mercoledì 13 aprile 2011

Palazzo Medici - Riccardi – L’espressione d’una famiglia influente


I Medici furono originariamente banchieri di successo che, attraverso il crescente potere economico, concentrarono su di sé l’egemonia politica sulla Firenze del XV e del XVI  secolo. I Medici furono anche grandi mecenati e promossero le arti con ogni mezzo, tanto da “rimodellare” Firenze e renderla quel gioiello artistico che è ancora oggi. Palazzo Medici – Riccardi fu la prima residenza e la sede delle attività finanziarie della famiglia, diventando poi l’archetipo per molti altri edifici signorili costruiti successivamente nella città.


I grandi palazzi di Firenze, una volta persa la funzione meramente difensiva, vennero trasformati  in residenze che dovevano costituire l’espressione della condizione privilegiata delle famiglie influenti, nonché il momento della massima autocelebrazione. Ma con l’avvento dell’Umanesimo, si inaugurò una nuova concezione legata al significato dell’edificio signorile: l’artista concepiva una struttura che doveva incarnare l’ideale dell’armonia e della proporzione, in cui rispecchiava la sua stessa concezione del mondo. Il palazzo divenne quindi manifestazione di un ideale e testimonianza dell’abilità dell’architetto.


Michelozzo di Bartolomeo (1396 – 1472), che progettò Palazzo Medici – Riccardi, fu tra i primi a tradurre in pratica questa nuova sensibilità. La struttura massiccia e squadrata, che occupa un intero isolato, ebbe l’influenza duratura sullo stile architettonico dei successivi palazzi fiorentini.


Nel 1349 la famiglia Medici, da poco insediatasi a Firenze, acquistò un “palagio […] con corte e pozzo” e poi nel 1361 un blocco di abitazioni prospiciente via Larga (attuale via Cavour). Con queste acquisizioni i Medici si stabilirono nella zona su cui sorgerà, verso la metà del Quattrocento, il palazzo progettato da Michelozzo per Cosimo de’ Medici.


I caratteri particolari del palazzo, in origine quasi cubico, si riallacciano alla tradizione dei palazzi “borghesi” cittadini, ma la sua apparente semplicità, l’inconsueta dimensione, la disposizione degli ambienti regolare e funzionale costituiscono un modello che sarà riproposto, con lievi varianti e non solo a Firenze, fino agli inizi del XVI secolo.


Cosimo de’ Medici, detto il Vecchio (1389 – 1464), intorno al 1440 decise di farsi costruire un palazzo nelle vicinanze della chiesa di San Lorenzo, sulla strada, allora detta via Larga, che collega piazza del Duomo con il convento di San Marco. Il primo progetto del palazzo fu affidato a Filippo Brunelleschi, ma il progetto fu rifiutato, come narra il Vasari, più per “fuggire l’invidia che la spesa”. Cosimo, quindi, si rivolse a Michelozzo che nel 1444 iniziò la costruzione del palazzo, il primo che nel Quattrocento, secondo le dichiarazioni di Vasari, “fusse stato fatto con ordine moderno e che avesse in sé uno spargimento di stanze utile e bellissimo”.



Antiche incisioni e descrizioni hanno tramandato la forma originaria dell’edificio che ha subito nel corso dei secoli diversi interventi, il più importante dei quali risale alla seconda metà del XVII secolo con ampliamento voluto dai Riccardi, nuovi proprietari del palazzo dal 1659. secondo il progetto originale il prospetto, collocato su via Larga, era composto da dieci assi di finestre bifore a tutto sesto e tre portali.


La facciata presenta una triplice ripartizione orizzontale evidenziata dalle cornici marcapiano e da un paramento murario a bugnato, con una lavorazione molto aggettante e rustica a piano terra e sempre più liscia e sottile verso l’alto. Al pianterreno, lungo i lati  dell’edificio è sistemata la “panca di via” alla quale corrisponde in alto un monumentale cornicione – evidente rimando all’antichità, utilizzato per la prima volta a Firenze nel XV secolo – che delimita la mole dell’edificio e nasconde la struttura del tetto. Sull’angolo formato da via dei Gori con via Larga, si aprivano le arcate del Canto de’ Medici, dapprima aperte a loggia, poi  chiuse nel 1517 da Michelangelo con le celebri finestre “inginocchiate”.



L’impianto assiale dell’edificio è nuovo: dall’ingresso a botte si accede al cortile quadrato e al giardino, chiuso da alte mura con al centro una fontana, decorata in origine con il gruppo bronzeo di Giuditta e Oloferne di Donatello. Il cortile porticato è decorato con una fascia a graffito eseguita da Maso di Bartolomeo nel 1452. Si tratta della più antica decorazione a graffito realizzata a Firenze sulle pareti di un edificio privato civile.



