non è affatto una cripta, bensì l’antica Sumònerie, cioè la forestiera.
La cripta vera e propria è dedicata a San Martino; vi fa riscontro, dall’altra parte della roccia centrale dell’isola, la cappella dei Trenta Ceri, Notre-Dame-des Trente Cierges.
Nella vecchia cantina, dove un tempo si distribuivano le elemosine ai poveri, oggi è allestita la libreria del museo.
Il coro, ricostruito in forme gotiche a partire dal 1448, dopo che era crollato il coro della chiesa conventuale, è la parte più recente e artisticamente esuberante del complesso.


6 commenti:

maris ha detto...

Ignoravo l'esistenza di questo capolavoro diarchitettura...è spettacolare!
La prima foto specialmente è da restare senza fiato, con quel riflesso incredibile nell'acqua del mare come se fosse uno specchio...!!!
Quanti luoghi al mondo vorrei visiatre, quante meraviglie meriterebbero di essere visitate dal vivo....Meno male che ci sei tu, mia carissima Ziamame, a farmi almeno viaggiare con la fantasia, ogni volta che visito il tuo blog :-)

Unknown ha detto...

secondo me un posto che combatte con le maree è da vedere solo per soddisfare l'umana curiosità. Se poi in "premio" c'è pure quest'abbazia...P.S non conoscevo l'aneddoto di Stendhal (divertente la contraddizione in termini relativa a "francese esterofilo"!): troppo forte!

le margheritine ha detto...

E' sempre stato un mio sogno visitare questo posto da favola, non solo per l'architettura, ma anche per la speciale ambientazione.
So che per raggiungere quest' "isola" di meraviglie, ci deve essere bassa marea, perché è tutta circondata dal mare, e si passa su una sottile striscia di sabbia...se è vero non lo so...non ci sono mai stata...ma le foto, sembrano confermare!!
Buona serata
Cri

Geillis ha detto...

E' uno dei miei posti preferiti al mondo, quando ci sono stata ne sono rimasta incantata, soprattutto perchè l'ho visto in un giorno tempestoso, con vento, mare mosso e grandissima atmosfera...

Elena ha detto...

Giusto ieri ne stavamo parlando io e mio marito e abbiamo deciso di organizzare prima o poi una vacanza itinerante in francia con tappa a Mont Saint Michel...vista la coincidenza ci dobbiamo proprio andare!
baci baci

Silvia O. ha detto...

Che posto incredibile! Che sogno ad occhi aperti mi sono fatta mentre leggevo! Ecco uno dei posti in cui credo potrebbe prendermi la famosa sindrome di Stendhal...
(gustosissimo il commento su di lui, francese esterofilo e quindi contraddizione di termini!!!)
Grazie per i tuoi post, ziamame!

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