martedì 14 dicembre 2010

Torre di Londra - Il simbolo dei vincitori


CASTELLO REALE E PRIGIONE DI STATO – Dopo la battaglia di Hastings nel 1078, che consegnò a Gulielmo il Conquistatore l’Inghilterra, dovunque i vincitori normanni arrivassero erigevano un alto torrione di pietra, un KEEP, a controllo di eventuali rivolte dei vinti sassoni. Anche a Londra ne fu costruito uno, particolarmente ampio e solido, perché doveva servire al re in persona. La Torre, come viene chiamata, fu residenza reale fino al Seicento, prigione di Stato, luogo di esecuzione, osservatorio astronomico, zecca reale, serraglio. Vi sono custoditi tuttora i gioielli della Corona.


LA LEGGENDA DEI CORVI – Fin dagli inizi la Torre di Londra fu sede di una nutrita popolazione di corvi. Stanco di questa sgradevole presenza, il re Carlo II (1630 – 1685) decise un giorno di fargli abbattere. I suoi consiglieri, però, gli ricordarono un’antica profezia, secondo la quale Torre e monarchia sarebbero caduti se un giorno i corvi avessero abbandonato l’edificio. Carlo diede allora ordine di spezzare le ali ai corvi, per impedire che volassero via. E, sia pure a caro prezzo, i corvi rimasero. Oggi questi “storici” animali sono fra i più curati della loro specie: addirittura esiste un inserviente della casa reale che si occupa della loro alimentazione con carne e uova.


PIETRE DALL’ESTERNO - Per molto tempo Normanni e Sassoni vissero da separati in casa: divisi dalla lingua (i conquistatori normanni parlavano francese), dalle abitudini, dal rango e persino dai materiali con cui costruivano le loro dimore. Per le loro cattedrali e i loro castelli infatti i conquistatori importavano la pietra dalla Francia, in particolare da Caen, dove si aprivano grandi cave di bianca pietra calcarea. E’ per questo che la Torre di Londra, costruita con la chiara pietra normanna, prese il nome di White Tower, la Torre Bianca (anche se i signori normanni usavano solo la dizione francese, Tour Blanche).



LA TORRE BIANCA – Il corpo principale della Torre è la White Tower del 1097, alta 27 metri. Dentro le sue mura spesse 5 metri è racchiusa CHAPEL OF SAINT JOHN THE EVANGELIST, cappella normanna dedicate all’evangelista, la chiesa più antica di Londra. Si tratta di un tempietto assai spoglio, la cui estrema severità è per la verità più frutto della iconofobia protestante che dei suoi costruttori: dopo che, a partire dal 1534, prese corpo la scissione con il papato romano e venne fondata la Chiesa anglicana, in segno di rottura la tradizione cattolica vennero eliminate dalle pareti tutte le immagini sacre, considerate poco meno che blasfeme.


I GIOIELLI DELLA CORONA BRITANNICA – Nella Torre, nella ben protetta stanza dei Gioielli, la Jewel House, si possono ammirare i gioielli della corona e le insegne dell’impero britannico. Nel Seicento, durante il breve periodo della repubblica inglese, il capo del governo Oliver Cronwell ordinò la fusione di molti antichi preziosi. Per questo nel 1661, per incoronazione di Carlo II, si dovette realizzare una nuova corona di oro puro.
Alcuni sacerdoti erano riusciti a nascondere l’anello del re anglosassone Edoardo il Confessore (1003 – 1066), che due secoli più tardi, nel 1837, fu incastonato nella Imperial State Crown usata per incoronazione della regina Vittoria.

IL VENERABILE ORDINE DEL BAGNO - All’interno della Torre, la cappella di San Giovanni, la più antica chiesa londinese, è il luogo dove si consacrano i cavalieri del Bagno (Knights of Bain, K. B. in sigla, ancora oggi il più ambito e il più esclusivo dei cavalierati britannici). I candidati, dopo aver fatto un bagno nell’antica stanza delle Spade (Sword Room, che conserva splendide armi ed eccellenti armature) e dopo aver vegliato in armi un’intera notte vicino alla loro tinozza, venivano alla mattina unti dal re e proclamati ad alta voce cavalieri del Molto Venerabile Ordine del Bagno. Si impegnavano, da quel momento, a difendere con tutte le proprie forze la nazione e il sovrano.


