I francesi, entrati nel Palatino come alleati, si comportavano come i peggiori degli invasori: diedero il via a un sistematico programma di distruzione. Il castello di Heidelberg, messo a ferro e fuoco nel 1689 e nel 1693, ispirò con le sue rovine, all’inizio dell’Ottocento, pittori e poeti del Romanticismo.
DA FORTIFICAZIONE GOTICA A CASTELLO RINASCIMENTALE – La parte più antica del castello è il cosiddetto palazzo di Roberto, il “Ruperechtsbau”, fatto innalzare a partire dal Quattrocento nell’antica area fortificata dal principe elettore palatino e re tedesco Roberto I. all’inizio del Cinquecento vennero potenziate le strutture difensive, e si avviarono gli ampliamenti e le nuove costruzioni volute dai principi elettori: i palazzi di Ottone Enrico – lo “Ottheinrichsbau” – e di Federico IV – il “Fiedrichsbau” – diedero al complesso le definitive forme rinascimentali.
RASA AL SUOLO – All’epoca del principe elettore Federico V risale il Palazzo inglese (“Englischer Bau”). In quel periodo venne sistemato anche lo splendido giardino terrazzato all’italiana (“Hortus Palatinus”), da molti considerato un vero capolavoro del genere. Nel 1618 i nobili boemi di fede protestante, ribellatisi agli Asburgo, scelsero come proprio re Federico V, che assieme al suo castello divenne un obiettivo degli attacchi imperiali nella guerra dei Trent’Anni. Quattro anni dopo, infatti, Heidelberg fu occupata e rasa a suolo, e i giardini del castello completamente devastati. Tre quatri della popolazione perse la vita: l’intero territorio fu sconvolto come se fosse passato il terremoto.
Un secolo più tardi il castello divenne un simbolo del movimento romantico. Il poeta Joseph von Eichendorff nel 1807 espresse la sua ammirazione per quele rovine, “certamente le più grandi e belle della Germania”. Attorno al pittore Carl Rottmann nacque una scuola figurativa che ha lasciato immagini trasognate del castello e del paesaggio circostante.
NASCITA E RINASCITA
- 1400: nell’antica fortificazione viene eretto il palazzo di Roberto
- 1530: costruzione del palazzo delle Donne (Frauenzimmerbau)
- 1531 – 41: sorge la torre del Portale (Torturm), unico edificio scampato alle distruzioni
- 1533: costruzione del torrione principale (Dicker Turm)
- 1546: sistemazione della sala degli Specchi
- 1556 – 66: viene innalzato il palazzo di Ottone Enrico
- 1582 – 92: costruzione di un apposito edificio per ospitare la “Grande Botte”
- 1601 – 07: l’architetto J. Schoch realizza il palazzo di Federico
- 1614 – 19: sistemazione del giardino a terrazze (Hortus Palatinus), a cura di Salomon de Caus
- 1615: sorge lo “Stùckgarten”, giardino dei cannoni.
LA “ROCCA FATALE” – Le rovine di Heidelberg ispirano decine di artisti in epoca romantica; ciò grazie anche alla passione patriottica, che faceva della costruzione diroccata la metafora della nazione tedesca divisa e decaduta.
Il palazzo di Ottone Enrico, Ottheinrichsbau, eretto dal 1556 per volere del principe elettore che poi gli diede il nome, è il più importante edificio del primo Rinascimento tedesco.
Sulla facciata del Freidrichsbau, il palazzo di Federico (1607) sono riprodotti tutti i principi palatini che hanno governato Heidelberg (originali all’interno).
Tra i palazzi di Ottone Enrico e di Federico si stende il “Glasserner Saalbau”, il palazzo della sala degli Specchi (1546), un vasto salone delle feste ornato da specchi e grande vetrate.
Un’altra torre del castello ospita il Deutsches Apotheken-Museum, Museo della Farmacia, con arredi originali del Seicento e con la cosiddetta cucina della Strega.
Il poeta Friedrich Holderlin (1770 – 1843), alla vista delle rovine, non seppe trattenere l’emozione:
“Maestosa nella valle, gigantesca,
sprofondava la rocca fatale
lacerata dalle tempeste.
Ma su quel titano senescente
Il sole eterno versava la luce
Che dà giovinezza”.
Vi invito di leggere un bellissimo racconto dove si parla di Heidelberg, del Palatinato, e dove si racconta della storia d’amore di Elisabetta e Federico V, della morte di un principe, di un regno simile al paradiso e della crudeltà dei fanatici religiosi: gabriele laporta
4 commenti:
quando sento di monumenti rasi al suolo dalla follia umana o dall'incuria, mi viene lo sconforto...molto bello questo approfondimento, brava brava!
hi, new to the site, thanks.
Grazie Mille per averci messo cuore e passione ed aver costruito questo sito di info e curiosità... Grazie, Grazie, Grazie... <3 <3 <3
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