martedì 8 febbraio 2011

Beersel – Distruzione e ricostruzione


Sorto nel XII secolo a presidio di una zona particolarmente esposta, il castello di Beersel fu più volte diroccato e ricostruito. L’episodio più celebre è del 1489: la popolazione di Bruxelles si ribellò all’imperatore Massimiliano e il castello di Beersel fu distrutto. Quando l’insurrezione venne domata, i rivoltosi dovettero lavorare alla ricostruzione della fortificazione diroccata.


ALLA MERCE’ DEI SACCHEGGIATORI – Nel medioevo la zona di Beersel era considerata particolarmente insicura, esposta alle continue incursioni di predoni provenienti dalle Fiandre e dalla contea di Hainaut. Nel XII secolo venne eretto un primo castello, abbastanza primitivo ma circondato dall’acqua. A questo, Goffredo di Hellebeeke, siniscalco del Barbante, aggiunse nel Duecento una solida cortina. Nonostante le difese, nel 1357, l’edificio venne espugnato da Luigi di Màle e abbandonato alle devastazioni cui il castello fu sottoposto.



Già nello stesso secolo la costruzione fu ripristinata, con qualche modifica. E, nonostante molte traversi, presenta tuttora l’aspetto medievale assunto a quei tempi, tanto da essere spesso citata (con qualche forzatura) come l’unica fortificazione medievale tuttora perfettamente conservata in Belgio. È una poderosa struttura di mattoni rossi, difesa da tre massicce torri d’angolo semicircolari, chiuse verso l’edificio da un alto muro cuspidato a gradoni, che gli danno un aspetto inconsueto.



TERRORE E INCANTESIMI NEL CASTELLO DI BEERSEL – Nel corso dei secoli il castello passò nelle mani delle varie famiglie: fino al 1591 fu dei Witthem; poi appartenne ai duchi di Arenberg; quindi venne acquisito dai principi di Merode. Ma ciò non ne impedì il degrado, una volta cessata la sua funzione militare. Il complesso fu salvato dalla rovina grazie a un completo restauro effettuato nel Seicento. Intanto intorno all’edificio nascevano varie leggende. Risale al tardo Settecento la fantasiosa storia di un prete di nome Blanchet, che avrebbe convissuto nel cupo castello con una domestica considerata da molti come una strega: una specie di romanzo gotico ante litteram. Anche il grande Victor Hugo (1802 – 1885) fu preda di strane sensazioni durante una visita a Beersel. Fino a pochi anni fa prima l’edificio era provvisoriamente occupato da una filanda di cotone, che aveva poi cessato l’attività, è si trovava ora di nuovo abbandonato, nella più completa incuria. Hugo scrisse che quasi ogni ora cadeva qua e là una pietra, mentre di notte echeggiavano tra le mura i versi spaventosi di corvi e civette: un perfetto quadro d’epoca romantica.



UN PARTICOLARE CURIOSO – Le torri del castello di Beersel sono ruotate di 45 gradi rispetto alla tradizionale disposizione con i lati paralleli alle cortine. Si tratta di una soluzione che avrebbe dovuto, nelle intenzioni dei costruttori, permettere una miglior difesa contro gli attacchi avversari, ma che presenta più di una controindicazione, e quindi raramente usata (in Italia pressoché l’unico esempio è quello del castello di Fossano, in Piemonte). Qui è resa più funzionale dalla sagoma semicircolare delle torri, che in qualche modo rendevano tale disposizione obbligata per mantenere la simmetria dell’edificio.



LA PRIGIONIA DELL’IMPERATORE – All’inizio del Quattrocento il duca di Borgogna Filippo III il Buono (1396 – 1467) aveva portato a un notevole sviluppo economico e culturale i Paesi Bassi, che allora includevano anche il Brabante, con i grandi centri di Bruxelles e Lovanio. Queste due città erano tra le più ricche d’Europa. Tuttavia da un punto di vista politico la situazione non era altrettanto brillante. Pur avendo in pratica il dominio sui loro territori, i duchi di Borgogna erano teoricamente soggetti, nei loro vari possedimenti feudali, al re di Francia oppure all’imperatore. Sfruttando l’ambiguità della situazione il duca Carlo il Temerario (1433 1477) cercò di fondare – usando sia i mezzi della diplomazia sia quella delle armi – un autonomo regno di Borgogna: ma senza successo. Anzi, questa politica condusse lo stato quasi allo sfacelo. Dopo la sua morte, la figlia Maria fece il possibile per salvaguardare l’eredità paterna. Nella speranza di mantenere l’unità sposò l’imperatore Massimiliano I, ma quando anch’essa morì, nel 1482, la signoria del ducato passò agli Ausburgo. Ne seguirono da un lato un conflitto con la Francia, conclusosi solo con il trattato d’Arras in base al quale la Borgogna con la capitale Digione tornò alla Francia, mentre i Paesi Bassi vennero assegnati agli Ausburgo. Dall’altro un crescente fermento autonomista delle città, al punto che nel 1488 lo stesso imperatore Massimiliano venne tenuto prigioniero per oltre dieci settimane dalla popolazione di Bruges. Infine nel 189 scoppiò l’insurrezione di Bruxelles, durante la quale venne distrutto il castello di Beersel.


RESTAURO RISPETTOSO – Nel 1928 la famiglia Merode cedette il castello a una fondazione, che lo restaurò nelle forme originali, sia pure con qualche licenza. L’edificio mantenne così l’antico e suggestivo carattere di fortificazione medievale.


riproduzione in miniatura

Nonostante l’età piuttosto tarda a cui risale la costruzione oggi visibile, la struttura difensiva è ancora di tipo medievale. La difesa è affidata al tiro ficcante di arciere e bombardiere, senza nemmeno un apparato a sporgere per il tiro piombante.
Si tratta di un castello dalla doppia identità: austera fortificazione verso l’esterno, più gentile e accogliente verso il cortile, dove le alte torri assumono l’aspetto di imponenti facciate di case gotiche.
Le tre torri sono collegate da un muro coperto, su cui corrono i cammini di ronda; passeggiandovi è possibile godere di un affascinante panorama.
In una delle torri sono state rese visitabile le ‘segrete’, con relativa camera di tortura, ben fornita di strumenti di supplizio.
Presenza più allegra è il ristorante all’ingresso del parco del castello, ben noto per la buona cucina.


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