domenica 5 dicembre 2010

l'invito alla lettura: La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo scritto da lui medesimo



Volume I, Capitolo VI
All’inizio dell’ultimo capitolo vi ho messo perfettamente al corrente di quando sia nato; - ma non vi ho detto, come. No; questo particolare lo riservavo a un capitolo tutto per lui; - inoltre, signore, dal momento che voi e io siamo in un certo senso perfettamente estranei, sarebbe stato sconveniente mettervi a parte di troppe circostanze che mi riguardassero tutte in una volta. – Dovete avere un po’ di pazienza. Ho intrapreso a narrare non solo la mia vita, ma anche le mie opinioni; nella speranza e nella presunzione che la conoscenza del mio carattere e di che tipo di uomo io sia, da una parte, vi permettesse di gustare meglio l’altra. Procedendo ulteriormente insieme a me, la conoscenza che nasce adesso fra noi, diventerà familiarità; e questa, a meno che uno di noi sia in torto, si trasformerà in amicizia. ------- O diem praeclarum! --------- niente allora di quanto mi riguarda sembrerà insignificante in se stesso o tedioso nella sua narrazione. Pertanto, mio caro amico e compagno, se dovessi sembrarvi un po’ avaro nella relazione della mia prima apparizione sulla scena, - abbiate pazienza, - e lasciatemi proseguire, e raccontare la mia storia a modo mio: ----- o se dovessi sembrarvi di tanto in tanto che io mi perda in frivolezze, ---------------- o che indossi talvolta un berretto da giullare con un campanellino, per qualche attimo mentre procediamo, ---- non prendete la fuga, ---- ma fatemi cortesemente credito piuttosto di un po’ più di saggezza di quanta ne appaia all’esterno; --- e mentre continuiamo a marciare, ridete con me o di me, o in breve fate quel che vi pare, -------- purché non perdiate la calma.

