giovedì 3 febbraio 2011

Dunvegan – Residenza del clan MacLeod


Leod, capostipite dell’omonimo clan, fondò il castello nel Duecento. Affermava di discendere dal re norvegese Aroldo lo Spietato. Questi era stato sconfitto, nel tentativo di conquistare l’Inghilterra, da Aroldo II Godwinson, prima dello sbarco di Guglielmo il Conquistatore. Da allora il castello appartiene ai MacLeod. L’attuale proprietario di Dunvegan Castel è John MacLeod of MacLeod, ventinovesimo capo del clan.



IL GONFALONE DELLA BELLA FATA – La più venerata reliquia dei MacLeod è il “Flary Flag”, un antico gonfalone di seta, tuttora appeso nel castello avito. Vi è collegata una storia romantica. Secondo una leggenda, infatti, un MacLeod aveva sposato una donna bellissima, che dopo vent’anni di felice matrimonio confessò di essere una fata e di non poter più vivere ulteriormente come un essere umano. Al momento dell’addio essa regalò al marito il gonfalone assicurandogli che sarebbe sempre salvato i MacLeod dalla morte in battaglia. Cosa che, in effetti, puntualmente avvenne per due volte nel corso di combattimenti con i MacDonald, nemici giurati del clan, accrescendo sempre più la considerazione per l’antico lascito.
Un’altra leggenda racconta invece che questo mitico stendardo sarebbe stato portato da Harald Hardràda, Aroldo lo Spietato, re norvegese e antenato del clan, di ritorno da una crociata (poco importa, a questo proposito, che le crociate siano cominciate quando Aroldo lo Spietato era morto da un pezzo), e gli attribuisce poteri miracolosi.
Ancora nel XX secolo molti MacLeod, inviati a combattere nella seconda guerra mondiale, avevano con sé fotografie del gonfalone: vera o falsa che fosse la leggenda, tutti sono tornati a casa indenni.



IL MUSEO DEI MAcLEOD – Un altro reperto assai caro alla famiglia è il “corno di toro” dal quale ogni erede deve bere un sorso di vino rosso. Anche questo reperto è collegato a una leggendaria storia. Pare infatti che il terzo capoclan, Malcolm MacLeod (1296 – 1370), rincasando dopo una piacevole avventura con una signora sposata, fosse stato assalito da un toro, che riuscì comunque a uccidere con un semplice coltello. In ricordo dell’esperienza (o, maliziosamente, delle due esperienze) egli tenne un corno dell’animale, e volle anzi mettere un toro nello stemma del clan (tuttora visibile nel cimitero del blasone familiare).
Al patrimonio del castello appartiene anche la “coppa Dunvegan” che gli irlandesi del nord regalarono nel 1596 al capoclan Rory MacLeod, in segno di ringraziamento per il suo appoggio nella ribellione contro la regina Elisabetta I.



Tra i cimeli del clan si conserva perfino un ricciolo del “Bonnie Prince Charlie”, il bel principe Carlo, nipote del re cattolico Giacomo II Stuart, deposto dal parlamento britannico, che invano aveva cercato, con l’aiuto dei vari clan, di riconquistare il trono scozzese negli anni 1745 – 1746.



DUBH IL TERRIBILE – Solo due volte nella storia il castello di Duvengan rischiò di “infangare” l’orgoglioso nome dei MacLeod. La prima fu nel Quattrocento, quando l’edificio quasi cadde nelle mani dei MacDonald, tradizionali avversari del clan. Ma questa era, tutto sommato, un’eventualità da mettere in conto. Più singolare e tragica fu la seconda volta. Avvenne quando Iain Dubh il Terribile uccise il fratellastro per occupare il posto di capoclan. Ma, eliminato il rivale, sulla strada del comando s’innalzavano ancora tre ostacoli, vale a dire i giovani figli del morto. Quando essi si presentarono al castello a chiedere il conto dell’omicidio del padre, Iain fece abbassare la saracinesca alle loro spalle e li trucidò. Al massacro scamparono solo Mary, la sorellina, e lo zio Norman. Il delitto indusse la regina scozzese Maria a inviare a Dunvegan, come suoi delegati, unidici membri del clan Cambell, ma Iain eliminò anche questi, dopo averli invitati a un banchetto. A questo punto la sovrana gli mandò contro le truppe reali, e l’assassino dovette fugire in Irlanda, dove fu a sua volta vittima di una morte orribile.



EVOLUZIONE DEL CASTELLO
1280: Leod fonda il castello.
XIV secolo: Malcolm, terzo capoclan, fa completare l’opera con la grande torre principale e le mura spesse tre metri.
1500 circa: costruzione delle torre delle Fate.
XVII – XIX secolo: frequenti modifiche e aggiunte a nord cambiano l’aspetto del castello.
1938-40: ripristino dell’edificio medievale.





PARCO E CORNAMUSE – Duvegan Castle affascina i visitatori anche per il suo splendido parco, che invita a camminare fra alberi secolari e cespugli di rododendri.





A poche cose un capoclan scozzese tiene quanto al suo stemma, in cui è racchiusa simbolicamente la storia del clan. Gli stemmi scozzesi seguono tutti uno schema unitario: al centro sta lo scudo con le armi (cioè le insegne) tipiche del clan (nel caso di MacLeod uno scudo inquartato con due rocche su sfondo azzurro e due ‘trinacrie’ su sfondo rosso). A lato stano due animali araldici (generalmente leoni) che fungono da ‘tenenti’ cioè da reggitori dello scudo. In cima sta l’elmo sormontato dal cimiero (nel caso di MacLeod il toro della leggenda), da cui cadono i ‘lambrecchini’, vale a dire gli svolazzi di tessuto con i colori del clan (bianco e azzurro). Alla base (e in questo caso anche in cima) stanno i motti della famiglia: “Murus aheneus esto e Hold and Fast” 


Nel castello si possono ammirare notevoli quadri dei pittori scozzesi Allan Ramsay (1713-1784) e Henry Raeburn (1756-1823).
Sono in mostra anche alcune lettere di Sir Walter Scott (1771-1832), autore del celebre romanzo cavalleresco Ivanhoe, che visitò Dunvegan Castle restandone entusiasta.
Merita attenzione la “galleria dei Suonatori di Cornamusa”, dove insieme a diverse vecchie cornamuse figurano opere della poetessa gaelica MacLeod of Rodel e dell’arpista Dall Morrison, sono anche esposte composizioni e poesie dei MacCrimmon, da sempre suonatori ufficiali di cornamusa del clan MacLeod.



Per approfondire: Clan MacLeod's history  (in lingua inglese)

2 commenti:

la giraffa e la papera ha detto...

Mamma mia che ha fatto . . . Iain Dubh il Terribile, per forza aveva quell'appellativo!

Anonimo ha detto...

Siamo a dunvegan e abbiamo apprezzato le leggende che hai trascritto!!!!

Grazie
Giulia e Elena

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