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sabato 26 marzo 2011

Marienburg – La fortezza dei Cavalieri Teutonici


Nel 1225, di fronte alla minaccia delle popolazioni prussiane pagane ai confini dei suoi possedimenti, il duca Konrad di Masovia chiese aiuto all’ordine dei Cavalieri Teutonici. Fu così che i cavalieri, nati per difendere la Terra Santa, si stabilirono nell’Europa orientale.



LOTTA CONTRO GLI INFEDELI – L’ordine dei Cavalieri di Santa Maria in Gerusalemme, questo il nome originario, aveva una rigida organizzazione gerarchica: a capo c’era un Gran Maestro, coadiuvato da cinque stretti collaboratori; sotto di loro, i cavalieri, militarmente inquadrati. La missione era chiara e univoca: battersi contro gli infedeli in nome della Croce. In questa difesa dei confini della Cristianità, Federico II concesse all’ordine la sovranità su tutte le terre conquistate.



IL CASTELLO DEI CAVALIERI – La costruzione del castello di Marienburg (in polacco Malbork) iniziò nel 1272, per opera di Konrad von Thierberg. Tra il 1276 e il 1280 fu eretto il Palazzo alto, che divenne la prima sede ufficiale dell’ordine. Nel 1309, quando l’ordine venne ufficialmente trasferito da Venezia a Marienburg, fu  ampliata l’area conventuale. Fra il 1310 e il 1330 si colloca l’edificazione del Palazzo centrale, e fra il 1334 e il 1340, l’ampliamento e ristrutturazione del Palazzo alto. Nell’ultimo decennio del XIV secolo si procedette alla costruzione dell’ultimo edificio, il palazzo del Gran Maestro. Nel 1882 iniziò il restauro del complesso, gravemente danneggiato dagli assedi e dagli incendi subiti nel XV secolo. Il castello nel 1997 è stato inserito dall’UNESCO tra i patrimoni dell’Umanità.



LO STATO DELLA FEDE – Tutti i membri dell’ordine Teutonico erano  divisi in cavalieri e confratelli, con assoluta parità di diritti e tutti uniti dai voti obbligatori di povertà, castità e obbedienza. La fusione (1236) con i Cavalieri Portaspada, un ordine cavalleresco – religioso creato nel 1202 dal vescovo di Riga, non intaccò questa rigida struttura. Nel 1309 il Gran Maestro Von Feuchtwangen trasferì definitivamente la sede dell’ordine da Venezia a Marienburg, dando inizio alla trasformazione della fortezza in un’orgogliosa cittadella governativa, dove aveva sede il palazzo del Gran Maestro.



A prezzo di continue battaglie i Cavalieri Teutonici allargavano la loro area d’influenza, fino a dar vita a un vero e proprio stato autonomo, con capitale Marienburg, che toccò l’apogeo nel XIV secolo. L’emergere del regno di Polonia e la sua unione con la Lituania, nel 1385, segnarono il declino dell’ordine. Sconfitti da polacchi e lituani a Tannenberg nel 1410 e minati da dissidi interni, i cavalieri si ridussero, nel 1466, al dominio sulla sola Prussica orientale, anche questa detenuta non in proprio ma come vassalli del re di Polonia. Nel 1525, infine il Gran Maestro Alberto di Branderburgo, passato al lutanerismo, secolarizzò quanto rimaneva del suo Stato prussiano, che diventò un feudo ereditario degli Hohenzollern. Finiva così la lunga storia dei Cavalieri Teutonici.



CAPOLAVORO IN MATTONI – Sia il castello vero e proprio, sia la città fortificata sviluppatasi ai suoi piedi sono costruiti in mattoni. Si tratta di una scelta inconsueta per un complesso gotico in area germanica, ma resa necessaria dalla mancanza in zona di cave di pietra da taglio. Ne è uscito un’insieme di straordinaria severità e essenzialità, forse il capolavoro dell’architettura gotica in mattoni, che ben esprime il ferreo, quasi spietato, codice morale dei Cavalieri Teutonici.



