lunedì 3 gennaio 2011

Castel Sant’Angelo – La cittadella dei papi


Sorto tra il 130 e il 138 d. C. come mausoleo dell’imperatore Adriano, Castel Sant’Angelo fu trasformato nel medioevo, in virtù della mole e della sua posizione, nella cittadella di Roma, l’estremo baluardo del potere papale.



DA MAUSOLEO A FORTEZZA – Sepolcro monumentale della famiglia imperiale, caposaldo delle mura cittadine, quindi castello e cittadella papale, nonché carcere di Stato: nei quasi duemila anni della sua esistenza la Mole Adriana (“Hadrianeum”) ha subito una grande quantità di riadattamenti e destinazioni d’uso, mantenendo sempre un’importanza fondamentale nelle vicende romane.


LE TAPPE DELLO SVILUPPO – La trasformazione dell’edificio in fortificazione cominciò già nel VI secolo, durante la guerra tra Goti e Bizantini. Ma solo nel XIII secolo, con il trasferimento della sede papale dal Laterano al Vaticano, il complesso, situato in posizione altamente strategica a cavallo tra la città e l’importantissima zona oltre il Tevere, assunse decisamente il ruolo di roccaforte papale. Tra Duecento e Cinquecento una serie di sempre più imponenti fortificazioni esterne ne fecero la più estesa fortezza di Roma, al tempo stesso rifugio dei papi, presidio della città e carcere di massima sicurezza. Questa funzione si prolungò fino alla caduta del potere pontificio, nel 1870. passato allo Stato, il monumento venne parzialmente snaturato con la demolizione delle opere esterne. Restaurato nel corso del Novecento, è oggi un’importante sede mussale.


PERFETTA SINTESI ARCHITETONICA – Castel Sant’Angelo è una sintesi dell’evoluzione dell’architettura fortificata dal medioevo fino all’età moderna. Al nucleo centrale cilindrico, nel XIII secolo sono state addossate tre torri, di forma circolare. Nel Quattrocento, Antonimo da Sangallo il Vecchio costruì intorno al complesso un recinto quadrato con torri poligonali. Infine, negli anni Sessanta del Cinquecento, Pio IV fece costruire un’imponente cinta pentagonale bastionata, adatta alla difesa con le armi da fuoco, progettata da Giuliano da Sangallo.



IL MUSEO NAZIONALE – All’interno del castello è ospitato il “Museo nazionale di Castel Sant’Angelo” che, snodandosi tra le sale e gli ambienti della fortezza, offre parecchi motivi d’interesse: opere d’arte, luoghi di episodi storici, curiosità. Nelle sale di Clemente VII si conservano notevoli dipinti, tra cui il “San Girolamo nel deserto” di Lorenzo Lotto e la “Madonna in gloria e santi” di Luca Signorelli. Il vicino cortile di Alessandro VI, usato nel Rinascimento per spettacoli teatrali e sontuose feste in costume, è anche noto come “cortile del Pozzo” o “cortile dell’Olio”, perché, in depositi sotterranei (Oliare), vi erano custoditi 84 orci che contenevano l’olio usato come provvista alimentare in caso di assedio. Nella camera detta “dell’Archivio segreto e del Tesoro” si trovano i forzieri nei quali erano custodite le ricchezze della chiesa, portate dai pontefici che si rifugiavano nel castello in caso di pericolo. Particolare interesse riscuote una botola – trabocchetto, profonda nove metri, che si trova nella sala dell’Apollo e risale all’epoca di Paolo III.


PRIGIONIERI ECCELLENTI – Castel Sant’Angelo fu usato anche come prigione. Nelle sue celle furono, infatti, rinchiusi numerosi personaggi celebri come l’orafo, scultore e scrittore Benvenuto Cellini (1500 – 1571), che riuscì a mettere in atto un’avventurosa fuga. Anche il filosofo Giordano Bruno (1548 – 1600), in contrasto con la dottrina ufficiale della Chiesa, fu imprigionato a Castel Sant’Angelo, dove rimase per sette anni fino alla condanna al rogo nel 1600.



I prigionieri di riguardo erano affidati ad alcuni soldati veterani, chiamati “provvisionati”; essi avevano il compito di sorvegliarli e di preparare loro da mangiare, nel caso la famiglia non potesse provvedere: curiosa commistione di bonomia e di severità, emblematica della Roma papale.



IL MIRACOLO DELL’ANGELO – Castel Sant’Angelo prende il nome attuale dalla statua bronzea dell’archangelo Michele, opera di Peter Antoon van Verschaffelt di Gand (1753), posta sulla terrazza del castello. La scultura ricorda un episodio leggendario verificatosi nel 590, quando a Roma imperversava una terribile epidemia di peste. In occasione di una processione fatta per scongiurarla, papa Gregorio Magno ebbe la visione di un angelo, apparso sulla sommità dell’edificio, nell’atto di rinfoderare la spada: annuncio simbolico della fine dell’epidemia.



UN COMPLICATO LABIRINTO – La struttura interna di Castel Sant’Angelo è un intricato dedalo di corridoi, sale, stanze, scale, cortili, passaggi, terrazzi.
La visita è una vera e propria navigazione tra storia, arte e cronaca e segue un percorso quasi a spirale. Dai piani più bassi, un tempo usati come celle e ricoveri, si passa alle spaziose sale della parte alta, attrezzate per ospitare i papi o particolari funzioni di governo: tra queste si ricorda il Tribunale, che aveva sede in quella che ancora oggi si chiama “sala della Giustizia”.
Assai utile, per conoscere la storia dell’edificio, il piccolo museo a esso dedicato; nell’atrio si possono osservare alcuni plastici che documentano le diverse fasi della costruzione.
Elemento centrale del complesso è la cosiddetta “cordonata di Alessandro VI”, che taglia diametralmente la mole cilindrica dell’edificio. Da qui, varcando un ponte di legno realizzato nel 1822 al posto di quello levatoio, si raggiungono la “cella sepolcrale di Adriano” e quindi il “cortile d’Onore”, o dell’Angelo.
La parte alta ha il suo ambiente significativo nel “Giretto”, la galleria aperta fatta costruire da Pio IV, da cui si ha un’ampia veduta sul Vaticano.
Degno nota è infine il “Passetto”, il corridoio tra castello e Vaticano, voluto da Nicolò III per congiungere direttamente la reggia papale alla fortificazione con un percorso protetto, sottratto ai pericoli di eventuali nemici o della folla cittadina.



Altre info: Medioevo.Roma - Castel Sant'Angelo

1 commento:

Elena ha detto...

Due estati fa hanno aperto il Passetto grazie ad una manifestazione "notti a Castel Sant'Angelo" e io ci sono andata: che bello! Passi proprio accanto alle case e arrivi molto vicino a S. Pietro!
baci baci

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