Tell el-Amarma (o Amarna), l’antica Akhetaton, si trova sulla riva orientale del Nilo, nella XV provincia dell’Alto Egitto, a circa meta strada tra Tebe e Menfi. Akhetaton fu costruita in fretta e abbandonata pochi anni dopo la morte di Akhenaton, quando si ritornò ad adorare il dio Amon e la capitale venne trasferita a Menfi. Durante il regno di Ramses II, la città fu oggetto di una vera e propria spoliazione, in quanto molti dei materiali edilizi vennero prelevati e trasportati altrove per erigere nuovi monumenti.
L’intera città di Akhetaton può essere suddivisa in diversi settori: “città nord”, “sobborgo nord”, “città centrale”, che aveva spiccate connotazioni monumentali e cerimoniali, e “sobborgo sud”. Nei pressi, verso est, si trovano anche due piccoli insediamenti che ospitavano gli operai addetti alle necropoli.
La città, che non era circondata da mura, non era stata del tutto pianificata; vi erano comunque tre strade parallele che correvano da nord verso sud, incrociate ad angolo retto da altre strade più piccole. Quella maggiore era chiamata Strada Reale e attraversava l’intera Akhetaton: su di essa si affacciavano gli edifici pubblici e i templi. La “città nord” includeva vari edifici in mattoni crudi, un palazzo pubblico, alcune ricche abitazioni e un grande palazzo circondato da mura fortificate con torrette esterne, che è stato ritenuto la residenza privata di Akhenaton. A sud di questo si trova il Palazzo Nord, in un primo tempo identificato come una sorta di giardino zoologico, ma oggi ritenuto la residenza della figlia maggiore del re (Meritaton) e di Nefertiti. Questo palazzo aveva accesso direttamente al fiume, da cui distava una cinquantina di metri.
Esso era costruito attorno a un grande cortile rettangolare quasi interamente occupato da un enorme bacino e includeva vari cortili e giardini, una sala del trono, degli appartamenti reali, una corte a cielo aperto con altari per il culto dell’Aton e degli alloggi per animali.
A sud del Palazzo Nord, la Strada Reale passa attraverso il “sobborgo nord” per raggiungere il centro della città. Il “sobborgo nord” fu forse l’ultimo settore della città a essere costruito e una sua parte non viene mai abitata né terminata prima dell’abbandono della città. Il quartiere consiste di un’area residenziale divisa a metà da un piccolo corso d’acqua; comprende 298 case, di diverse dimensioni e destinate forse a funzionari subalterni o a mercanti. Alcune di esse sono vere e proprie villette, circondate da un muro di cinta che delimitava un’ampia area attorno alla casa, con magazzini, giardini, silos e ambienti di servizio, ma non mancano abitazioni molto più modeste, fino ad alcune prive aree di servizio.
Proseguendo verso sud, si giunge al centro della città, con i suoi templi e gli edifici monumentali. Qui, sul lato occidentale della strada, si trova un vasto gruppo di edifici costruiti parte in pietra, parte in mattoni crudi. Nonostante questo grande complesso sia generalmente indicato come il Grande Palazzo, le discussioni sulla sua esatta funzione non sono mancate.
Per alcuni, gli edifici erano senza dubbio i resti di una grande residenza reale, i cui appartamenti ospitavano la famiglia reale con i suoi dipendenti, la servitù e l’harem del re. Altri studiosi hanno invece sostenuto che i cortili in pietra e le sale, che in origine includevano colossali statue della coppia reale in granito e in arenaria, oltre a decorazioni che mostrano Akhenaton e Nefertiti mentre adornano l’Aton, dovevano essere in qualche modo connesse con il culto del dio. Purtroppo, una grande parte di questo complesso è oggi perduta ed è improbabile che gli archeologici possano mai risolvere la questione della sua, o delle sue, funzioni originale.
