A sud della Loira, al limitare della foresta di Russy, il castello dell’aspetto rinascimentale, circondato da un parco tranquillo, domina la valle del Beuvron. Questo antico casino di caccia di Francesco I suscita molto di più di una semplice curiosità. Il castello e la sua “galleria degli illustri” regalano un sorprendente esempio di arte e fantasia e un’occasione per ripassare la storia d’Europa.
Il castello di Beauregard, tra Blois e Cheverny, si trova sul limitare della foresta di Russy. Originariamente, nel 1495, aveva qui una dimora Jean Doulcet, decano Camera degli oboli di Carlo d’Orléans. Renato, bastardo di Savoia, zio di Francesco I, ricevete in dono questa tenuta nel 1529 dal suo reale nipote. Nel 1545 il poeta Jean du Thier, protettore di Ronsard e di du Bellay, segretario di re Enrico II, acquistò il casino di caccia per duemila scudi d’oro e lo trasformò in castello. Nel 1617 la proprietà fu acquistata da Paul Ardier, tesoriere sotto tre re (Enrico III, Enrico IV, Luigi XIII). In seguito si succedettero la famiglia di Fieubert, il marchese di Gaucourt, nel 1816, il visconte di Préval, la contessa de Ste-Aldegonde, nel 1850, il conte di Cholet, Luis Thillier, poi nel 1907 i de Gosselin, nonni degli atuali proprietari, i du Cheyron du Pavillion.
Il castello ospitò personaggi illustri. Francesco I soggiornò nel casino di caccia nel 1626; Richelieu preferì alloggiare qui anziché a Blois, giudicata poco sicura per timore di una cospirazione. Vi venne a più riprese la marchesa di Montpensier.
Nel corso dei secoli il castello ha subito importanti trasformazioni. La dimora originaria fu ampliata a partire dal 1545 dal segretario di Stato di Enrico II, Jean du Thier, con il padiglione di caccia, due corpi di fabbrica paralleli collegati da due gallerie sovrapposte affiancate da due padiglioni. Nel 1617 il vecchio edificio venne abbattuto. Ardier fece costruire due lunghe ali simmetriche più basse e iniziò la costruzione della Galleria dei Ritratti. Nell’Ottocento il marchese di Gaucourt fece demolire l’ala nord, la cappella e gli affreschi di Nicolò dell’Abate. Venne traciato un parco all’inglese. La contessa di Ste-Aldegonde fece raddoppiare la galleria ovest e aggiungere un oratorio neogotico, oggi scomparso. Nel 1850 l’architetto Jules de la Morandière restaurò il castello e riportò l’ala sud alle dimensioni che aveva nel XVI secolo. A partire dal 1912 Thilier efettuò un nuovo restauro, sopraelevando le coperture e unificando le facciate est e ovest in stile rinascimentale. Per le sue dimensioni contenute, il castello di Beauregard conserva tuttora il fascino delle dimore in stile cinquecentesco. Gli attuali proprietari hanno restituito alle dépendance lo spirito secentesco.
Dopo l’anticamera (dove è esposta una manibola di balena) e l’antica cucina al piano terra, la scala conduce alla galleria sud (bel mobilio del XVI e XVII secolo) che termina nel Gabinetto dei Sondagli.
Il Gabinetto dei Sonagli, fu allestita verso la metà del XVI secolo per Jean du Their, segretario di Stato di Enrico II, a quel tempo il signore di Beauregard, ed è interamente coperto da rivestimenti scolpiti e decorati in oro da Francisque Scibec de Carpi. Lo stemma di questo illustre personaggio, tre sonagli d’oro su sfondo azzurro, orna il soffitto a cassettoni. I sonagli si ripetono come motivo decorativo anche sui rivestimenti di quercia delle pareti che celano gli armadi in cui sono custoditi gli archivi del castello.
All’interno di particolare interesse è la Galleria dei Ritratti che, oltre a un’antica pavimentazione in ceramica di Delft (raffigurante un esercito di fanti e cavalieri in parata), ha conservato, nelle boiseries e nel soffitto, pitture di Pierre Mosnier. La galleria ospita 363 ritratti, dai primi Valois fino a Luigi XIII (re, regine, cortigiani, ministri, personaggi celebri). Sono inoltre indicate le date di ciascuno regno ed il motto collocato nello stemma di ogni re.
Il soffitto, del 1624, è dipinto con polvere di lapislazzuli e si pensa che nel XVII secolo questa materia costava ben più dell’oro, la superficie decorata è da capogiro!
Giardino dei ritratti – immaginato dal paesaggista contemporaneo Gilles Clément, questo giardino all’inglese, nel mezzo di un parco di 70 ettari è un’evocazione … vegetale della Galleria dei Ritratti. Le piante sono disposte in modo tale da riprodurre gli stessi colori dei dipinti.
2 commenti:
Ciao, bentornata! Ovviamente il tuo post è bellissimo e mi vien voglia di visitare subito questo castello.
Quest'anno io sono finalmente riuscita ad andare a Castel Thun e Castel Stenico (in Trentino)... sono molto interessanti e da visitare assolutamente.
A presto Federica
Carissima, sei tornata finalmente!!
Cominciavo a preuccuparmi.
Con tutti i castelli che ho visitato
questo mi manca, dalle foto dev'essere bellissimo.
Un abbraccio
Susy x
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