martedì 28 dicembre 2010

Josselin – La battaglia dei Trenta


Il 27 marzo 1351 trenta cavalieri francesi uscirono dal castello di Josselin per scontrarsi in combattimento contro un ugual numero di cavalieri inglesi. Una piramide nella brughiera ricorda questo episodio della guerra di successione al ducato di Bretagna, che doveva dare ampia fama alla fortificazione.



CAPOSALDO NELLA GUERRA PER IL CONTROLLO DELLA BRETAGNA  - Nel secolo XI il visconte di Guéthenoc e suo figlio Josselin de Porthoét costruirono sul luogo una fortezza, che venne ridotta in cenere nal 1168 da Enrico II d’Inghilterra, all’epoca in guerra contro Eudes II di Porthoét. Due secoli più tardi la fortezza di Josselin, nel frattempo ricostruita, svolse un importante ruolo come caposaldo delle forze francesi, guidate da Carlo di Blois, durante la guerra di successione bretone. Carlo, che aveva sposato una nipote del duca di Bretagna, morto senza lasciare figli, rivendicava il ducato, che gli era conteso dagli inglesi. La guerra fini nel 1364 con la battaglia di Auray, nel corso della quale Carlo di Bois trovò la morte.



RESIDENZA DEI ROHAN – Anche dopo la vittoria degli inglesi nella guerra di successione per la Bretagna, Josselin rimase saldamente in mano francese, e fu governata da Olivier de Clisson, che ne fece un potente presidio in fortezza nel 1370. Nel 1407 il castello passò, per via di matrimonio, alla famiglia dei Rohan, che ne è tuttora la proprietaria. Da questa famiglia proveniva infatti la moglie di Clisson, che in prime nozze aveva sposato il comandante del castello Giovanni di Beaumanoir.



UNA FAMIGLIA ORGOGLIOSA – L’orgoglioso motto di famiglia dei Rohan era: “Roi ne puis, prince ne daigne, Rohan suis!” (Re non posso [essere], [di fare il] principe non mi degno, io sono un Rohan!). anche il castello, con le sue poderose fortificazioni, testimonia l’atteggiamento combattivo della famiglia, che in più occasioni lo portò sull’orlo della distruzione. Per due volte infatti le decisioni politiche dei suoi signori condussero Josselin vicino alla catastrofe: la prima nel 1488, quando il duca di Bretagna lo diroccò perché Giovanni II di Rohan si era schierato contro di lui e al fianco del re di Francia, con cui il duca era in contrasto. La seconda nel Seicento, quando il cardinale Richelieu ne fece radere al suolo una parte perché Enrico di Rohan, uno dei capi degli ugonotti protestanti, era considerato un nemico dello Stato.



LA MADONNA NERA DI JOSSELIN – Secondo la tradizione nel IX secolo venne trovata in un cespuglio di rovi una statua della Madonna. Un contadino la portò a casa; la mattina dopo la statua era scomparsa, e venne rintracciata poco dopo nello stesso punto in mezzo alla sterpaglia.
La gente gridò al miracolo e decise di costruire in quel posto una chiesa, attorno alla quale si sviluppò in seguito l’abitato di Josselin. La statua della Madonna, venerata come la miracolosa Notre-Dame-du-Roncier (Nostra Signora del Rovento), fu distrutta quasi completamente da un incendio nel 1793. I resti vennero sistemati in un reliquario, che l’8 settembre di ogni anno è meta di un popolare pellegrinaggio. Anche la chiesa ebbe le sue vicissitudini: l’edificio originale fu devastato nel 1168 dal re inglese Enrico II assieme alla fortezza di Josselin. L’attuale basilica di Notre-Dame-du-Roncier, nella città vecchia , è una ricostruzione tardogotica, che custodisce tra l’altro la tomba di Olivier de Clisson, il signore medievale del castello.



TORRI A PEPAIOLA – Le torri cuspidate del castello di Josselin, che conferiscono alla costruzione, vista soprattutto da alcune particolari angolazioni, una sagoma quasi fiabesca, sono tipiche dell’architettura castellana francese.
Sono indicate, oltralpe, con un divertente nomignolo: “Tours en poivrière”, torri a pepaiola, foggiate cioè come se fossero un contenitore del pepe. È una denominazione vivace e suggestiva benché si riferisca a costruzioni dall’aspetto spesso possente e massiccio.


RICOSTRUITO SOTTO ANNA DI BRETAGNA – Nel 1488 il duca bretone Francesco II morì, dopo aver distrutto il castello di Josselin. Sua figlia Anna, divenuta duchessa ad appena undici anni, sposò nel 1491 il re francese Carlo VIII: in tal modo la Bretagna perse l’indipendenza, ma conobbe un periodo di grande splendore. Ne guadagnò anche il castello di Josselin, che venne ricostruito da Jean Laval nelle forme rinascimentali (in senso francese), tuttora visibili.
-          Le parti distrutte del castello furono sostituite da un cammino di ronda con alti abbaini a veranda, ma si mantenne la grandiosa impressione di imponenza all’esterno.
-          Anna di Bretagna fece allestire un nuovo cortile interno e un edificio per gli appartamenti ducali, con facciata elegantemente decorata in forme gotiche e dieci abbaini a veranda. Sulle balaustre sono simbolicamente rappresentate la Bretagna (l’ermelino), la Francia (il giglio) e la stessa Anna (la lettera A).
-          Nel castello è ospitato un bel Museo delle Bambole, il “Musée des Poupées”; gli oltre 500 esemplari del XVIII e XIX secolo vennero raccolti dalla duchessa di Rohan.


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