CERIMONIA SERALE – Ogni sera si tiene nella Torre la cosiddetta Cerimonia delle Chiavi.
Alle 21.53, il capoguardia, con una lanterna e le chiavi, intrattiene questo dialogo con la sentinella:
“Halt! Who comes there?”
(Alt! Chi va là?)
“The keys!”
(Le chiavi!)
“Whose keys?”
(Le chiavi di chi?)
“Queen Elisabeth’s keys!”
(Le chiavi della regina Elisabetta!)
“Pass Queen Elisabeth’s keys, all is well!”
(Dammi le chiavi della regina Elisabetta, tutto è a posto!)


RICORDI INTRISI DI LACRIME E SANGUE – Una visita della Torre è anche un lungo percorso nelle tragedie della storia inglese. La funzione, da sempre assolta dalla fortificazione, di carcere di Stato, ha lasciato in quasi ogni suo angolo tristi ricordi di dolore e lacrime, anche se oggi trasfigurati e “levigati” dalla trasformazione in aneddoti per i turisti curiosi.
Centinaia furono gli illustri prigionieri della Torre. Qui venne giustiziato il 6 luglio 1535 Tommaso Moro, ex lord cancelliere, che nella sua “Utopia” aveva prefigurato una società ideale. Umanista e filosofo, ma anche uomo politico, Moro si era rifiutato di riconoscere re Enrico VIII come capo della Chiesa anglicana al posto del papa.


Nella “Queen’s House”, la casa della Regina, piccola costruzione Tudor all’interno del castello, furono alloggiati Elisabetta I, William Penn, il quacchero che avrebbe fondato il America la Pennsylvania, e, ultimo tra i prigionieri della Torre, il gerarca nazista Rudolph Hess, luogotenente di Hitler.



Anna Bolena trovò la morte mediante decapitazione con una spada affilata sul prato della Torre (Scaffold Site). Sullo stesso luogo la contessa di Salisbury, anch’essa condannata a morte, improvvisò una sarabanda intorno al palco, dibattendosi, urlando a piena voce, sfuggendo ai carcerieri, girando velocemente intorno al ceppo del boia fino a che non fu tenuta a viva forza in posizione per l’esecuzione.



Nella torre Devereux fu invece imprigionato nel 1601 il duca di Essex, Robert Devereux, in attesa della decapitazione. Secondo un’altra leggenda (la torre è un inesauribile serbatoio di storiche dicerie) nel 1478 vi trovò la morte, annegando in una botte di vino il duca Giorgio di Clarence.
Temutissima era la “cela del non riposo”, ancora visibile:  i prigionieri non avevano spazio né per distendersi, né per star seduti, né per rizzarsi completamente in piedi.
Riccardo III incarcerò i due figli di Edoardo IV per usurpare il trono; poi ordinò che i due ragazzi venissero assassinati nella “Torre del Sangue”.

3 commenti:

Eri ha detto...

E anche quì ci sono stata ;o) ... spero che questo non mi renda antipatica ;o)
Bellissimo il tuo post, ricco di aneddoti curiosi e preziosi, sicuramente da inserire in un guida di viaggio interessante! Grazie!

Sciarada ha detto...

Buongiorno Ziamame, l'insieme di edifici che compongono la torre di Londra sono tutti molto belli e straordinari i tesori che vi sono custoditi, ma trovo assurdo che per una leggenda dei poveri corvi vengano privati della libertà e delle loro ali, anche se sono curati e tenuti benissimo!
Un abbraccio!

Unknown ha detto...

belle le foto e ottimo il commento a corredo! Londra ancora mi manca, mannaggia! :(

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