Dal porticato si accedeva, a sinistra, alla scala (distrutta, oggi si sale dal lato opposto) che conduceva al primo piano, con la grande sala verso l’angolo, la cappella e gli appartamenti privati, composti ognuno da sala, camera, anticamera e scrittoio. Delle meravigliose opere d’arte contenute nel palazzo nel XV secolo purtroppo è pervenuta solo la cappella – costruita da Michelozzo, autore anche dei disegni del soffitto a cassettoni, del pavimento intarsiato e degli stalli – con le pareti dipinte da Benozzo Gozzoli nel 1459 con l’Andata dei Magi a Betlemme, dove l’artista celebra i Medici in stile gotico.



Il palazzo fu utilizzato dalla famiglia Medici fino al 1540, quando Cosimo I, ormai divenuto duca e signore di Firenze, preferì trasferire la propria residenza a Palazzo Vecchio. Nella seconda metà del XVII secolo il palazzo, appartenuto ai Medici per oltre due secoli, fu venduto dal granduca Ferdinando II de’ Medici (perché non era più adatto a rappresentare il loro nuovo status), a Riccardi, ai quali si devono le modifiche interne e l’ampliamento dell’edificio su via Larga e su via dei Ginori.


I lavori durarono circa sessant’anni e furono affidati a Ferdinando Tacca, Pier Maria Baldi e Giovanni Battista Foggini. L’ala del palazzo con l’ingresso su via dei Ginori, divenne famosa in tutta Europa per eccezionale decorazione delle sale situate al primo piano dove si trova la Libreria Riccardiana e la Galleria. I due vasti ambienti furono affrescati dopo il 1683 dal pittore napoletano Luca Giordano che raffigurò nella biblioteca l’Allegoria della divina Sapienza, e nella Galleria, ideata per contenere in appositi armadi le preciose collezioni dei Riccardi, l’Apoteosi della dinastia dei Medici.


Nel 1688 il marchese Francesco Riccardi fece costruire da Giovanni Battista Foggini lo scalone che ha modificato la struttura michelozziana del palazzo, compresa la cappella affrescata da Benozzo Gozzoli. Anche l’assetto del giardino fu cambiato e la semplicità del cortile venne alterata con l’inserimento, sulle pareti sotto le volte, di sculture, frammenti, bassorilievi e iscrizioni antiche. I lavori furono conclusi nel 1715 con l’ampliamento della facciata condotto a imitazione dell’originale ideato da Michelozzo: alle dieci finestre originali ne furono aggiunte altre sette al primo e secondo piano, mentre al pianterreno furono inclusi due nuovi portoni. L’intervento si percepisce solo guardando attentamente i tondi posti a decorazione delle nuove bifore, dove le chiavi dei Riccardi sostituiscono le palle medicee. Gli ampliamenti settecenteschi hanno fatto assumere all’edificio uno sviluppo orizzontale, che altera profondamente l’idea di Michelozzo. L’architetto aveva concepito, infatti, un palazzo di forma quasi cubica con uno sviluppo verticale fortemente accentuato dall’obbligata visuale d’angolo del palazzo, suggestione che oggi possiamo cogliere osservando il più tardo palazzo Strozzi.



3 commenti:

Federica ha detto...

Ciao, è da un po' che non ci si sente!
come va? Io sono sempre incasinata e non vedo l'ora di andare in Trentino (dove mio padre ha una casa, visto che siamo originari di lì) con i miei bimbi per rilassarmi una settimana!
I tuoi fiori? Il mio oleandro sta molto bene ma non ha messo ancora i fiori (in effetti è un po' presto). ti manderò una fotografia del terrazzo fiorito più avanti.
Lo sai che non sono mai stata a firenze? che vergogna, vero?
Un saluto e a presto, Federica

Elettra ha detto...

dobbiamo molto alla famglia Medici,le loro straordinarie collezioni d'arte sono un patrimonio per il nostro paese!!!

Petra ha detto...

Carissima,

ottimo viaggio anche stavolta! Adoro questi posti, mi sembra di conoscerli da sempre, sarà perché sono come casse del tesoro, colmi di opere d'arte, di nomi importanti, di notti di studio...(per me)! :)

Se solo esistessero anche oggi mecenati intelligenti come i De Medici ed un pubblico più curioso di ammirare e scoprire l'Arte...povera, cara, amatissima Italia mia! :)

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