Wartburg è celebre più per le ragioni culturali che per le vicende militari. Qui si svolse, infatti, la leggendaria contesa poetica tra i “Minnesànger”. E sempre qui Lutero tradusse il Nuovo Testamento in lingua tedesca. Due tappe fondamentali per la storia della lingua e della cultura tedesca.
LA LEGGENDA CHE ISPIRO’ WAGNER – Il castello di Wartburg entra nella storia con una sfida poetica. Secondo la tradizione, il langravio di Turingia Hermann I, signore del castello e rafinato cultore delle arti, riunì qui, nel 1207, i migliori “Minnesànger”, i cantori di saghe cavalleresche, perché rivaleggiassero tra loro. Tra questi erano anche Walther von der Vogelweide e Wolfram von Eschenbach. Cinque Minnesànger cantarono le lodi di Hermann, mentre uno, Heinrich von Ofterdingen celebrò quelle del principe d’Austria. Si procurò così una condanna a morte da parte dell’inferocito feudatario, da cui si salvò solo grazie all’intervento della moglie del langravio e a una rapida fuga in Ungheria. L’anno successivo, al rientro di Ofterdingen dall’Ungheria, si svolse un nuovo turneo poetico, come cerimonia di riconciliazione tra il principe e i cantori: avvenimento ripreso da Wagner nel “Tannhàuser”.
UNA STRUTTURA COMPLESSA – La leggenda fa risalire la fondazione di Wartburg alla seconda metà del XI secolo. Il castello fu tuttavia edificato in varie fasi: ricostruito nel XIX secolo, fu ampiamente restaurato nella seconda metà del XX secolo. Il complesso si svolge intorno a due cortili: quello esterno, il “Vorburg”, racchiuso tra due cortine con cammino di ronda coperto, e quello interno, l’”Hofburg”, dove s’innalza la residenza signorile. Intorno al primo cortile si trovano la “Ritterhaus”, la casa dei Cavalieri e il “Vogtei”, il posto di guardia, in cui dimorò anche Martin Lutero. Nel palazzo si trovano le camere dei feudatari, molte delle quali legate a Santa Elisabetta. Domina il tutto il “Sùdturm”, un alto mastio da cui la vista spazia su Eisenach, ai piedi di astello.
IL PALAZZO DEI LANGRAVI – Al pianterreno si entra nella Rittersaal, la sala dei Cavalieri, con copertura a volta e colonna centrale. Si passa quindi nella sala da pranzo, con soffitto atravi, parzialmente risalente al medioevo e interessanti arredi di epoca compresa tra il XII e il XVI secolo. Al primo piano si apre una cappella con colonna centrale, che è una caratteristica del palazzo. La galleria di Elisabetta, fu affrescata da Moritz von Schwind, a partire dal 1850. seguono la sala dei Cantori e la sala delle Udienze, la cui colonna centrale presenta uno dei capitelli più belli di tutto il palazzo.
IL RIFUGIO DI LUTERO – Dal 4 maggio 1521 al 6 marzo 1522 (cioè fino alla morte del suo ‘nemico’, papa Leone X), Lutero si nascose sotto il nome di “Junker Jòrg” (cavalier Giorgio) “in questa regione dove gli uccelli cantano sugli alberi e lodano il Signore di giorno e di notte”. Nella serenità del castello portò a termine in dieci mesi la traduzione del Nuovo Testamento dal greco di Erasmo, utilizzando la lingua viva del popolo tedesco: fu questo il modello linguistico che avrebbe portato all’unificazione dei dialetti germanici.
MANTENIAMO LE DISTANZE – Esiste una netta differenziazione tra gli edifici di Wartburg. Quelli dell’ala signorile sono in cupa, solida pietra. Quelli del primo cortile (la bassa corte, riservata al corpo di guardia, alle scuderie, ai visitatori non nobili, tra cui Martin Lutero) hanno invece una struttura molto più simile all’edilizia residenziale: con pareti a traliccio ligneo e riquadri intonacati. Si tratta di una peculiarità accentuata dai moderni interventi di restauro, ma che deriva innanzitutto, da un profonda divisione funzionale (e, anche, di casta). Insomma, nello stesso complesso, ma… mantenendo le distanze.
IL MIRACOLO DI SANTA ELISABETTA – Tra le glorie di Wartburg c’è anche Santa Elisabetta, figlia di Andrea II d’Ungheria, giunta a Eisenach nel 1211, all’età di quattro anni, come promessa sposa del futuro langravio di Turingia. Ancora in giovane età, iniziò a occuparsi dei poveri e degli ammalati, guadagnandosi la fama di santa e la canonizzazione. Ai rimproveri del marito circa le sue eccessive liberalità nei confronti dei poveri, la giovane Elisabetta rispose che distribuiva fiori. Così, per miracolo, il pane e il formaggio destinati agli indigenti si trasformarono sul tavolo in gigli e rose, affinché non fosse accusata di mentire. Per celebrarla Liszt compose un celebre oratorio, che diresse personalmente nelle sale del castello nel 1867.
UNO SCRIGNO DI ANTICHI RICORDI – Pochi luoghi in Germania sono così carichi di ricordi come Eisenach e il suo castello, Wartburg. Una visita al complesso è un’immersione nella storia della nazione e della sua cultura.
Si accede al castello dal ponte levatoio e si entra nella bassa corte con i primo edifici: le mura e la Ritterhaus, la casa dei Cavalieri (sec. XV-XVI). Gli edifici interni, riservati al langravio e alla sua famiglia, sono racchiusi da una seconda cinta muraria.
L’edificio più vasto del complesso è il “Landgrafenhaus”, il palazzo dei Langravi, edificato a partire dal 1172. al pianterreno sono la Rittersaal, sala dei Cavalieri, con volta a crociera, e la “Elisabethkemenate”, la camera di Santa Elisabetta, con mosaici, realizzati tra il 1902 e il 1906, sulla vita della santa. Al primo piano si trova la sala dei Cantori, dove, secondo la leggenda si svolse la contesa poetica tra i Minnesànger tedeschi. Al secondo piano, realizzato intorno al 1250, si trova la “Festsaal”, il salone delle Feste. Nel museo del palazzo dei Langravi sono custoditi importanti documenti della storia del castello.
Nella parte più interna del castello, sorgono la torre meridionale (“Sudturm”), da cui si gode di uno splendido panorama, il “Ritterbad”, bagno dei Cavalieri, in stile neoromanico, la cisterna e i giardini.
Per il cammino di ronda si giunge alla camera di Lutero, dove è conservata una Bibbia del 1541, con annotazioni manoscritte del riformatore tedesco e di Zelantone.
1 commento:
Che bello!!!Mi è venuta voglia di visitare quel posto!!! :D i viaggi virtuali fanno bene all' immaginazione :)
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