lunedì 7 marzo 2011

Paestum – Sacra a Poseidone


A circa otto chilometri a sud del luogo dove sorgeva il santuario di Hera, nei pressi della foce del Sele, incontriamo i resti di Poseidonia, città fondata dai coloni di Sibari intorno al 600 a.C. Non appena ci si avvicina, ci si rende subito conto di trovarsi di fronte a uno dei più spettacolari siti archeologici dell’Italia antica: non solo per la presenza di grandiosi templi dorici in eccellente stato di conservazione, che ci permettono di cogliere visivamente il livello della monumentalizzazione raggiunto dai santuari urbani in età arcaica, ma anche per la suggestione emanata dalle splendide mura di conta della città, tra le meglio conservate di tutto il mondo greco.



 A diferenza di quello che l’attuale sistema di visita prevede – e cioè l’immediato ingresso nel cuore della città arcaica, presso i templi, dove vengono condotti tutti i pullman dei turisti, e dove non si riesce a cogliere i limiti della città antica – il modo migliore per apprezzare i resti è quello di sostare fuori dalle mura, così da percorrerne il perimetro, magari all’ora del tramonto, quando la luce del sole radente infiamma i blocchi di calcare con cui sono state costruite (nel IV secolo a.C., con rifacimenti successivi). È possibile, in questo modo, capire concretamente quale fosse l’estensione di una città antica, quanta gente abitasse all’interno di una cerchia di mura lunga neanche cinque chilometri, in un’area con tutta la probabilità non occupata integralmente (la fortificazione serviva infatti per difendere, in caso di assedio, anche gli abitanti del territorio agricolo circostante). Ci si può rendere conto di quanto piccola fosse, in realtà, la comunità dei cittadini di una polis.


Sorta alla frontiera del mondo etrusco, Poseidonia si estende su una piattaforma rocciosa a breve distanza dal mare. Negli anni in cui veniva eretto il santuario di Hera alla foce del Sele – nel corso della prima metà del VI secolo a.C. – si incominciò a organizzare lo spazio urbano della colonia. Nel mezzo, un’ampia spianata – lunga un chilometro circa da nord a sud e larga trecento metri da est a ovest – fu destinata a ricevere al centro lo spazio pubblico dell’agorà, all’estremità settentrionale un santuario dedicato ad Atena, e in quella meridionale il santuario dove sorgono i templi oggi detti “Basilica” e “tempio di Nettuno”.



Tutt’intorno, nella seconda metà del secolo, lo spazio destinato alle abitazioni venne suddiviso in isolati stretti e lunghi (misuranti 35 x 273 metri), determinati dall’incrocio ortogonale di tre grandi stardeche corrono in senso est – ovest (platèiai) con altre, più piccole, orientate in senso nord – sud; quelle più grandi raggiungevano una larghezza massima di quasi diciotto metri!



Da questo momento ha inizio anche la fase della realizzazione dei grandi complessi monumentali delle aree sacre della città. Nel santuario meridionale venne eretto, nell’ultimo quarto del VI secolo a.C., un primo tempio dedicato a Hera, di cui si conserva lo splendido colonnato esterno (la peristasi, dalla quale il convenzionale nome di “Basilica”). Sopra i gonfi capitelli ancora notevolmente arcaici, la parte superiore dell’edificio era decorata da ricchissime terrecotte architettoniche (in parte conservate nel Locale Museo) dipinte a vivaci colori; la pianta del tempio, ancora piuttosto allungata, presenta una cella divisa longitudinalmente in due parti da una fila centrale di colonne, forse perché le divinità onorate erano due. Intorno al 500 a.C. sorge poi, nel santuario settentrionale, l’Athenaion (il tempio dedicato ad Atena, noto nella vulgata come “tempio di Cerere”), che spicca per il raffinato accostamento dello stile dorico all’esterno e di quello ionico nelle colonne del pronao all’interno. A una trentina di anni dopo risale l’altro grande tempio di Poseidonia, il cosiddetto “tempio di Nettuno”, uno dei capolavori della stile dorico d’Occidente, che ricorda molto da vicino il tempio di Zeus a Olimpia. A questa divinità, piuttosto che ancora a Hera o anche ad Apollo, si ipotizza che tempio fosse dedicato.



All’interno dell’area pubblica della città, l’agorà, troviamo alcuni importantissimi monumenti che risalgono agli anni in cui si andava formando la costituzione democratica nella vita politica della colonia. Nell’area occidentale sorge un edificio sacro di grande interesse, che possiamo con tutta probabilità identificare con il luogo di culto tributato all’eroe fondatore di Poseidonia (un heròon): all’interno di una fossa rettangolare scavata nella roccia e coperta da un tetto di lastre di pietra (a sua volta ricoperto da un altro tetto in tegole) è stata rinvenuta una tavola in pietra sulla quale poggiavano cinque spiedi di ferro utilizzati per arrostire carni nel sacrificio; tutt’intorno erano otto grandi vasi in bronzo contenenti del miele, e un’anfora attica a figure nere, recante la rappresentazione dell’apoteosi di Eracle. Il monumento, che si data intorno al 520 – 510 a.C., è perfettamente conservato perché nel III secolo a.C. è stato inglobato in un recinto rettangolare, dopo che fu demolito il tumulo che lo ricopriva.



