sabato 15 gennaio 2011

Grandson – Delitto e castigo


Nel 1476 il duca di Borgogna Carlo il Temerario, per punire gli svizzeri alleati di Luigi XI, epugnò il castello, massacrando l’intera guarnigione. La strage suscitò un’enorme sete di vendetta nei confederati. Pochi giorni dopo un esercito svizzero sgominava a Grandson l’armata ducale.



QUANDO CADE UN CASTELLO – Il 19 febbraio 1476 Carlo il Temerario si presentò davanti al castello di Grandson con il suo esercito, forte di 20 000 uomini. Il 28 febbraio la guarnigione, ridotta al fame, dovette arrendersi: un assedio da manuale, seguito peraltro da un massacro inusuale, perfino durante i ferrei tempi medievali. Era, a tutti gli effetti, un atto terroristico del duca di Borgogna contro gli ostinati confederati elvetici.


VENDETTA FULMINEA – Quando si diffuse la notizia del massacro del 28 febbraio 1476, i confederati decisero di unirsi per attaccare il duca di Borgogna. In soli quattro giorni riunirono un esercito di ben 18 000 uomini che avanzarono su Grandson per affrontare i 20 000 soldati del duca. Carlo il Temerario e il suo esercito vennero disfatti e si diedero alla fuga abbandonando in totale disordine il loro accampamento, lasciandovi tutto ciò che avevano portato con se, dalle tende, alle ben più importanti casse del tesoro di stato, che facevano parte del seguito del duca.



TRE GIORNI DI SACCHEGGIO – Il saccheggio dell’enorme bagaglio borgognone richiese tre interi giorni. Il tesoro di Carlo il Temerario annoverava un milione di monete, stoviglie d’oro e d’argento, diamanti, rubini, tappeti preziosi e addirittura il sigillo segreto d’oro del duca. Entrarono inoltre nel bottino dei vincitori 600 stendardi, 400 tende, 300 preziosissime tonnellate di polvere da sparo, 400 cannoni, 800 armi da fuoco, 10 000 cavalli con relativo foraggio e una grande quantità di cibo. Ma ancora più importanti furono gli effetti politici della battaglia. Spariva dal palcoscenico della storia uno dei più brillanti stati del continente, mentre la fama delle soldatesche svizzere toccava il suo apice.



L’IMPORTANZA DELLA DIFESA – La storia di Grandson e della resa del 28 febbraio 1476 è un altro esempio di una regola quasi fissa: nel medioevo la difesa era più forte dell’offesa, e le fortificazioni cadevano per fame o tradimento, raramente per un assalto, sia pure praticato con forze ampiamente superiori a quelle dei difensori.


LA DIMORA DI UNA GRANDE FAMIGLIA – Le prime fortificazioni di Grandson furono innalzate verso la metà dell’XI secolo dalla nobile famiglia omonima, originaria del cantone di Vaud. Nel XIII secolo fu ricostruita e ampliata da Pietro I, assumendo all’incirca l’aspetto attuale. Integrazioni minori vennero apportate dai successori. Il perimetro è caratterizzato da cinque torri semitonde, senza aperture salvo qualche feritoia, unite da un cammino di ronda continuo. La sommità delle torri e delle cortine è priva di merlatura. Particolarmente interessante è la torre dei Borgognoni, a pianta mista, quadrata nei due terzi inferiori e rotonda nel terzo superiore. In passato il lago di Neuschàtel, più ricco di acque rispetto a oggi, giungeva a lambire le mura, garantendo un’ulteriore protezione ai suoi occupanti. Tra i successori di Pietro I si ricorda Ottone III, poeta e consigliere dei conti di Savoia, morto nel 1397.




IL PROTOTIPO DEL CASTELLO MEDIEVALE – Insieme al castello di Chillon, Grandson è uno dei più belli castelli medievali della Svizzera: lo si può considerare qusi un archetipo di quello che era un castello feudale. Oggi è inserito nel centro storico della cittadina, che affascina i visitatori per i suoi vicoli stretti, le eleganti facciate degli edifici, i numerosi monumenti storici.
Nella cappella è custodito un famoso dipinto di Jan Metsys, “La Vergine con la rosa”, del XVI secolo.
Nella “camera delle Torture” si trova una ricca collezione degli in strumenti “di persuasione” dell’epoca.
Un museo è dedicato alla celebre battaglia combattuta nel 1476; vi si trova una ricostruzione con 2200 soldatini di piombo.
All’interno del castello si trova anche un interessante museo di auto d’epoca, il cui pezzo più interessante è una Rolls Royce del 1927, appartenuta in origine alla celebre attrice Greta Garbo.


6 commenti:

Silvia O. ha detto...

Decisamente medievale, questo bellissimo castello! Mi piace molto leggere i tuoi post sui castelli, guardarne le foto, imparare qualcosa di più sulla storia che è passata di lì...

Francesca D. ha detto...

Ciao, hai un blog stupendo! Lo sto osservando ammirata, complimenti per la ricercatezza e l'accuratezza dei tuoi interessantissimi articoli!

Laura ha detto...

Ciao, è un post davvero interessante. Ho lasciato un commento anche sul post del blog del GdL sui libri che sto leggendo. Siamo proprio un bel gruppo.

Tizyana ha detto...

Ciao. Interessante questo tuo resoconto.

Federica ha detto...

Ciao, purtroppo sono un po' in ritardo, per motivi di lavoro! Ho un libro sull'argomento da consigliarti... sii fiduciosa, rimedierò!
Baci e buona settimana
Federica

Luigi ha detto...

viene voglia di visitarlo...grazie!

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