venerdì 18 febbraio 2011

Il Cremlino (parte I)



È il cuore e il centro di Mosca e, diciamolo, dell’impero russo. Da Ivan il Terribile a Stalin, tiranni solitari e diffidenti hanno deciso il destino di milioni di persone stando all’ombra di queste alte mura rosse irte di torri, mentre nei corridoi dei loro palazzi si ordivano complotti e altri assassini. Tuttavia, questo centro del potere è anche il centro spirituale della Russia ortodossa.

- Nascita di una città -



IL PRIMO CREMLINO – Secondo la tradizione, nel 1147 il principe di Suzdal, Juri Dolgorukij, invitò il suo omologo di Novgorod a far bisboccia sulle rive della Moscova. Il luogo dovette piacergli perché, nove anni pi tardi, fece erigere una fortezza sulla collina Borovitzkij. L’evoluzione di questo primo Cremlino circondato da fossati fu rapida: il principe Daniele vi costruì delle chiese di pietra e nel 1340 Ivan Kalita, dopo un incendio, fece edificare una nuova cittadella in legno di quercia che destò l’ammirazione dei suoi contemporanei: le mura, “spesse da due a sei metri, raggiungono i sette metri d’altezza!”. Tuttavia, nel 1365, anche questa fortezza fu distrutta dal fuoco.



LA FORTEZZA BIANCA – Il problema era aggravato dal fatto che i mongoli (tatari) dell’Orda d’Oro e i lituani minacciavano seriamente Mosca. Così, si decise di ricostruire il Cremlino in pietra bianca. La fortezza fu realizzata in pochi mesi, nel 1367, sotto il principe Dimitrij Donskoj: appena in tempo, perché l’anno seguente fu assediata. Nel corso degli anni, l’importanza di Mosca continuò a crescere, mentre la minaccia mongola scompariva e la fortezza tornasse a mostarre segni di vecchiaia.



DAL BIANCO AL ROSSO – Il gran principe Ivan III il Grande decide allora di ricostruire la cinta usando il materiale più solido, i mattoni. Gli italiani sono diventati i maestri nell’arte della fortificazione: Ivan convoca un architetto di Vincenza, Antonio Gilardi, detto Antonio Frjazin (cioè “lo Straniero”, un appellativo che designerà la maggior parte degli italiani che lavoreranno al Cremlino), il quale nel 1485 eleva la torre del Segreto sulla riva del fiume. L’anno seguente, un altro italiano, Marco Ruffo, detto naturalmente Marco Frjazin, edifica una seconda torre. Poi, a partire dal 1490, sarà il milanese Pietro Antonio Solari a dirigere i lavori, che si concluderanno nel 1495 sotto la guida di Aloisio Frjazin, con la costruzione delle mura merlate “all’italiana”: il Cremino acquisisce allora lo stile che conosciamo oggi. Nel 1508 viene aggiunto un fossato largo 32 m per completare l’insieme e vengono distrutte tutte le costruzioni delle vicinanze. È in quest’epoca che sono costruiti o ricostruiti all’interno della cinta muraria anche alcuni palazzi e le principali cattedrali che possiamo ammirare oggi.



ATTRAVERSO I SECOLI – Incendi, esplosioni, distruzioni, ricostruzioni: il Cremlino non smette mai di mutare. Sotto i primi Romanov viene costruito il sontuoso palazzo del Terem (residenza degli zar nel XVII secolo), poi quello dei Patriarchi per farvi alloggiare il capo della Chiesa ortodossa. Nel XVII secolo le torri del muro di cinta vengono completate dal tetto piramidale, si costruiscono la cattedrale dei Dodici Apostoli e il palazzo dei Divertimenti. Alla fine del XVIII secolo, per ordine di Caterina la Grande, l’architetto Bazenov allestisce il giardino imperiale, mentre Matvej Kazakov progetta il Senato. Tra il 1816 e il 1835, Osip Bove ricostruisce gli edifici danneggiati dal breve soggiorno di Napoleone. Tra il 1836 e il 1847, Konstantin Ton erige il Gran Palazzo del Cremino, nel sito dell’antica residenza degli zar, di cui resta solo il palazzo del Terem. Infine, negli anni Sesanta, sotto Chrusciov, sorge il palazzo dei Congressi.



IL CENTRO DEL POTERE TEMPORALE E SPIRITUALE – Il Cremlino era abitato dai principi e successivamente dagli zar, ma era anche il luogo di residenza del capo spirituale della Chiesa russa, dal 1325, quando il metropolita Pietro lasciò Vladimir per insediarsi a Mosca. Oltre alla famiglia imperiale, al patriarcato e ai loro numerosi domestici, nel Cremlino risiedeva anche un gran numero di favoriti e boiardi, ai quali erano state concesse delle proprietà su cui essi avevano fatto costruire i loro palazzi di legno. Fu un altro Pietro, lo zar, che fece perdere al Cremlino il suo ruolo di centro politico della Russia, insediandosi nella nuova capitale di San Pietroburgo. Si dovette attendere il 1918 e il ritorno del governo sovietico a Mosca perché il Cremlino ridivenisse il centro del potere, un ruolo che conserva ancor oggi, giacché dal 1991 vi risiede il presidente della Federazione Russa. A partire da questa data, anche le cattedrali hanno ricuperato il loro ruolo liturgico.