Ma Poseidonia ha conservato anche i resti dell’edificio che rappresenta il simbolo della vita politica della polis, l’Ekklesiastèrion, la sede dell’asemblea (ekklesia) della comunità dei cittadini. Sorto quasi al centro dell’agora intorno al 480 – 470 a.C., presenta un impianto circolare scavato nel banco roccioso, così da ottenere una serie di gradini concentrici sui quali prendeva posto il pubblico. Al centro è stata rinvenuta un stele scritta in osco, la lingua dei nuovi dominatori della città a partire dalla fine del V secolo a.C, i Lucani. L’iscrizione riporta che l’edificio era dedicato a Zeus (Jupiter in osco), proprio come avveniva nel contempo a Metaponto, dove nei pressi dell’Ekklesiastèrion, di più grandi dimensioni rispetto a questo di Poseidonia, in grado di contenere solo 500 – 600 persone, era un cippo dedicato a Zeus Agoràios.



Dalle fonti veniamo a sapere che, verso la fine del V secolo a.C., Poseidonia è occupata dai Lucani. Di questo importante avvenimento storico ben poco appare riflesso nella storia monumentale della città, in cui continuano a sopravvivere culti e modelli di vita greci, dei quali i Lucani si sono ora appropriati. Quelle che danno invece la misura di un marcato cambiamento etnico (in una città che ora dobbiamo immaginare abitata da Greci e da Lucani insieme), sono le necropoli, le quali rivelano un radicale mutamento degli usi funerari.



Nella necropoli del Laghetto (a nord – est, che conserva i corredi più antichi della città, ascrivibili alla prima generazione dei coloni) e in quella in località Arcioni (a nord - est), notiamo la presenza di tombe molto sobrie, costituite da una fossa scavata nella terra e poi ricoperta da tegole.



Anche le grandi necropoli meridionale (V secolo a.C.) mostra una serie di piccole tombe scavate nella roccia, coperte da un lastrone e allineate regolarmente tra loro. Questo tipo di deposizioni, unito alla semplicità degli scarni corredi, è il riflesso tangibile dell’ideologia egualitaria della polis democratica del V secolo.


Le cose cambiano con l’arrivo dei Lucani. Dagli anni intorno al 380 a.C. si diffonde l’uso della tomba caratterizzata da quattro grandi lastre intonacate e dipinte, che raffigurano un vasto repertorio (il ritorno del guerriero, i giochi funebri, il funerale per la donna) volto a enfatizzare il ruolo rivestito dal defunto in vita, riflesso dell’ideologia delle nuove élites lucane della città. Il linguaggio della decorazione pittorica deve molto ai modelli figurativi del mondo greco, che vengono rielaborati in esiti di differente qualità formale.



Punto – chiave dei programmi espansionistici di Roma verso l’Italia meridionale, Poseidonia diventa colonia latina nel 273 a.C. L’episodio comporta – dal momento che sono cambiate in modo decisivo le coordinate politiche del governo della città – importanti trasformazioni dell’impianto urbano e monumentale, perfettamente evidenziate dall’idagine archeologica. Le funzioni dello spazio pubblico della colonia greca (l’agorà) vengono subito obliterate con la risistemazione del suo settore orientale come area residenziale, e con l’impianto, nell’angolo sud – occidentale, del nuovo centro politico della colonia latina, il Foro.
Tutt’intorno a questa piazza sorgono ben presto, a fianco di una fila di botteghe (tabernae), gli edifici più rappresentativi della città: la Basilica, il Comitium, il Macellum, un tempio di tipo italico che reca una splendida decorazione architettonica ellenistica, un santuario con tutta probabilità dedicato a Fortuna Virilis – Venere Verticordia (un culto femminile della fecondità incentrato su abluzioni che si svolgevano in una grande piscina, perfettamente conservata) e, in seguito, numerosi edifici dedicati al culto imperiale.



7 commenti:

la giraffa e la papera ha detto...

I templi di Paestum sono meravigliosi, te lo garantisce una che ci è stata più volte, peccato che ogni qualvolta che ci sono stata qualche tempio era in restauro! :(
Baci
*La Papera*

Anonimo ha detto...

Io invece non ci sono mai stata... ma i tuoi post invogliano a visitare e a vedere di persona la bellezza di questi luoghi incantevoli!
Baci!

ila ha detto...

Ciao...io ci sono stata una ventina di anni fa (mamma mia già così tanto) con i miei genitori (ero una bimbetta!!!) e me li ricordo ancora benissimo! Imponenti e maestosi, purtroppo un tantino trascurati e lasciati all'incuria...spero che in tutti questi anni le cose siano migliorate, sarebbe un peccato vederli deperire per colpa nostra...
Ciao a presto

le margheritine ha detto...

Neanch'io ci sono andata ed un mio sogno andarci!
Ma, se come dice Ila, sono abbandonati all'incuria, forse è meglio solo immaginare come possono essere che vederli dal vivo!!!
Io per esempio, qualche anno fa, ho visitato Locri e quando sono uscita dal "tempio" avevo quasi le lacrime agli occhi dopo aver visto quello che è rimasto... che peccato!!!
Ciao ciao
cri

le margheritine ha detto...

Se vieni a trovarmi, ho una cosa per te!!!
Ciao e buona serata,
cri

Laura ha detto...

Ho visitato Paestum e Pompei 11 anni fa. A parole non riesco a spiegarti cosa ho provato. Sono una meraviglia, io adoro la storia greca e romana e non volevo più tornare a casa!

Petra ha detto...

Carissima,

un veloce girotondo sui tuoi passi per lasciarti un augurio

http://lacollezionistadidettagli.blogspot.com/2011/03/8-marzo-giornata-internazionale-della.html

e un piccolo dono, spero gradito, per il tuo Blog itinerante:

http://lacollezionistadidettagli.blogspot.com/2011/03/premi-liebster-blog-kreativ-blogger.html

Un bacio ed un sorriso e, ancora, grazie!
Claire

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