martedì 22 marzo 2011

San Gimignano – Manhattan medievale


Nel XIV secolo, i 13 000 abitanti del borgo di San Gimignano erano protetti da una cinta muraria all’interno della quale s’innalzavano bel 72 torri: oggi ne sopravvivono poco più di una dozzina. La torre del Comune era la più alta di tutte e misurava più di 50 metri. I nobili, che facevano a gara per erigere la torre più elevata, più solida e più bella, non potevano però superarla.



LA FIERA CITTA’ DELLE TORRI CHE SFIDANO IL TEMPO – La storia di San Gimignano è molto antica: le prime notizie risalgono al III – II secolo a.C. Nel X secolo, il borgo assunse la denominazione attuale in omaggio a un vescovo modenese, che avrebbe salvato l’abitato dalle incursioni dei barbari. Libero comune fin dal 1199, fu diviso, come molte città italiane, dal conflitto tra guelfi e ghibellini. Indebolito dalla peste nella prima metà del Trecento, San Gimignano fu assoggettato ai fiorentini nel 1353, rinunciando all’autonomia.


UN VIAGGIO NELLA STORIA E NELL’ARCHITETTURA – San Gimignano ha mantenuto intatto nel tempo il suo carattere di borgo fortificato, attraversato in tutta la sua lunghezza dalla via Cassia, che costituisce la spina principale intorno alla quale si addensa l’abitato. Tra le case s’innalzano vertiginose le superstiti torri gentilizie: un luogo dove il tempo si è fermato al medioevo, non molto diverso da come lo vide nel Trecento Dante Alighieri. Ne è un esempio piazza della Cisterna, tra i punti più suggestivi del centro cittadino. Caratterizzata dal pozzo, detto appunto “cisterna”, costruito nel XIII – XIV secolo, la piazzetta è dominata dalla torre Ardinghelli e dalla Torre grossa (costruita nel 1311) ed è delimitata da antichi edifici.



UN’ANTICA ROCCA VEGLIA SUL BORGO – Oltre alle torri, che ne costituiscono la caratteristica principale, San Gimignano ebbe anche una rocca, quella di Montestaffoli, costruita dai fiorentini nel 1353, nel punto più alto della città, a controllo dell’abitato. Furono gli stessi fiorentini, in età medicea (1558), a farla smantellare.
Dai ruderi della fortificazione, che ancora oggi conserva parte delle mura e un torrione, si ammira una delle vedute più suggestive sull’abitato e sulla campagna toscana circostante.



LA SPEZIA DELLA RICCHEZZA – San Gimignano era, un tempo, tra le città più ricche della Toscana. La sua prosperità dipendeva, in buona parte, dalla coltivazione ed esportazione dello zafferano, di cui erano ricche le valli circostanti e che era fortemente richiesto per scoppi culinari e decorativi. Fu la profumata pianta a fornire il denaro profuso per l’erezione di molte case – torri della città.



ARCHITETTURA SIMBOLICA – A partire dal XII secolo si sviluppò nell’Italia centrosettentrionale, e soprattutto in Toscana, un tipo di abitazione particolare, ad accentuato sviluppo verticale: la casa – torre. Questi edifici, appannaggio delle ricche famiglie borghesi, avevano un’architettura a vani sovrapposti (generalmente da tre a cinque, ma talvolta anche di più), ed erano caratterizzati da una solida struttura in pietra o laterizio con tramezzi, orizzontalmente e scale in materiale più leggero, solitamente legno.
La torre era un simbolo del prestigio e della ricchezza della famigliari, al punto che alle famiglie sconfitte nelle eterne lotte comunali poteva venire imposta, come segno di somma umiliazione, la “cimatura”, ovvero la riduzione dell’altezza della torre, che così veniva portata al livello delle case circostanti.



TESORI DA SCOPRIRE – Una volta assoggettato dai fiorentini nel Cinquecento, San Gimignano divenne un centro marginale: poté così mantenere intatta la struttura urbanistica medievale, sottoposta oggi a vincolo monumentale e dichiarata Patrimonio dell’Umanità.
Centro monumentale è piazza del Duomo, circondata da case – torri duecentesche. Vi si affacciano la collegiata, il palazzo del Podestà, sovrastato dalla Rognosa, il palazzotto Chigi, con torre, e il palazzo del Comune, sede del Museo civico. La contigua piazza della Cisterna è delimitata da antichi edifici, tra cui il palazzo Ardinghelli, la casa Ridolfi, il palazzotto Razzi e il palazzo Tortoli – Treccani (sec. XIV).



La collegiata risale all’XI secolo, ma fu ampliata da Giuliano da Maiano nel XV secolo. All’interno sono affreschi di Benozzo Gonzzoli, Taddeo di Bartolo e Barna da Siena. Vero e proprio gioiello e la cappella di Santa Fina, raffinata costruzione rinascimentale di Giuliano e Benedetto da Maiano, decorata da Domenico Ghirlandaio (Storie di Santa Fina).



Alla collegiata sono inoltre annessi i Musei di Arte sacra ed etrusca, dove sono conservati dipinti e sculture del XIII – XV secolo, arredi e paramenti sacri e testimonianze archeologiche provenienti da scavi di antiche sedi etrusche dei dintorni.

3 commenti:

Carla ha detto...

Cittadina splendida, luogo delle mie vacanze d'agosto! Ciao Carla

Unknown ha detto...

La Toscana rimane nel mio cuore con uno affetto speciale.
San Gimignano è una delle perle incastonata nella sua terra.

Geillis ha detto...

Ci sono andata tanti anni fa, conosco benissimo la Toscana ma da quelle parti è un po' che non ci vado, sicuramente una vera perla: magari il tuo post mi convince a farci di nuovo una passeggiata, appena arriva la primavera

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