- Cronaca e storia -

LE SCAPPATELLE DI IVAN IL TERRIBILE – È il 16 gennaio 1547. Il gran principe Ivan ha sedici anni. È nato a Kolomenskoe il 25 agosto 1530 e ha perso il padre all’età di tre anni. Per tutta la sua infanzia, i boiardi hanno complottato nell’ombra e si sono assassinati nei corridoi del palazzo.  Se il giovane Ivan scomparisse, uno di loro potrebbe farsi eleggere gran principe… Ma Ivan decide di prenderli di sorpresa: si fa consacrare “zar di tutte le Russie” nella cattedrale dell’Assunzione. Assumendo questo titolo, derivato dalla parola “Caesar”, si dichiara erede degli imperatori di Bisanzio e in un sol colpo proclama la sua superiorità rispetto a tutti gli altri principi del Paese, dei quali cercherà di distruggere il potere. Presto la sua crudeltà prende il sopravvento: fa giustiziare ei suoi compagni con vari pretesti, si diletta nel torturare (anche personalmente) i condannati e conduce una vita di sfrenato libertinaggio, che tuttavia non gli impedisce di sposarsi otto volte (sbarazzandosi sbrigativamente delle mogli superflue). In una crisi di collera, fa strangolare il metropolita. In un’altra occasione, uccide con le sue mani il figlio prediletto: lo zarevic Ivan. Ossessionato dai complotti, fa scavare dei sotterranei per poter fuggire dalla fortezza in caso di difficoltà. Alla sua morte, nel 1584, Ivan lasciò il trono a un figlio un po’ sempliciotto, Fiodor I, che permise di governare a un favorito, Boris Godunov. Il Terribile aveva lasciato uno Stato forte, ma le lotte per la sua successione inabissarono la Russia in un lungo periodo di regolamento


L’EPISODIO DEL FALSO DIMITRIJ – Nel 1591 il giovane Dimitrij Ivanovic, terzo figlio del Terribile, fu sgozzato misteriosamente. Va da sé che Boris Godunov era tra i sospetti. Per questa ragione attese ancor più pazientemente la morte di Fiodor (1598) per farsi eleggere zar e riuscì a salire al trono senza troppi problemi. Ma nel 1604, un colpo di scena: Dimitrij è tornato! In realtà si trattava di Grigori Otrepiev, un monaco spretato e trasferitosi in Polonia, dove tutti credono all’impostore. Questi sposa Marina Mniszek, una giovane nobile polacca e convinse il re Sigismondo III ad aiutarlo a recuperare il “proprio” trono. Quando Boris Godunov muore, il falso Dimitrij entra al Cremlino alla testa delle sue truppe, fa strangolare il giovane zar Fiodor II e la vedova di Boris e arriva a farsi riconoscere da “sua” madre e a farsi proclamare a sua volta zar. Ma l’avventura dura poco: esasperati dalle estorsioni dei Polacchi, i moscoviti requisiscono il sovrano e lo mettono  ai ceppi. Al suo posto viene eletto un boiardo, Vasilij Suzskij, ma la situazione torna all’ordine solo nel 1612, quando l’assemblea dei boiardi, riunita nella cattedrale dell’Assunzione, elegge Michajl Fiodorovic Romanov.


NAPOLEONE AL CREMLINO – Quando l’imperatore francese arriva a Mosca, la città è quasi deserta, fatta eccezione per alcuni abitanti morti dopo aver saccheggiato i depositi di vodka. Napoleone si insedia al Cremlino ma, nella notte del 15 settembre, viene risvegliato di soprassalto dai rumori dell’incendio che devasta la città. Una delle torri di Cremlino prende fuoco, l’arsenale rischia di esplodere da un momento all’altro. Il conte di Ségur e il maresciallo Berthier insistono per partire con urgenza ma Napoleone fatica a rinunciare al proprio sogno. Mentre Mortier combatte l’incendio, vengono fucilati alcuni russi che hanno avuto la malasorte di trovarsi a portata di mano dei granatieri della guardia. All’alba, finalmente, il Corso si decide, ma il fuoco lo blocca da tutte le parti e deve sfuggire dalla fortezza usando un corridoio sotterraneo. L’incendio viene spento dalla pioggia il 18 settembre e il giorno seguente Napoleone torna al Cremlino. Per un momento accarezza l’idea di completare la distruzione di questa città, colpevole di esserglisi rifiutata. Lo dissuadono, ma tergiversa fino al 17 ottobre. Ci vorrà un’attacco dei cosacchi, respinto a fatica da Murat, per far sì che l’armata francese abbandoni Mosca. Essa sarà respinta sulla strada di Smolensk, senza contatti per i rifornimenti, mentre il terribili inverno russo decimerà le truppe, tormentate dai cosacchi. Dei 500 000 soldati che erano partiti, solo 30 000 torneranno in Francia…

(continua... parte II)

2 commenti:

camomilla ha detto...

Basta un'occhiata al tuo blog per avere l'impressione di aver girato il mondo. Ed è una sensazione bellissima.

tatagioiosa ha detto...

Complimenti davvero e grazie per queste meravigliose informazioni. Domani andrò a Castel Sant'Angelo e con il tuo post ho dato una rinfrescata alla memoria...Anche la musica è bellissima. Vorrei metterti fra i miei preferiti, ok? Ciao!

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