Lo Zwinger, che si trova nel centro di Dresda, è uno dei più notevoli monumenti barocchi non tanto per le dimensioni – lo Zwinger è infatti relativamente piccolo – quanto piuttosto per l’armoniosa unitarietà dello stile e per i particolari scultorei.
L’elettore Frederick Augustus I, noto come Augustus der Starke (Augusto il Forte), fu un autentico principe barocco interessato all’arte e soprattutto ad esaltare il proprio lignaggio. Per di più si circondava di una numerosa corte per la quale doveva disporre di magnifici edifici: per questo commissionò la costruzione di molti palazzi barocchi a Dresda che condividono caratteristiche di leggerezza e gusto, ma il punto più alto della passione di Augusto il Forte per l’architettura è senza dubbio lo Zwinger.
Lo Zwinger non è un castello nel senso proprio del termine e non è mai stato considerato come tale. Originariamente fu pensato come corte esterna di un edificio più ampio, in realtà mai realizzato.
Il principe desiderava uno spazio ed una cornice adeguati per accogliere piéces teatrali, tornei e manifestazioni ippiche di cui era appassionato. Pertanto, questo teatro all’aperto si può considerare come un’idea dell’imperatore. Egli commissionò poi all’architetto di corte, Matthaus Daniel Poppelmann, la realizzazione del vero e proprio progetto, ed all’artista Balthasar Permoser, con una vasta esperienza in Italia, la supervisione dei particolari architettonici. I due non avrebbero potuto lavorare insieme in modo più armonioso.
Il termine Zwinger si riferisce di solito alla corte intermedia di un castello, vale a dire l’area compresa fra due cinta di mura o terrapieni, che furono un importante fortificazione difensiva, specie prima dell’avvento delle armi da fuoco. Esso veniva usato normalmente per accogliere gare o per costituire il recinto di animali.
Lo Zwinger di Dresda venne realizzato alla sommità del terrapieno del bastione Luna e da questo ricevete il nome, sebbene non sia stato progettato come struttura difensiva.
Qui Poppelmann iniziò nel 1710 a costruire un’orangerie per Augusto il Forte. Essa consisteva in due padiglioni collegati da una galleria coperta da arcate. Tra il 1714 e il 1716 vennero realizzati il padiglione di difesa e la grande galleria con la Porta della Corona.
Il resto dell’edificio sorse nel 1718 come un’immagine speculare dell’esistente, prima in legno e poi in pietra (tra il 1723 ed il 1728). Dato che al di fuori dello Zwinger non c’era spazio per un giardino, delle aiuole regolari vennero realizzate nella corte (larga 16 m e lunga 204) lasciando al centro lo spazio necessario per le manifestazioni. È incredibile quanto lo Zwinger sia armonioso nonostante sia stato realizzato in tante fasi diverse e in un tempo così lungo.
Durante la costruzione Poppelmann viaggiò attraverso l’Europa, per trovare nuove fonti d’ispirazione, specialmente Vienna, Roma e Parigi. Egli non solo imitò quanto vide, ma ebbe successo nello sviluppare una propria interpretazione dell’architettura barocca.
Un ponte attraverso il fossato conduce alla Porta della Corona, che è l’ingresso principale. Colonne e lesene sorreggono l’edificio, che è una combinazione di porte e archi trionfali. Esso si presenta sormontato da una copertura in rame a forma di corona, sulla sommità.
La magnificenza e la ricchezza di un simile ingresso suggeriscono al visitatore che sta entrando nella dimora di un grande principe e lo inducono, al contempo, a tenere un atteggiamento consono al luogo.
Si ha quasi impressione che le gallerie ad un piano su entrambi i lati della porta si genuflettano deferenti di fronte a tanta grandezza. Tuttavia le alte finestre fiancheggiate da lesene e decorate da putti e vasi smentiscono quest’impressione. Guardate dalla corte le gallerie appaiono leggermente più alte, grazie ai plinti.
I padiglioni angolari, all’estremità, sono a due piani, tuttavia condividono il medesimo stile delle gallerie. Le terrazze, di fronte ai padiglioni angolari, possono essere raggiunte grazie alle elegante scalinate, un’autentica specialità di Poppelmann.
La parte più notevole dello Zwinger è il padiglione difensivo, situato ad ovest e costruito contro il pendio. Edificato come intelaiatura muraria, non possiede solidi muri, ma ampie finestre fra le lesene. L’Ercole Sassone troneggia sulla facciata, reggendo il globo.
È questo il punto più alto dello Zwinger: un fatto per nulla casuale. La connessione fra Augusto il Forte e l’Ercole Sassone che regge l’orbe terracqueo diviene vieppiù evidente in un’altra raffigurazione del principe. Molti intagli e diverse statue a soggetto mitologico, in realtà, magnificano il principe.
Il padiglione del carillon segue immediatamente quello appena descritto, al piano terra e quindi un poco più in basso, come una sorta di prezioso monile. Sebbene già Poppelmann avesse pianificato un carillon con campane fatte di porcellana di meissen, per la facciata dell’edificio che dà sulla corte, esso fu realizzato negli anni ’30, quando lo Zwinger venne restaurato, e suona tutt’oggi.
Il Nymphenbad o ninfeo, che fu la parte meno danneggiata dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, è situato fra la galleria e il padiglione difensivo. Esso trae il proprio nome dalle ninfe nelle nicchie, che danno a questa piccola corte un’atmosfera festosa insieme alla piscina, ai giochi d’acqua ed alle sculture. Tutte le sculture originali sono di Balthasar Permoser. Furono tutte accuratamente restaurate da Georg Wrba dopo l’ultima guerra.
Lo Zwinger fu tanto danneggiato dalle bombe durante la sEconda Guerra Mondiale, che sembrò impossibile riportarlo agli antichi splendori. Tuttavia la ricostruzione prese il via, poche settimane dopo la fine del conflitto e nel 1964 esso era l’unico edificio storico ad essere stato completamente restaurato a Dresda.
1 commento:
Bel servizio, come sempre del resto.
Solo se ti va c'è un piccolo pensiero per te. Ciao cara buon fine settimana
Posta un commento