L’ORDINE OGGI  - L’ordine dei Cavalieri Teutonici sopravvisse in Germania fino al 1809, quando fu soppresso da Napoleone I, e risorse trent’anni dopo a Vienna sotto gli auspici degli Ausburgo con le funzioni originarie di assistenza e di culto. In questa forma sopravive tuttora seppure con un numero esiguo di membri, distribuiti tra Germania, Europa orientale e Italia.
L’insegna dell’ordine è una croce nera, contornata di un alone chiaro, con il braccio inferiore più lungo degli altri.


CITTADELLA DEL POTERE – Dopo una serie di incendi nel XV secolo, il castello fu utilizzato, di volta in volta, con riadattamenti di fortuna, come caserma per le truppe del re di Prussica, come granaio e persino come stazione di posta. Solo nell’Ottocento si cominciò un sistematico restauro, ultimato dopo la seconda guerra mondiale, con la ricostruzione in forme fedeli a quelle originali.
Si accede al complesso, eretto a partire dal XIII secolo sul fiume Nogat, dal cosiddetto Palazzo basso, di cui rimangono parti delle mura turrite.


Il Palazzo centrale, costruito nei primi decenni del XIV secolo, un tempo si affacciava sulla zona anteriore del complesso. Qui si trovano le abitazioni e il salone del Grande Ritrovo. Si possono visitare anche l’antico ospedale e gli appartamenti di rappresentanza. Al primo piano ha la sede il Museo del castello.
Nel Muzeum Zamkowe, oltre a un’interessante esposizione sulla storia di Marienburg, si ammirano una collezione di artigianato medievale, una grande raccolta di armi e armature antiche e una delle più importanti collezioni di ambra di tutta Europa. Il museo organizza sempre varie mostre tematiche.



Il Palac Wielkich Mistrzow, il palazzo del Gran Maestro, colpisce per le grandi vetrate e le volte stellate sorrette da colonne nei refettori estivo e invernale.
Il Palazzo alto costituisce la parte più antica del complesso. Si visitano, fra l’altro, la sala capitolare, le celle del carcere e la bella chiesa, a cui si può accedere passando attraverso le porte d’Oro, costruite intorno al 1280.

giovedì 30 dicembre 2010

Ksiaz – Il maggior castello della Slesia


Dal 1509 al 1939, il castello di Ksiaz o, in tedesco, Furstenstein presso Walbrzych, appartenne agli Hochberg, aristocratica famiglia originaria dalla Sassonia. La sua veste attuale deriva dagli interventi settecenteschi di Corrado Massimiliano di Hochberg.



DA ROCCA MEDIEVALE A FASTOSA RESIDENZA BAROCCA – Il maschio del castello di Ksiaz, la costruzione più antica tuttora riconoscibile nel complesso, risale alla rocca medievale eretta nel 1292 da Bolko di Schweidnitz (oggi Swidnica). L’iniziale fortificazione subì una prima sostanziale ristrutturazione nel Quattrocento, quando la Slesia faceva parte del regno boemo – ungherese di Mattia I Corvino. Nel secolo successivo la famiglia Hochberg, entratane in possesso, promosse una serie di lavori per trasformare definitivamente l’antico edificio in un vero e proprio castello.



