venerdì 21 gennaio 2011

Un venerdì del libro nel insegna di poesia



Prometeo
(Johann Wolfgang Von Goethe)


Copri il tuo cielo, Giove,
col vapor delle nubi!
E la tua forza esercita,
come il fanciullo che svetta cardi,
sulle querce e sui monti!
Che nulla puoi tu
contro la mia terra,
contro questa capanna,
che non costruisti, contro il mio focolare,
per la cui fiamma tu
mi porti invidia.

Io non conosco al mondo
nulla di più meschino di voi, o dèi.
Miseramente nutrite
d’oboli e preci
la vostra maestà
ed a stento vivreste,
se bimbi e mendichi
non fossero pieni
di stolta speranza.

Quando ero fanciullo
e mi sentivo perduto,
volgevo al sole gli occhi smarriti,
quasi vi fosse lassù
un orecchio che udisse il mio pianto,
un cuore come il mio
che avesse pietà dell’oppresso.

Chi mi aiutò
contro la tracotanza dei Titani?
Chi mi salvò da morte,
da schiavitù?

Non hai tutto compiuto tu,
sacro ardente cuore?
E giovane e buono, ingannato,
il tuo fervore di gratitudine
rivolgevi a colui
che dormiva lassù?

Io renderti onore? E perché?
Hai mai lenito i dolori
di me ch’ero afflitto?
Hai mai calmato le lacrime
di me ch’ero in angoscia?

Non mi fecero uomo
il tempo onnipotente
e l’eterno destino,
i miei e i tuoi padroni?

Credevi tu forse
Che avrei odiato la vita,
che sarei fuggito nei deserti
perché non tutti i sogni
fiorirono della mia infanzia?

Io sto qui e creo uomini
a mia immagine e somiglianza,
una stirpe simile a me,
fatta per soffrire e per piangere,
per godere e gioire
e non curarsi di te,
come me.

(Autunno 1774)


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Nel maggior numero di culture dei vari paesi esiste un certo personaggio prometèico, nello stesso tempo storico e semileggendario, dal quale niente è più come prima. In Italia questo è Dante, in Spagna Cervantes, in America Emerson. Però difficilmente un personaggio aveva cosi tanti meriti come nel caso di Goethe in Germania.
Johann Wolfgang Von Goethe è nato il 28 agosto 1749.
Nel romanzo “L’immortalità” che in un certo modo è anche il romanzo su di Goethe, Milan Kundera aveva scritto:
“Goethe è il personaggio che è stato messo precisamente nel centro della storia europea. Goethe: grande centro. Non soltanto un punto debole che pericolosamente scivola verso gli estremi, no: un forte centro che tiene tutti e due estremi nella meravigliosa atmosfera che non potrà mai più capitare in Europa. Quando era ancora giovane, Goethe studia anche l’alchimia, e poi diventerà anche uno dei primi scienziati moderni. Goethe è il più grande di tutti tedeschi, nello stesso tempo è l’antipatriota e anche europeo. Goethe è il cosmopolita anche se non si era spostato in tutta la sua vita dalla sua provincia, dal suo piccolo Weimar. Goethe è l’uomo della natura, però anche l’uomo della storia. Nell’ amore è libertino e romantico.”
Un po’ più tardi Kundera aggiungerà dicendo che Goethe “aveva vissuto in quel breve periodo storico quando il livello tecnologico già offriva una certa comodità, però anche quando l’uomo ancora riusciva a capire tutti macchinari che stava usando.” Bisogna dire anche che Goethe aveva scritto nella sua gioventù il più grande inno critica della religione “Prometeo” e poi nella vecchiaia scriverà “Il divano Est Ovest”.
Goethe era nato a Francoforte, aveva finito gli studi a Liepzig e a Strassburg. Tornando a Francoforte diventerà il personaggio centrale di un giovane circolo letterario che la storia ricorda con il nome “Sturm und Drang”. Nell’anno 1794 pubblica il suo epistolare romanzo “I dolori del giovane Werther”, la prima opera letteraria tedesca che ottiene un successo mondiale. La leggenda racconta che alla fine del XVIII sec. e al inizio del XIX sec. Werther dettava anche la moda nel vestirsi, oltre che aveva aumentato il numero di suicidi tra i giovani. In quel periodo Goethe si ritira in casa a Weimar. Oltre il viaggio in Italia, non uscirà mai più dal Weimar. Grazie a Goethe il piccolo Weimar diventa il centro culturale d’Europa (nello stesso modo il paesino Concord per un periodo è stato il centro culturale d’America, grazie a Emerson). Nell’ottobre dell’anno 1808. a Weimar si incontrano Goethe e Napoleone. Qualche anno più tardi Napoleone aveva vietato ai suoi soldati di leggere “I dolori del giovane Werther”. Quello stesso anno Goethe pubblica la sua più conosciuta opera “Faust” con le parole che in meglio comprendono la romantica adorazione della femminilità: “Das Ewiqweibliche zieht uns hinan!” (“Quell’ eterno femminino che ci attira in alto!”). La raccolta delle poesie “Il divano Est Ovest” arriverà nell’ anno 1819, e quattro anni dopo Goethe chiama Eckermann per il segretario privato. Lui pubblicherà le famose “Conversazioni con Goethe”. Goethe muore il 30. aprile 1832.
Goethe era uno degli ultimi che si possono chiamare gli spiriti del rinascimento. Oggi sembra quasi irreale il fatto che un genio letterario aveva contribuito alla fisica con la sua “Teoria dei colori” o alla medicina scoprendo e descrivendo l’osso intermascellare che oggi porta il suo nome: l’osso di Goethe. Goethe era un intellettuale (fino a quando non è stata derisa e degradata questa parola); era l’uomo che usava la sua testa (spiritualmente adulto nel vero senso “Sapere aude!” di Kant – il motto bandiera dell’illuminismo:”Abbi il coraggio di servirti del tuo proprio intelletto!”).
 La tragica storia di Germania che Cioran aveva chiamato “il naufragio senza i precedenti” ironicamente aveva raggirato alcuni fatti dalla biografia di Goethe. “Sturm und Drang” è stato metastasato in “Drang nach Osten”, sulla collina Ettersberg dove un tempo molto volentieri passeggiava Goethe è stato costruito il campo di concentramento Buchenwald. Accanto al paesino di Goethe e Schiller, Bach e Wagner, Tolstoj e Gropius, uscirà il fumo del camino del forno crematorio.
Goethe amava le ballate mistiche. Aveva scritto, tra altro, “La fidanzata di Corinto” e “Il re degli elfi” i poemi che provocano i brividi metafisici come il poema “Il corvo” di Edgar Allan Poe.
La storia della filosofia ci dice che i tedeschi hanno inventato l’idealismo moderno, la semplice storia nomina le guerre mondiali. Di tutti i popoli europei i tedeschi sono più di tutti interessati alla metafisica. La base di ogni metafisica è la morte. Nel “Libro del riso e dell’oblio” Milan Kundera parla di due tipi della morte. La prima morte è quella che non pensa al corpo, leggera e svolazzante, la morte personificata nella forma di una bella giovane donna con la quale si ubriacavano i romantici, teneramente azzurra come il cielo. Di questa morte Goethe aveva scritto la poesia:

