giovedì 7 aprile 2011

Taj Mahal – L’incarnazione di ogni purezza


Definito il più straordinario monumento mai costruito per amore, questo sublime mausoleo di epoca moghul è l’emblema stesso dell’India. In molti hanno cercato di cogliere la bellezza con le parole – “una lacrima sul volto dell’eternità” secondo il poeta indiano Rabindranath Tagore, “l’incarnazione di ogni purezza” secondo lo scrittore britannico, indiano di nascita, Rudyard Kipling.



Solitamente tranquillo e straordinariamente magico al sorgere del sole, ed anche bellissimo da visitare al tramonto, nonostante la sua iridescente brillantezza possa risultare offuscata dalle lunghe ombre di sera.
L’immagine più bella di tutte è il riflesso dell’edificio incastonato di gemme sul corso d’acqua che attraversa i giardini.


Un’altra foto molto ambita è quella “alla principessa Diana”, in cui i turisti si siedono sulla famosa panchina dove lei fu ritratta da sola nel 1992.



Il Taj fu fatto costruire dall’imperatore Shah Jahan in memoria della seconda moglie, Arjumand Banu Begum, detta anche Mumtaz Mahal (che in persiano significa “la luce del palazzo”), che morì dando alla luce il loro quattordicesimo figlio nel 1631, all’età di 39 anni.



L’intero complesso è infatti una tomba, un vero e proprio monumento costruito per amore. Shah Jahan era così innamorato della sua consorte che, secondo una leggenda, in breve tempo la barba e i capelli gli divennero bianchi per il dolore.


La costruzione prese il via quello stesso anno ma fu portata a termine solo nel 1653.
Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1983, il complesso è realizzato in mattoni ricoperti di pregiatissimo marmo bianco, che sarebbe stato portato da una cava situata a 200 chilometri di distanza.



Proprio grazie a questo marmo e alle pietre preziose incastonate, l’edificio cambia colore a seconda di come viene colpito dalla luce del sole o della luna, passando dal bianco a tonalità rosate o dorate. Ci vollero 22 anni per terminare il monumento, più di 20.000 artigiani, alcuni dei quali provenienti anche dall’Europa e da tutta l’Asia, e oltre 1000 elefanti vennero impiegati per il trasporto dei materiali. In tutto le pietre preziose incastonate nel marmo bianco sono di circa 30 tipi diversi.



Sono moltissime leggende che circolano intorno a quest’opera. Alcuni raccontano che Shah Jahan, non appena terminato il Taj, abbia fatto impietosamente tagliare la mano al capomastro per impedirgli di realizzarne un altro; altri, che l’imperatore volesse farsi costruire un mausoleo suo in marmo nero sulla sponda opposta del fiume; ma, dato che negli ultimi anni di vita fu rinchiuso in prigione dal suo stesso figlio, questo desiderio non ebbe modo di realizzarsi.



L’ATMOSFERA DEL TAJ – Oltre alle preoccupazioni per la sicurezza del Taj, che hanno fatto sospendere per vent’anni le visite al chiar di luna, c’è un nuovo e più pressante pericolo che incombe sui monumenti di Agra: l’inquinamento atmosferico provocato da una combinazione dei fumi prodotti dall’industria e dal traffico ha un potere corrosivo pari a un barile di acido, quindi stanno crescendo i timori per il delicato rivestimento di marmo del Taj.



Per cercare di combatterlo, oggi intorno ad alcune parti del Taj Mahal è stata istituita una zona di 500 metri chiusa al traffico, che impedisce ai veicoli a motore di avvicinarsi ulteriormente.



Si può entrare nel Taj da tre ingressi, ovest, sud ed est, che conducono tutti in un cortile interno chiamato Chowk-i Jilo Khana. Da lì si accede al complesso interno attraverso un portale di 30 metri in arenaria rossa, posto lungo il lato meridionale del cortile esterno, su cui sono incisi i versetti del Corano.



I giardini ornamentali sono realizzati secondo le linee del classico charbagh (giardino formale persiano) di epoca moghul: un quadrato suddiviso in quattro parti da corsi d’acqua, con una cisterna ornamentale in marmo che rappresenta la celestiale abbondanza del Corano, collocata al centro.



A ovest c’è un piccolo museo che ospita i progetti originali del Taj, dipinti in miniatura e, assolutamente strabilianti, alcuni piatti dipinti di celadon, che si dice cadono in pezzi o cambiano colore se il cibo che contengono è avvelenato.



Il mausoleo vero e proprio si erge su un basamento di marmo all’estremità settentrionale dei giardini ornamentali. Ciascun angolo del basamento è adornato da bianchi minareti decorativi, che pare siano stati progettati con una lieve pendenza verso l’esterno cosicché in caso di un terremoto non rovinerebbero sul Taj. La moschea di arenaria rossa che si trova a ovest della struttura principale è un importante luogo di aggregazione per i musulmani di Agra. L’identico edificio che sorge a est, il jawab, fu costruito per rispettare la simmetria e probabilmente era usato come sistemazione per i viaggiatori.



Il mausoleo è fatto di marmo bianco quasi traslucido, inciso a motivi floreali e incastonato di migliaia di pietre semipreziose. L’intera struttura è sovrastata da quattro cupole che circondano la grande cupola centrale a forma di bulbo e sormontata da una guglia in ottone di 17 metri. Si entra dal lato sud, dove si trova il Cenotafio di Mumtaz Mahal, un elaborato monumento sepolcrale circondato da una squisita parete di marmo traforato. Accanto sorge il Cenotafio di Shah Jahan, dove nel 1666, senza tante cerimonie, Shah Jahan fu collocato dal figlio usurpatore Aurangzeb. Le vere tombe di Mumtaz Mahal e Shah Jahan si trovano esattamente al di sotto, in una stanza semiterrata che è chiusa per le visite.



UN CAPOLAVORO D’ARTE – Ciò che maggiormente caratterizza questo monumento è la ricerca continua della simmetria. Il corpo centrale dell’edificio è a pianta quadrata e i quattro minareti situati agli angoli sono all’altezza minore rispetto alla cupola del mausoleo, che in questo modo risulta ancora più imponente. Grazie a numerosi giochi ottici, le proporzioni dei fregi scolpiti sul portale sono uguali indipendentemente dalla distanza da cui li si osserva così come, guardando la costruzione dal cancello esterno, questa sembra piccolissima. Ironia della sorte fu proprio l’imperatore Shah Jahan a turbare la simmetria di tutto il complesso, infatti la sua tomba venne posta a fianco di quella dell’amata imperatrice anche se, ciò non era previsto.



Nel periodo coloniale, il governatore inglese Lord William Bentick avrebbe studiato un piano per demolire il complesso e spedire in Inghilterra i marmi e le pietre preziose per poi venderle all’asta. In realtà non ci sono prove certe al riguardo, più probabilmente si trattò solo di false voci messe in giro per screditare l’immagine della corona inglese.


Dopo aver attraversato pressoché indenne secoli e guerre, ora il complesso è minacciato dall’inquinamento, principale causa dell’ingiallimento dei marmi.

Per approfondire: Mondo Segreto
                           Wikipedia
                           Taj Mahal (sito ufficiale)

Visita virtuale (raccomandatissima - davvero molto bella!)

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