venerdì 18 marzo 2011

Charlottenburg - Il monumento degli Hohenzollern


Il castello di Charlottenburg e i suoi sontuosi appartamenti sono uno dei più bel complessi architettonici di Berlino. Con il giardino barocco alla francese, quello paesaggistico all’inglese e i riferimenti all’Antichità, il Parco è un’originale sintesi, sempre godibile, delle tendenze più diverse dell’arte europea in questo campo.


LA CORTE DELLE MUSE – L’elettore Federico II amava spostarsi di castello in castello a bordo di lussuosi battelli; proprio per questo donò alla moglie Sofia Carlotta, perché vi facesse costruire una residenza estiva, un terreno – facilmente raggiungibile via terra o via acqua – in un’ansa della Sprea, nei pressi del villaggio di Liete.

 

 Seconda moglie di Federico, Sofia Carlotta (1668 – 1705), della casata degli Hannover (suo fratello sarà Giorgio I d’Inghilterra), era una donna di carattere; la sua maestria al clavicembalo e la passione per la musica da camera, e in particolare per la musica italiana, la indussero a organizzare concerti e messinscene in una piccola sala d’opera; ma essa attirò a corte anche artisti e intellettuali tra i quali il filosofo G. W. Leibniz (1646 – 1716), che soggiornava spesso al Castello. Lo Schloss Lietzenburg, questo il suo nome, divenne la corte delle Muse della musica e della filosofia.



DA LIETZENBURG A CHARLOTTENBURG – Quando nel 1701 Federico III fu incoronato primo sovrano di Prussica, come Federico I, il Castello non era più all’altezza, e l’architetto svedese J.F. Eosander aggiunse al corpo di fabbrica centrale le due ali che racchiudono il cortile d’onore; ma soprattutto eresse la cupola che è diventata il simbolo stesso del complesso.



Alla morte di Sofia Carlotta, a soli 37 anni, il sovrano ordinò che il Castello fosse chiamato Charlottenburg in suo onore e verso occidente, a prolungamento della facciata, fu costruita un’Orangerie. Il pendant orientale dell’edificio non fu edificato: nel 1713 i lavori si interruppero bruscamente, Federico Guglielmo I aveva infatti più a cuore l’esercito dell’architettura.


Soltanto Federico II, che soggiornò a lungo a Charlottenburg commissionò la Neuer Flugel, o Ala Nuova, che ristabilì la simmetria del complesso architettonico e ospita i magnifici appartamenti rococò del sovrano. All’estremità occidentale del Castello, che nella sua forma definitiva presenta un fronte di 505 m, sorge un teatro, commissionato sempre da Federico Guglielmo II, sostenitore della drammaturgia in lingua tedesca.
Durante il regno di Federico Guglielmo II Lietzow ottenne diritti municipali e non vi fu alcun ostacolo alla fondazione della città di Charlottenburg, che si è sviluppata lungo gli assi che convergono verso il Castello.



CASTELLO DI CARLOTTENBURG – Dal cancello d’accesso, sormontato sui due lati dalle immagini di due gladiatori, si accede al cortile d’onore, su cui si affaccia il corpo centrale del Castello, dominato dalla celebre cupola (la statua della Fortuna che la sormonta è opera moderna). Notevoli, sul basamento, sia i rilievi in bronzo sia le figure, con il loro movimento tipicamente barocco, che rappresentano, a seconda delle interpretazioni, prigionieri in catene o i quattro temperamenti.



Negli Appartamenti reali si trova la sala in cui sono esposti due plastici che mostrano il complesso del Castello e dei giardini, che nel XVIII secolo furono allestiti alla francese e, all’inizio del secolo successivo, parzialmente rimaneggiati per venire incontro al gusto del giardino all’inglese.



I tre ambienti dell’Appartamento mecklemburghese (dove nel Settecento alloggiavano i membri della casata di Mecklemburg, imparentata con quella di Prussica) sono piccole stanze con soffitti decorati da arabeschi e pareti dai colori caldi, belle sovrapporte in legno scolpito, in tipico stile barocco prussiano, con temi della mitologia antica.


Nelle sale cosiddette di rappresentanza – un tempo appartamento del sovrano – che in un’ininterrotta infilata di 140 m si snodano lungo la facciata che dà sul Parco, la decorazione pittorica è andata perduta. La qualità di notevolissime porcellane cinesi e giapponesi aumenta a mano a mano che si avvicina al celebre Gabinetto delle Porcellane, dove è allestita una sontuosa collezione ricostruita dopo la guerra; i preziosi oggetti sono incassati nelle pareti, inserite nelle modanature architettoniche o esposti su mensole.