Volume III, Capitolo XII

Adesso non diamoci un sacco di arie fingendo che le imprecazioni delle quali siamo tanto prodighi in questa nostra terra della libertà ci appartengano; e poiché abbiamo il coraggio di pronunciarle, ------------- non ci mettiamo in mente di avere avuto anche lo spirito di inventarle.
Mi impegno in questo momento a dimostrare a chiunque, eccezion fatta per un intenditore, --------- sebbene dica chiaramente che la mia eccezione riguarda solo gli intenditori di bestemmie, --- come farei con un intenditore di pittura, eccetera, eccetera, tanto la loro genia è coperta come un feticcio di ciondoli e gingilli del criticismo, --------- e per uscir di metafora, il che fra parentesi è un peccato, --------- perché sono andato a cercarla fin sulle coste della Guinea, --------- le loro teste, signore, sono cosi piene zeppe di regoli e compassi, e hanno quella eterna propensione ad applicarli in ogni occasione, che un’opera di genio farebbe meglio ad andarsene subito al diavolo, piuttosto che starsene a farsi punzecchiare e torturare a morte da loro.
--------- E come ha recitato il soliloquio Garrick? ------ Oh, contro ogni regola, vostra signoria, --- in modo assolutamente sgrammaticato! fra il sostantivo e l’aggettivo, che dovrebbero accordarsi in numero, caso e genere, ha fatto una pausa così, --- fermandosi, come se fosse necessario decidere la questione; -------- e tra il caso nominativo, che vostra signoria sa dovrebbe determinare il verbo, si è interrotto nell’epilogo una dozzina di volte, tre secondi e tre quinti di cronometro ogni volta, vostra signoria. ---------- Ammirevole grammatico! --------- Ma quando si è interrotti cosi --------- ha interrotto del pari anche il senso? L’espressione dell’atteggiamento o del volto non ha colmato la lacuna? – Taceva anche lo sguardo? Avete osservato attentamente? --- Guardavo soltanto il cronometro, vostra signoria. ---- Eccellente osservatore!
E che mi dite di questo nuovo libro intorno al quale si fa tanto strepito? --- Oh! è completamente fuori squadra, vostra signoria, --- assolutamente irregolare! ------- Neppure uno dei quattro angoli era un angolo retto. --- Avevo in tasca il mio regolo e il mio compasso, eccetera, vostra signoria. ------- Critico eccellente!
---- Quanto al poema epico, che vostra signoria mi ha ordinato di esaminare: - dopo aver preso la lunghezza, la larghezza, l’altezza e la profondità, e averle confrontate a casa con una scala esatta di Bossu, --- è fuori, vostra signoria, in ognuna delle sue dimensioni. --------------- Ammirevole intenditore!
------E siete entrato, sulla via del ritorno, a dare un’occhiata al grandioso dipinto? -------- E’ un miserabile sgorbio! vostra signoria; neppure un solo principio della piramide in nessun gruppo! ---------- e che prezzo! --------- perché non c’è niente del colore di Tiziano, ------dell’espressione di Rubens, ---- della grazia di Raffaello, ----- della purezza del Domenichino, ---- della correggeschità del Correggio, ---- della dottrina di Pousson, ---- delle sembianze di Guido, ---- del gusto dei Carracci, ---- o del disegno grandioso di Angelo. ---------- Giusto cielo, concedimi pazienza! ------- Di tutti i gerghi che si parlano in questo mondo gergale, ------- sebbene il gergo degli ipocriti possa essere il peggiore, ---- il gergo della critica è il più tormentoso!
Farei cinquanta miglia a piedi, poiché non ho un cavallo che valga la pena di cavalcare, per baciare la mano dell’uomo il cui cuore generoso mettesse le redini della propria immaginazione nelle mani del suo autore, ----- accontentandosi di non sapere il perché, e senza preoccuparsi del percome.
O grande Apollo! se sei nato nello stato d’animo adatto a dare, ----- dammi, -------- non chiedo di più, una sola pennellata di umorismo nativo, con un’unica scintilla del tuo fuoco, ----- e manda Mercurio, se puoi farne a meno, con regoli e compassi, con i miei complimenti a ------ non importa.
A chiunque altro, dunque, mi impegno a dimostrare che tutte le bestemmie e imprecazioni, che abbiamo gabellato al mondo negli ultimi duecentocinquant’anni come originali, ----------- fatta eccezione per il pollice di San Paolo, --------  la carne di Dio e il pesce di Dio, che erano bestemmie monarchiche e, tenuto conto di chi le pronunciò, neanche tanto male; e trattandosi della bestemmia di un re, non importa molto se sia carne o pesce; -------- a parte queste, dico, non c’è una bestemmia, o quanto meno una maledizione fra loro, che non sia stata copiata e ricopiata da Ernulphus, un migliaio di volte; ma come ogni altra copia, quanto infinitamente inferiore alla forza e allo spirito dell’originale! --- Viene generalmente ritenuta una discreta imprecazione ----- e di per sé non è affatto male ---------- “D----o ti maledica” --------- Paragonatela a quella di Ernulphus ----- “Dio onnipotente il Padre ti maledica, ---- Dio il Figlio ti maledica, ----- Dio lo Spirito Santo ti maledica”, ------- e vi renderete conto che non è nulla. C’è qualcosa di orientale nella sua, alle cui altezze non possiamo assurgere: inoltre, la sua inventiva è di gran più ricca, ----- possiede in maggior misura le perfezioni di un bestemmiatore, ---- ha una conoscenza cosi completa del corpo umano, delle sue membre, nervi, legamenti, giunture, e articolazioni, ---- che quando Ernulphus maledice, --- non gliene sfugge alcuna parte. --- E’ vero, c’è qualcosa di duro nel suo stile, --- e, come in Michelangello, una mancanza di grazia, ---- ma in compenso c’è una tale grandezza di gusto!----
Mio padre, che di solito guardava tutto in una luce completamente diversa dal resto dell’umanità, ----- non avrebbe mai riconosciuto, dopotutto, che si trattava di un originale. ------- Considerava piuttosto l’anatema di Ernulphus, come una Istituzione di bestemmia , nella quale, come sospetava, in un periodo di decadenza della stessa sotto qualche pontefice più mite, Ernulphus, per ordine del papa successivo, avesse raccolto con grande diligenza e dottrina tutte le sue leggi; --------- per lo stesso motivo per cui Giustiniano in un periodo di decadenza dell’Impero, aveva ordinato al suo cancelliere Triboniano di raccogliere tutto il diritto romano o civile, in un unico codice o digesto, ----- affinché per la ruggine del tempo, ---- e per il destino di tutte le nozioni affidate alla tradizione orale, non andasse perduto per sempre per l’umanità.
Per questo motivo mio padre affermava spesso che non c’era una bestemmia, dalla grande e tremenda bestemmia di Guglielmo il Conquistatore, (Per lo splendore di Dio) fino alla più infima bestemmia di uno spazzino, (Maledetti gli occhi tuoi) che non si potesse trovare in Ernulphus. --------- In breve, aggiungeva, ---- sfido chiunque a imprecare fuori da quella.
L’ipotesi, come gran parte di quelle di mio padre, è al tempo stesso originale e geniale; ----- né ho alcuna obiezione da farle, se non quella di far cadere la mia.



 Lillabullero di zio Toby

P.S. per sentire la canzoncina bisogna spegnere mixpod

1 commento:

Rossella ha detto...

Ciao sono Rossella e ti do il mio benvenuto al Gdl con questo post. Il tuo blog è veramente molto bello e interessante. l'archeologia mi affascina enche se..non capisco molto..benvenuta buona lettura e complimneti ancora..
un abbraccio Rossella
la collina di tara

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