PUNTO D’INCONTRO DELL’ALTA NOBILTA’ ARISTOCRATICA – Con le trasformazioni realizzate nella prima metà del Settecento dall’architetto Felix Anton Hammerschmidt, per conto di Corrado Massimiliano di Hochberg, l’edificio divenne una fastosa dimora che impressionava chiunque la vedesse: una gigantesca residenza di cinque piani e 400 stanze. Il viaggiatore Hermann Furst von Puckler – Muskau scrisse nell’Ottocento che il castello era quanto di più bello avesse mai visto nel corso dei suoi “vagabondaggi”: “Come ammaliato da spiriti misteriosi, il castello reale aleggia su uno sperone roccioso, proietando le sue torri nel cielo azzurro”. Il principe Hans Heinrich XV di Hochberg – Pless, ultimo proprietario, apri il castello all’aristocrazia di tutt’Europa. La brutalità della dittatura nazista costrinse tuttavia a emigrare in Gran Bretagna. Ksiaz venne perciò confiscato dallo Stato e sottoposto a opere di adattamento come possibile quartier generale del Fuhrer. Hitler preferì tuttavia un altro rifugio, meno appariscente (la celebre “Wolfsschanze”, o Tana del Lupo, di Rastenburg, nella Prusia Orientale).



LA TORMENTATA STORIA DELLA SLESIA – Poche regioni come la Slesia hanno avuto una storia così tormentata. Il nome Slesia (in polacco Slqsk, in tedesco Schlesien) va ricondotto alla stirpe dei Silingi, qui insediata in epoca romana, poi dispersa nel periodo delle grandi migrazioni barbariche e sostituita da tribù slave. Wratislawia (in seguito trasformato in Breslau dai tedeschi e Wroclaw dai polacchi). Fino al 1335 la Slesia fu contesa da Polonia e Boemia, finchè fu quest’ultima a inglobarla. Nel 1526 in regno di Boemia, compresa dunque la Slesia, passò agli Ausburgo austriaci, ma nel 1740 il re di Prussica Federico il Grande invase la regione, col risultato che la Slesia divenne prussiana. Nel 1813 proprio in questa terra di frontiera cominciarono le guerre di liberazione antinapoleoniche della Germania, dopo il famoso appello “Al mio popolo” di Federico Guglielmo III di Prussia. E sempre in Slesia, con la rivolta dei lavoratori tesili nel 1844, ebbe l’inizio il movimento operaio tedesco.



Nel 1871 la Slesia entrò, come regione prussiana, nel Reich tedesco e, durante la seconda guerra mondiale, fu una delle culle dell’opposizione a Hitler. Nei dintorni di Ksiaz operava un gruppo della resistenza tedesca noto come “Kreisauer Kreis” (Circolo di Kreisau), che faceva capo al conte H. J. Von Molte. Al termine del conflitto la Slesia venne assegnata alla Polonia, e i tedeschi dovettero lasciare le terre dove erano installati da secoli. Forse solo in futuro quella pagina di storia sarà superata.



FUSSIONE DI SUGGESTIONI – Secondo i critici nordici, Ksiaz è una costruzione barocca. Per il gusto italiano si tratta di un barocco molto particolare, che non solo ingloba strutture medievali, ma anche suggestioni orientali, e persino l’architettura popolare (come l’ultimo piano con struttura in traliccio di legno e incannicciato), che certamente nessun architetto italiano avrebbe inserito.


IMPONENTE DIMORA – Il gigantesco palazzo poggia su uno sperone roccioso sito a ridosso di un’ansa del fiume Pelcznica, che qui scava nel tereno una profonda gola. Dall’imponente complesso, raccolto attorno a due cortili interni, svettano tra gli alberi il maschio e due grandi torri laterali.
Il castello ospita attualmente un albergo a quattro stelle, con ristorante e sale per varie iniziative.
Nell’ala aggiunta da corrado Massimiliano di Hochberg nel Settecento si apre l’elegante “sala di Massimiliano”, decorata da preziosi stucchi di Ramelli e oggi sede periodica di seguitissimi concerti.
L’ampio parco di 15 ettari, sistemato nel Settecento, si compone soprattutto di querce e macchie di rododendri. Al suo interno si trovano anche le rovine artificiali di un vecchio castello, che risale in realtà al 1794.
A est di Ksiaz si estende un noto allevamento di stalloni che vengono fatti gareggiare frequentemente nel vicino ippodromo

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