L’ARGENTERIA DEL PRINCIPE EREDITARIO – Nel 1904, in occasione del matrimonio del principe ereditario Guglielmo, figlio di Guglielmo II, con la duchessa Cecilia di Mecklemburg – Schwerin, 414 città prussiane offrirono in dono questo capolavoro dell’artigianato tedesco del XX secolo che, portato a termine solo nel 1914, non appartenne però mai alla coppia: dopo l’abdicazione degli Hohenzollern divenne proprietà del Senato di Berlino, ed è oggi in deposito presso lo Schloss Charlottenburg.



 Il servizio, per 50 persone, in origine si componeva di 2600 pezzi e si dispiegava su una tavola lunga 16 metri, ma molto è andato perduto: gran parte della biancheria da tavola e dei bicchieri (ce n’erano di cinque tipi) è scomparsa e oggi terrine e insalatiere sono esposte in un sontuoso buffet dietro la tavola. Alla realizzazione del servizio, sotto la supervisione del direttore del Museo berlinese di Arti Decorative. Le statuette sono incantevoli e le figure monumentali – elefanti sormontati da un obelisco, statue equestri, candelabri – rientrano nella lunga tradizione dei servizi di corte.



Nella piccola sala del Gabinetto della Corona sono esposti i gioielli della corona di Prussica: un elmo funebre (veniva utilizzato per la sepoltura dei maschi della casa reale) con pennacchio tricolore, la spada dell’elettore di Brandeburgo, lo scettro tempestato di diamanti (il corpo dell’acquila è costituito da un rubino, dono dello zar Pietro il Grande a Federico I) e il collare dell’Ordine dell’Acquila nera, fondato nel 1701 alla vigilia dell’incoronazione di Federico I a Konigsberg, insieme al globo imperiale del 1701 e a frammenti delle corone reali del sovrano e di Sofia Charlotta.



STANZE D’INVERNO – Nei decenni a cavallo tra il XVIII e XIX secolo le Stanze d’Inverno accoglievano, durante la stagione fredda, i successori di Federico II  - Federico Guglielmo II e Federico Guglielmo III. Questi ambienti orientati a sud presentano l’elegante rigore del classico prussiano e colpiscono per l’impetuoso splendore dei parati e dei Gobelins, dei parquet intarsiati; ma sono più originali e ricche di fascino le stufe all’antica, marcatamente “architettoniche”, con qualche decorazione in stile egizio, e la delicatezza di alcuni piccoli mobili.



PARCO DEL CASTELLO – Grazie alla mediazione di sua cugina, in Francia Sofia Carlotta ebbe modo di visitare i grandi giardini di Le Notre, che “corresse” i progetti abbozzati dal suo allievo Simeon Godeau per il parco di Charlottenburg in esso la rigida geometria del giardino barocco alla francese (o meglio olandese, in quanto privo di pendenze e di interventi architettonici come terrazze, rampe o scalinate) si combina con la più libera attrattiva del giardino all’inglese, sistemato da Lenné tra il 1819 e il 1828, epoca in cui risale l’andamento ondulato delle sponde dello Stagno delle Carpe. Passeggiando nel parco ci si imbatte in monumenti di particolare interesse.



Neuer Pavillon – Federico Guglielmo III prediligeva uno stile di vita borghese, circondato dai suoi numerosi figli, due dei quali nati proprio a Charlottenburg; Carlotta, la futura zarina Alexandra Feodorovna, e Carlo, che farà erigere il Castello di Klein Glienicke. Nel 1824 il re si unisce con matrimonio morganatico con la giovane contessa Augusta von Harrach, principessa di Liegnitz, e decide di farsi costruire una residenza estiva. L’edificio, realizzato su progetto di Schinkel – che per la forma squadrata del padiglione si ispira a una villa napoletana dove il sovrano aveva soggiornato – presenta facciate molto sobrie. L’interno, distrutto da un incendio il 23 novembre 1943, è stato fedelmente ricostruito, fatta eccezione per la mobilia, sostituita da mobili d’epoca ma di provenienza diversa; gli ambienti sono semplici ed eleganti.



BELVEDERE – Affascinate edificio dovuto a Carl G. Langhans, ricco di elementi classici, il Belvedere (1789-90) era utilizzato da Federico Guglielmo II per le sue sedute spiritiche di stampo rosacrociano. L’edificio presenta una facciata bianca e verde, le finestre dell’attico sono incorniciate da telamoni e sulla sommità del tetto alcuni angioletti dorati reggono una composizione di fiori.



MAUSOLEUM – Quando morì la regina Luisa, profondamente legata al complesso di Charlottenburg, il suo sposo, inconsolabile, decise di far erigere un mausoleo, dove fu poi deposto a sua volta e che divenne cappella funeraria degli Hohenzollern, accogliendo anche le spoglie della prima coppia imperiale tedesca: Guglielmo I e la sua sposa Augusta.



La tomba della regina Luisa, in marmo di Carrara, fu portata a termine a Roma e giunse a Charlottenburg nel maggio 1815, dopo un periplo marittimo di ben otto mesi.


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