sabato 3 settembre 2011

Il Palazzo Reale di Buda


La parte meridionale di Vàrhegy è occupata dal Vàrpalota (Palazzo Reale), che delimita il lato sud di Szent Gyòrgy tér. Dopo le distruzioni della Seconda Guerra Mondiale, il Palazzo Reale è stato ricostruito. Durante i lavori di ricostruzione sono state riportate alla luce diverse parti medievali, sepolte sotto altri fabbricati, con tutto il sistema di fortificazioni; sotto le mura, le pietre tombali turche ea turbante ricordano i tempi in cui Buda era la sede del pascià turco.
Si tratta di costruzioni che ricoprono circa 600 anni di vita e storia della città, ma anche di tutta l’Ungheria. Vale la pena di ripercorrere le diverse epoche, perché, in tal modo, si potrà ricostruire la storia dei rapporti tra differenti fasi che hanno determinato l’aspetto della zona così come oggi appare.


COSTRUZIONI E RICOSTRUZIONI – La storia del Palazzo Reale ha inizio con i primi del secolo XIV sull’estremità meridionale del monte. Partendo dalla piazza Disz, accanto al parcheggio, e passando attraverso diversi cortili e l’androne del Budapest Tòrténeti Mùzeum (Museo Storico di Budapest), si giunge a una terrazza panoramica.

La pavimentazione al centro della terrazza è formata da quadrati, posti ad angolo, dai diversi colori. È quanto resta dell’allora Istvàn-torony (Torre Stefano), la cui costruzione era iniziata nel 1330 dal principe Stefano d’Angiò. Accanto alla torre si ergevano due lunghe ali del palazzo a due piani, lungo la linea del cortile, a forma di V, pressappoco sottostante l’attuale terrazza.

Dalla cappella affiora solo un moncone di muro che sorge accanto alla torre, affacciandosi sul fiume sottostante. Da qui si può ammirare un vasto panorama: il Danubio, il monte Gellért e le montagne lontane. Quando, nel 1355, le costruzioni erano a buon punto, anche la corte degli Angiò si trasferì da Visegràd a Buda.

La prima, vera grande epoca di splendore del palazzo, fu quella di re Sigismondo, sovrano d’Ungheria dal 1387 al 1437. Sigismondo si adoperò per portare il castello di Buda all’altezza del suo rango. Attorno al palazzo fece erigere doppie mura, che potessero resistere alle sempre più diffuse armi da fuoco; fece rafforzare le difese meridionali con il Rondello, tuttora visibile, costruì anche il grandioso palazo Friss, che, con la sua gotica pomposità e con le sue dimensioni, superò di gran lunga il precedente edificio di età angioina.



Dopo Sigismondo di Lussemburgo, in seguito a brevi lotte interne, salì al trono Mattia Corvino. Durante i 32 anni del suo regno l’Ungheria visse il periodo di maggior splendore, mentre il Rinascimento toccava le sue vette. Alla corte di Mattia vissero e operarono ingegni, pensatori e artisti, che lasciarono la loro impronta. Eccelsi maestri seppero trasformare il palazzo di re Mattia in una meraviglia di fama europea. La sua biblioteca, con 2500 volumi, era una delle più grandi del mondo; i fasti della sua corte competevano con quelli delle celebri corti rinascimentali italiane, dei Montefeltro di Urbino e degli Sforza di Milano.


Mattia Corvino fece rifare l’interno del palazzo dapprima in stile gotico, poi rinascimentale; infine diede l’avvio alla costruzione di una grande ala rinascimentale nella parte nord-est. Purtroppo, di quello splendido palazzo non è rimasto che il ricordo, incarnato dai frammenti marmorei di una sala nella quale si trovano gli sparuti resti di portali, finestre, un camino, fontane e soffitti, che rimandano al più bel Quattrocento fiorentino. Ma, oggi, ci vuole molta fantasia per immaginare le dimensioni e il fasto del palazzo con le sue pareti, i soffitti, i pavimenti riccamente decorati.