In tutte le cime
Regna la pace,
Su tutte le cime degli alberi
averti appena un sospiro.

Gli uccellini tacciono nella foresta. 
  Aspetta pure, presto, 
 Riposi pure tu.

(Kundera dice che la traduzione precisa perde tutta la bellezza. Eccola in originale: Uber allen Gipfeln / Ist Ruh. / In allen Wipfeln / Spurest du / Kaum einen Hauch; / Die Volgen schweigen im Walde. / Warte nur,  balde / Ruhest du auch.) Il secondo tipo di morte è diretta al corpo, è pesante e grossolana, personificata con la bara e lo scheletro. Su di questa morte Paul Celan (il più grande poeta della lingua tedesca di secolo scorso) aveva scritto tante poesie. Una di queste ha il titolo “La fuga dalla morte” e in esso c’è questo verso: “La morte è un Mastro di Germania”.

5 commenti:

Unknown ha detto...

1) non avevo idea che esistesse un osso col suo nome; 2) se non lo avessi letto, non avrei neanche sospettato che l'avesse scoperto e descritto lui!!! Quante cose si imparano da queste parti!!! :P

Anonimo ha detto...

Non ho mai approfondito Goethe e mi ricordo quel poco fatto alle superiori. Ho sempre prediletto la letteratura e la storia della letteratura inglese che è ancora nel mio cuore. Ma ti ringrazio perchè fa sempre bene sapere qualcosa di più di queste menti che hanno fatto la storia della cultura europea ...

maris ha detto...

Goethe confesso di conoscerlo più di nome che di fatto....cioè non ho mai letto nulla di suo, lo ammetto! Ma dovrei colmare questa mia lacuna...
Ti ringrazio, Ziamame, per avermi dato uno spunto su qiesto autore famoso e interessante.
Sei sempre attenta e precisa nelle tue recensioni, bravissima!
Un salutone,
Maris

Silvia O. ha detto...

La descrizione che ne fa Kundera è perfetta e persino toccante.
Goethe, l'uomo delle affinità elettive, dell'eterno femminino, dei dolori dell'iper-sensibilità (sensibility?)...
Un grande venerdì del libro!

Eri ha detto...

Ho pochiessimi ricordi (dalle scuole)sulle opere di Goethe, ma mi è piaciuto moltissimo leggere questa poesia a voce alta! Grazie!!!
Buona settimana,
Erica.

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