“I bei giorni di Aranjuez sono giunti al termine”. Così suona l’incipit del Don Carlos di Frederich Schiller, con cui il poeta consacrava Aranjuez ai vertici della letteratura europea. Solo chi conosce l’affascinante castello degli Asburgo e dei Borbone potrà comprendere il senso di struggente nostalgia che si cela dietro queste parole.
La città di Aranjuez sorge sul Tago, a circa 50 chilometri in direzione sud della capitale Madrid. La fertile valle che circonda la città produce asparagi, fragole, fiori, alberi ed arbusti, tanto che la zona appare come un’oasi nella Meseta, il cuore brullo della Spagna.
La particolare bellezza indusse Filippo II a costruire qui la residenza estiva della famiglia reale. Nel 1569 l’architetto di corte Juan de Herrera, già coinvolto nella costruzione dell’Escorial, fu incaricato di realizzare i progetti per la conversione del palazzo del 1387, originariamente sede del Maestro dell’Ordine di San Giacomo. Il castello sarebbe stato completato solo due secoli dopo, nel 1778, e il risultato fu una dimora dove i membri della famiglia reale potevano rilassarsi in piena tranquillità e dedicarsi agli svaghi.
Per quanto riguarda i materiali impiegati per la costruzione, Herrera scelse mattoni dalla sfumatura calda che abbinò a una palida arenaria per le cornici delle finestre, le lesene e altri elementi decorativi, così da creare un piacevole contrasto sulla facciata. L’alternanza si contrappone al ritmo delle linee architettoniche, in un rapporto che è stato mantenuto nei secoli nonostante i numerosi lavori di adeguamento; pertanto l’impressione complessiva è di grande armonia.
La facciata attuale si deve all’italiano Giacomo Bonaria. Questi, nel 1748, dopo aver studiato i progetti di Herrera, conferì alla parte centrale una maggiore prominenza realizzando una linea sfalsata del tetto corredato di balaustra, a sua volta supporto per le statue dei re Filippo II (1556 – 98), Filippo V (1683 – 1746) e Ferdinando VI (1713 – 1759).
Carlo III (1716 – 1788), che desiderava dare il suo contributo all’opera di adeguamento del castello, chiese all’architetto italiano Francesco Sabatini di edificare le ali laterali ispirandosi alle residenze barocche di molte capitali europee: sarebbe stata l’ultima aggiunta al complesso.
I Borbone, nel XVIII e XIX secolo, apportarono decorazioni secondo il gusto dell’epoca, arredando le stanze all’ultimo piano in stile moresco, cinese e pompeiano.
Splendida per la sua unicità è la Camera di Porcellana di Carlo III, creata da Giuseppe Cricci e dai suoi artigiani napoletani, con un lavoro durato sei anni (1759 – 1765).
Carlo V (1500 – 1558) fece invece realizzare un parco all’inglese importando olmi e altre piante dalle isole britanniche. Si tratta del più antico giardino di Spagna che rientra in questa tipologia. In origine, all’epoca dell’Ordine di San Giacomo, non mancavano i giardini fioriti dalla struttura formale che furono poi gradualmente modificati dagli occupanti del complesso.
Nel XVII secolo, il paesaggista Cosimo Lotti creò il Jardin de Isla, un parco con laghetti, fontane, bordure e sculture di divinità ed eroi classici, come prevedevano i canoni barocchi. Nel 1780, Carlo IV ridisegnò il Jardin del Principe secondo il proprio gusto personale: qui, lungo le rive del Tago, il re e la sua corte erano soliti trascorre ore liete e tenere feste all’aperto.
LA CASA DEL LABRADOR – A nord-est di Aranjuez si trova la Casa del Labrador. Si tratta di una piccola dimora nobilitare edificata sul sito dove sorgeva un’antica fattoria da cui prende il nome.
Carlo IV, che aveva scoperto questo ritiro tranquillo e isolato durante una battuta di caccia, aveva deciso di farne quello che sarebbe stato l’ultimo castello borbonico tra il 1792 e il 1803. L’architettura elegante e la sfarzosa decorazione rococò conferiscono alla Casa del Labrador un aspetto particolarmente raffinato.
Qui la regina Maria Luisa era solita incontrare il suo amante, il ministro Manuel Godoy, personaggio di spicco nella gestione del governo. Dal momento che aveva stretto un’alleanza con la Francia, la Spagna dovette affrontare numerose e sanguinose battaglie contro Gran Bretagna e Portogallo, incorrendo in pesanti perdite. Nella primavera del 1808, l’insoddisfazione polare sfociò in una rivolta proprio ad Aranjuez, costringendo Carlo IV ad abdicare. Il francofilo Gody perse il proprio incarico e dovette abbandonare la Casa del Labrador.
2 commenti:
Cara nei nostri programmi futuri è inserita la visita a Madrid e inserisco anche questa meraviglia. grazie un bacio
Ci devo tornare! ci sono andata durante il viaggio di nozze, cioè un secolo fa e non sò se non lo ricordo perchè è passato troppo tempo o perchè ero presa da altro. Buona domenica, Alex
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