martedì 25 gennaio 2011

Bodiam – Contro la minaccia all’orizzonte


Il 20 ottobre 1385 un nobile del Sussex, Sir Edward Dalyngrigge, ricevette da re Riccardo II l’autorizzazione a fortificare la sua tenuta. Dietro a questa richiesta, esisteva in realtà l’interesse stesso del giovane re, ansioso di rinforzare con nuovi impianti difensivi l’Inghilterra meridionale, esposta a possibili attacchi da parte francese.


COSTRUITO CONTRO I FRANCESI, DEVASTATO DAGLI INGLESI – Sir Edward Dalyngrigge era entrato in possesso della proprietà di Bodiam in seguito al suo matrimonio, avvenuto nel 1377, con Elisabeth Wardeux, erede del feudo. In un primo momento aveva accarezzato l’idea di rinforzare una fortificazione già esistente sul luogo.
La delicata situazione di conflitto con la Francia, in quegli anni particolarmente sfavorevole agli inglesi, portò invece alla scelta di erigere un nuovo castello come sentinella del corso del fiume Rother. L’edificio fu costruito a pianta quasi quadrata, con quattro torri d’angolo cilindriche, un grande portale a nord e un’alta torre quadrangolare rompitratta alla metà di ciascuno degli altri lati. I fossati avevano dimensioni tali che il castello veniva particolarmente a trovarsi al centro di un lago artificiale.



DALLA GUERRA CIVILE AL NOVECENTO – Nel 1642 scoppiò in Inghilterra la guerra civile. All’esercito del re Carlo I Stuart si contrapponeva quello del Parlamento guidato da Oliver Cromwell. Questi alla fine ottenne la vittoria e la carica di Lord Protettore della Repubblica parlamentare britannica (peraltro destinata a breve vita). Nel pieno della lotta, nel 1644, le truppe parlamentari distrussero le strutture interne del castello di Bodiam, rendendolo inutilizzabile da parte dei militari fedeli al re.
Da questo momento nessuno più abitò nel castello, avviato a una lenta decadenza. Nel 1916 Lord Curzon, uomo politico e poi ministro degli Esteri, acquistò l’edificio in rovina, lo fece restaurare accuratamente, ripristinandone la struttura originale, comprensiva dei fossati, e lo donò infine, nel 1925, allo Stato.



LA GEOMETRIA AL POTERE – I castelli britannici, soprattutto tardomedievali, si distinguono da quelli del resto d’Europa per la loro geometria d’impianto, che trova riscontro nella razionale anche se fantasiosa struttura e decorazione delle cattedrali gotiche inglesi. Bodiam è un esempio superbo di questa tendenza, portata ai suoi vertici.


PREVISIONE SBAGLIATA – Il castello di Bodiam fu eretto per fronteggiare l’attacco francese, che pareva imminente. Il pericolo era, almeno all’apparenza, assai concreto: nel corso della guerra dei Cent’Anni i francesi avevano progressivamente cacciato dal loro territorio i nemici inglesi, ai quali non erano rimasti che pochi presidi oltremanica. Tutti pensavano che il giovane re Carlo VI, allora appena diciassettenne, avrebbe presto ottenuto la vittoria decisiva sul continente e sarebbe passato direttamente all’invasione del regno insulare britannico. Il quasi coetaneo sovrano inglese Riccardo II, allora diciottenne, si aspettava quindi il peggio. Logica fu, pertanto, la decisione di far costruire il castello di Bodiam e altre simili fortificazioni, affidandole a feudatari fedeli.



Tuttavia Bodiam non venne mai attaccato dai francesi, perché le cose non andarono secondo la previsione: anzi, la situazione si ribaltò completamente. Nel corso dei trent’anni successivi Carlo VI cade in preda alla pazzia (la storia infatti lo ricorda come “il Folle”) e in suo nome assunsero il potere effettivo i duchi di Borgogna e di Orléans, che si combatterono ferocemente trascinando il paese sull’orlo della guerra civile. In Inghilterra Riccardo II fu deposto e morì in prigione. Il successore, Enrico IV, non restò in vita a lungo, e lascio la corona al figlio. Enrico V, cogliendo con sagacia l’occasione delle contradizioni in campo avversario, prese audacemente l’iniziativa, conquistò il nord della Francia e venne riconosciuto come futuro erede del trono francese.



MACCHINA DIFENSIVA – La struttura del castello tradisce una raffinata ricerca di accorgimenti per resistere agli assalti.
L’ingresso si trova sul lato settentrionale. Ma non era facilmente raggiungibile. In origine chi avesse voluto espugnare la fortificazione avrebbe dovuto attaccare il lato occidentale. Qui un ponte levatoio e un ponte mobile di legno attraversavano il fossato, permettendo di raggiungere il “rivellino” ottagonale davanti al portone principale.



Questa opera avanzata era “scudata”, cioè aperta verso il castello, così che gli eventuali nemici che l’avessero conquistata non avrebbero potuto farsene, appunto, scudo contro i difensori.
Dal rivellino un ponte mobile di legno conduce all’antemurale di accesso sul fossato, di cui si possono osservare ancora alcuni resti.


Tramite un terzo ponte si entra nel castello vero e proprio, difeso da una torre d’accesso, le cui entrate erano protette da massicci portoni e da una saracinesca. Le caditoie nel soffitto permettevano ai difensori di tirare sugli attaccanti o di “bombardarli” con pece e zolfo bollente, sabbia rovente e sassi.
Gli appartamenti residenziali si disponevano tutt’intorno al grande cortile interno. Oggi purtroppo è la parte più in rovina.
Dall’alto delle torri si presenta il maestoso panorama al confine del Sussex e del Kent, su cui la vista può spaziare indisturbata.


3 commenti:

McGlen ha detto...

Scusa il ritardo (sono sbadato... chiedo venia) ti ho linkato!

la giraffa e la papera ha detto...

Interessante!

@La Giraffa@

Il Mondo Capovolto ha detto...

Che meraviglia la musica di sottofondo *.* di chi è?

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