Il Grande Palazzo includeva comunque numerosi giardini e cortili, uno dei quali circondato da statue colossali di Akhenaton, terrazze, magazzini, una sala del trono, un’altra sala con ben 544 colonne in mattone crudo e un palazzo vero e proprio. Qualunque fosse il suo scopo, il Grande Palazzo sembra essere particolarmente adatto come sede dell’harem regale, che doveva ospitare molte centinaie di donne. Ad Akhetaton, la regina Nefertiti è così costantemente presentata come la moglie di Akhenaton e al centro del nucleo familiare, che si tende dimenticare che il sovrano seguì la tradizione del Nuovo Regno, che prevedeva che il faraone avesse molte mogli secondarie. L’harem non era comunque un gineceo: comprendeva gli alloggi per le mogli del re, dei loro figli e delle persone addette al loro servizio. La cosiddetta Casa del Re era situata di fronte al Grande Palazzo, sul lato opposto della strada, ad esso collegata grazie a un portone in mattoni crudi che passava sopra la Starda Reale.
Delle decorazioni sono rimaste poche testimonianze, limitate alle parti inferiori delle pareti con papiri, uccelli in volo e piante; le stanze degli appartamenti privati erano decorate con scene di vita della famiglia reale, mentre i soffitti erano dipinti a motivi floreali e uccelli. Attorno alla Casa del Re vi era una caserma con stalle e gli uffici dell’amministarzione, in uno dei quali vennero scoperte, alla fine del secolo scorso, le famose
Lettere di Amarna, tavolette con testi in cuneiforme accadico e che costituiscono la corrispondenza del faraone con i sovrani stranieri. Anche i due templi dedicati ad Aton si trovavano nei pressi della Casa del Re. Immediatamente a sud si trovava Hwt-Aten, ossia il “Tempio di Aton”, più comunemente noto come Piccolo Tempio dell’Aton: comprendeva dieci piccole cappelle a cielo aperto, tavole per offerta e un altare. A nord sorgeva il Per-Aten, la “Casa di Aton”, o Grande Tempio dell’Aton, un complesso di edifici in pietra indipendenti, racchiusi da un massiccio muro di cinta di 229 metri di larghezza e 730 di lunghezza.
La parte più interessante del complesso sacro era interamente a cielo aperto; suddiviso in due sezioni, il Per-hai (“Casa del Giubilo”) e il Gempaaten (“Rivelazione dell’Aton”), era stato progettato come una serie di cortili che si allineavano uno dopo l’altro, diviso da piloni. In Grande Tempio di Aton ospitava ben 920 tavole per offerta in mattoni crudi disposte in file. La loro presenza nel tempio pare sottolineare la contraddittoria commistione di tradizione e innovazione presente nel culto di Aton: Akhenaton, che aveva concepito il suo dio come distante e gli aveva attribuito un aspetto non umano, non abbandono mai l’usanza di presentare alla divinità delle offerte, consistenti forse in fiori e frutti, almeno a quanto è dato da vedere nei rilievi. La luce del sole, agli occhi di noi moderni, non sembra aver bisogno di offerte: tuttavia, i raggi solari, immaginati come terminanti con delle piccole mani, erano ritenuti in grado di raggiungere e toccare qualunque cosa volessero.
Il “sobborgo sud” ospitava alcune delle più lussuose abitazioni private di Tell el-Amarna, fra cui anche la casa del visir Naht. Anche qui le case più ricche si mescolavano a quelle più povere. La pianta della casa amarniana consiste per lo più di una stanza principale, il soggiorno, al centro dell’abitazione e provvisto di una o più colonne il legno e di una panca in mattoni appoggiata a uno dei muri: attorno si disponevano le altre stanze (nelle case più ricche sono state trovate anche stanze per il bagno). Le grandi ville erano circondate da un muro di cinta e avevano giardini, a volte uno stagno o un laghetto artificiale.
Per chi volesse fare una passeggiata nel Ahetaton perfettamente ricostruita (virtualmente): http://www.perankhgroup.com/palaces.htm
2 commenti:
Spettacolare, non ho mai voluto andare in Egitto, pur essendo molto attratta, temevo che la quantità di turisti che avrei incrociato avrebbe rovinato le emozioni e deluso le aspettative le aspettative. Ma quando leggo articoli come questo, ho anche visitato il link consigliato, vorrei essere un uccello e varcare tempo e spazio...
Incredibilmente bello, ciao Alex
Bravissima!!! Hai parlato del grande Akenathon e della sua reggia...
Baci
Federica
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