Al posto delle rovine del palazzo, distrutto sotto l’occupazione turca e poi gravemente danneggiato dall’assedio del 1686, in un primo tempo ne sorse un altro più piccolo tra il 1715 e il 1723; poi in base ai progetti di Jean-Nicolas Jadot e quelli successivi di Franz Anton Hillebrandt e di Ignàc Oracsek, venne approntato il palazzo che dal 1770 fu destinato a ospitare Maria Teresa durante i suoi soggiorni budapestini. Nella sala delle cerimonie del palazzo, Joseph Haydn diresse, il 3 marzo 1800, l’oratorio La creazione. Nel 1849, allorché fu occupato dalle truppe dell’esercito indipendentista ungherese, un’ala del palazzo e la sua parte centrale furono distrutte dalle fiamme. Subito dopo venne restaurato in stile neobarocco, con grandiosi ampliamenti opera di Miklòs Ybl e, in seguito, di Alajos Huszmann.



Durante la Seconda Guerra Mondiale, il palazzo fu nuovamente distrutto dalle fiamme e il tetto crollò. La ricostruzione è avvenuta utilizzando i muri rimasti e formando una serie di sale secondo criteri moderni. Le parti medievali portate alla luce sono state ricostruite (una parte di queste sono nel Museo della Fortezza) e sono stati continuati gli scavi, durante i quali sono stati disseppelliti nuovi strati e sono venute alla luce alcune sculture, presumibilmente dell’epoca angioina, e resti degli edifici




UNA TRISTE STORIA D’AMORE – Chi era Ilona, la bella raffigurata insieme a re Mattia nella fontana a lui dedicata? Occorre sapere che un’abitudine del re era andarsene in giro per il Paese in abiti non regali. Una volta, dopo una battuta di caccia, si fermò a rifocillarsi presso un veterano. Qui conobbe, appunto, la bella Ilona, figlia del veterano. I due si innamorono a prima vista. Mattia, senza rivelare la sua identità, le chiese di poterla incontrare a Budapest. La ragazza, dopo un po’ di tempo, vi andò e riconobbe il re mentre veniva acclamato dalla folla. Ilona non credete ai suoi occhi; al contempo si convinse che il suo amore non aveva speranza. Così se ne tornò a casa, dove, dopo qualche tempo, morì di dolore. Quando il re andò a cercarla, la casa era ormai vuota. Fu così che, al suo posto, sposò Beatrice d’Aragona.

IL SISTEMA DI FORTIFICAZIONI – Se dal terrazzo panoramico del Palazzo ci si guarda attorno, è ancora possibile vedere il sistema di fortificazioni del periodo di Sigismondo. Il Rondello, con le sue numerose chiusure, stava a difesa del passo carrabile a sud. In cima al Rondello si trova il cammino di ronda, oggi ricostruito. Il muro esterno con le feritoie stava a difesa dei soldati che durante gli attacchi erano protetti da una ringhiera di legno.



Il castello, dalla parte di Danubio, era ancora più protetto: non solo vi arrivava il doppio ordine di mura che correva per tutto lo sperone del monte, ma vi erano anche due enorme cortine culminanti in due grossi bastioni-scoglio, che isolavano le pendici del colle fino al fiume. Uno di questi bastioni aveva una struttura interessante: nel 1416, l’ingegnere idraulico Hartman Steinpeck, di Norimberga, vi costruì una pompa idraulica, azionata da alcuni cavalli, che aveva lo scopo di spingere fin nel palazzo l’acqua del fiume filtrata, allora potabile.  

3 commenti:

tatagioiosa ha detto...

Accidenti, cara ziamame, sei tornata alla grande! Hai scritto tanto tanto ed è un piacere leggerti di nuovo, ciao!

Laura ha detto...

E'sempre un piacere farti visita!

Unknown ha detto...

ma sei tornataaaaaaaaaaaaa!!! Che bello!!! Guarda che coincidenza: sto progettando un viaggio a Budapest e tu mi parli del castello di Buda!!! Nn conoscevo la tristissima storia d'amore di Ilona e del Re Mattia: ma dai, quasi come Giulietta e Romeo...

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