martedì 28 dicembre 2010

Nantes – Capoluogo della Bretagna indipendente


Nel Quattrocento il castello di Nantes fu scelto come residenza dal duca Francesco II, signore della Bretagna, ancora autonoma dal potere regio. Alla sua morte, nel 1488, il ducato passò alla figlia Anna, appena undicenne, che più tardi divenne regina sposando il sovrano francese Carlo VIII. Da quel momento la Bretagna fu annessa alla Francia e cessò di essere un territorio indipendente.



IL CASTELLO DELL’EDITTO – Anche dopo l’annessione della Bretagna al regno di Francia il castello mantenne a lungo  il suo rango di residenza reale. Nel “Grand Gouvernement”, per esempio, Enrico IV firmò nel 1598 l’editto di Nantes, che riconosceva libertà di culto alla religione riformata e metteva fine alla sanguinosa guerra civile tra protestanti e cattolici. Lo stesso sovrano era un simbolo di tale pacificazione: cresciuto come ugonotto, si convertì al cattolicesimo per poter ascendere al trono francese, cui era stato designato dal re Enrico III. Il regno visse decenni di pace finchè il suo nipote Luigi XIV, nel 1685, annulò l’editto.


FORTIFICAZIONE D’ANTICA DATA – Lo “Chateau des Ducs de Bretagne” sorge sulle fondamenta di una precedente fortificazione del XIII secolo, di cui resta tuttora la vecchia torre, in seguito adibita a carcere. La maggior parte del complesso attualmente visibile, in parte destinato a residenza della corte, in parte a presidio militare, fu, tuttavia, eretta a partire dal 1466 dal duca Francesco II, che elesse Nantes come propria capitale e decise di costruirvi una dimora fortificata adatta al nuovo rango che la città aveva raggiunto. Fu soprattutto la figlia Anna, che nel castello era nata e che lo amava sopra ogni altra dimora regale, a farlo ampliare e abbellire a più riprese. Durante il suo regno furono rialzati gli appartamenti del “Grand Logis”, il corpo principale del complesso, circondato da spesse mura esterne e protetto da un fossato. Un ponte levatoio affiancato da due torri cilindriche (dette “del Forno e del Capriolo”) dà accesso al cortile interno, il vero cuore della costruzione.



DA PALAZZO REALE A MUSEO CITTADINO – Divenuto dimora reale il castello conobbe continue trasformazioni, fino al XVII secolo quando venne trasformato in caserma e successivamente in prigione e arsenale di artiglieria nel periodo della Rivoluzione.
La città divenne proprietaria del castello nel 1915 e decise di farne una sede mussale.



UNA CITTA’ TRISTEMENTE FAMOSA – Il castello ricorda non solo momenti lieti, ma anche più di un fatto triste. Nel 1440, per esempio, fu celebrato a Nantes il processo contro uno dei criminali più noti dell’epoca: Gilles de Rais, valoroso cavaliere combattente al fianco di Giovanna d’Arco, che aveva raggiunto il rango di maresciallo di Francia ma che, si scoprì poi con raccapriccio, essere un crudele pedofilo. Fu nella torre del futuro Castello ducale, adibita a carcere, che Gilles de Rais attese la condanna a morte e la successiva esecuzione in pubblico.
Nel Sei e Settecento, invece, Nantes divenne il centro francese della tratta degli schiavi. Dal suo porto quasi 2500 navi facevano regolarmente rotta per l’Africa Occidentale, nel cosiddetto “commercio triangolale”: trasportavano in America i neri catturati e ne ritornavano cariche d’oro, cacao e cafè. Su questo commercio la città costruì il suo benessere.
Infine, nel 1793, durante la Rivoluzione francese, il deputato Jean-Baptiste Carrier ordinò proprio a Nantes l’eliminazione a sangue freddo di oltre 10 000 prigionieri lealisti (cioè sostenitori del re). L’esecuzione prevedeva una raccapricciante modalità detta “matrimonio repubblicano”: i malcapitati venivano legati in coppia e gettati nella Loira, dove morivano per annegamento. Questi atti di crudeltà furono considerati eccessivi anche dai rivoluzionari di Parigi: Carrier venne arrestato e, alla fine, decapitato.



UN INSOLITA SOLUZIONE – Le possenti rondelle del castello di Nantes hanno una curiosità quasi unica. L’apparato a sporgere, infatti, invece di correre all’altezza del cammino di ronda, come nelle cortine, è più basso. Una soluzione chiaramente adottata per consentire l’inserimento nella parte superiore di un’ampia piazzola per il maneggio delle armi da fuoco (cannoni e archibugi), ma piuttosto irrazionale. Le bocche da fuoco in alto, infatti, sono poco efficaci, cosi come le caditoie a bassa quota non sfruttano l’effetto della forza di gravità. Si tratta di una realizzazione “di transizione”, che non può ancora contare su una tradizione consolidata nell’uso delle nuove armi.



SIMBOLI DI POTERE – Nel cortile interno del palazzo spiccano eleganti facciate e la “Tour de la Couronne d’Or”, la torre della Corona d’Oro. I cammini di ronda delle mura sono in parte aperti al pubblico e consentono di ammirare un vasto panorama della città. Nel castello si ritrovano disseminati da molte parti due curiosi simboli araldici: l’istrice e l’ermelino. L’uno era l’animale araldico di Luigi XII e l’altro, accompagnato dalla lettera “A”, era quello di Anna.  


1 commento:

Laura ha detto...

Ciao, i tuoi post sono sempre molto interessanti.
Colgo l'occasione per augurarti un buon 2011.

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