giovedì 30 dicembre 2010

Mark Twain - Lettere dalla Terra



"Un esilarante Mark Twain nella sua migliore edizione ci trascina dinanzi allo specchio dei nostri più radicati pregiudizi.

NOTA INTRODUTTIVA:
L'arcangelo Satana ne ha combinata un'altra delle sue e il Creatore lo punisce con un giorno d'esilio, un Giorno Celeste, che egli decide di scontare sulla Terra appena creata. L'esperienza è così stupefacente che Satana deve dar fondo alle sue pur notevoli risorse intellettuali per suonare credibile ai suoi compagni arcangeli, nelle esilaranti Lettere dalla Terra."

Lettere dalla Terra, originariamente scritto nel 1909, fu pubblicato in America solo nel 1962, per volontà della figlia, anche se lo scrittore aveva disposto la sua diffusione solo a partire dal 2006, proprio perché temeva che, durante la sua epoca, un libro simile avrebbe messo a dura prova la propria vita e quella dei suoi eredi.

Si tratta di un libricino molto satirico, leggero, frizzante, ma nello stesso momento anche molto profondo e pungente, che colpisce già dalla prima pagina, e dopo la lettura lascia le sue traccie; almenno è quello che è capitato a me.
In breve: un libro da non perdere, una esperienza straordinaria... 


* * * * * * * * * * * * * * * * * * * *



Il Creatore sedeva sul trono, pensando. Dietro di lui si estendeva l'illimitato Continente del Cielo, immerso in una gloria di luce e colore; davanti a lui saliva la nera notte dello Spazio, come un muro.
Il suo corpo possente torreggiava frastagliato come una montagna nello zenith, e la Sua testa divina vi sfolgorava come un sole lontano.
Ai suoi piedi ristavano tre figure colossali, diminuite all'estinzione, quasi, nel confronto - arcangeli - le teste al livello della Sua caviglia.
Quando il Creatore ebbe finito di pensare, disse: "ho pensato. Guardate!"
Levò la Sua mano e da essa esplose un getto di fuoco, un milione di soli stupendi, che spaccarono le tenebre e salirono, sempre più lontano, diminuendo in magnitudine e intensità mentre bucavano le remote frontiere dello Spazio, finché alfine non furono null'altro che diamanti sfavillanti sotto la volta immensa dell'universo.
Al trascorrere di un'ora il Gran Consiglio fu congedato. Essi lasciarono la Presenza impressionati e pensierosi e si ritirarono in un posto appartato dove potessero parlare in libertà. Nessuno dei tre sembrava disposto a incominciare, sebbene tutti volessero che qualcuno lo facesse. Ciascuno bruciava dalla voglia di discutere il Grande Evento, ma preferiva non esporsi prima di aver sentito che ne pensassero gli altri.
La conversazione si trascinò vaga e tediosa su questioni di nessuna importanza, finchè l'arcangelo Satana non raccolse il suo coraggio - di cui aveva una scorta abbondante - e ruppe gli indugi. Disse:
"Sappiamo che cosa siamo qui a discutere, miei signori; possiamo dunque mettere da parte la messa in scena e incominciare. Se questa è l'opinione del Consiglio".
"Lo è, lo è !" dissero Gabriele e Michele, interrompendo riconoscenti.
"Molto bene, allora, procediamo. Abbiamo assistito a una cosa meravigliosa; su questo siamo tutti sicuramente daccordo. Quanto al suo valore - se ne ha - è una questione che personalmente non ci tocca. Possiamo avere su di essa tutte le opinioni che vogliamo, e questo è il nostro limite. Non abbiamo diritto di voto. Io penso che lo Spazio andava bene così com'era, e utile, anche.  Freddo e buio; un posto riposante, di quando in quando, dopo una stagione nel clima ultratemperato e negli affaticanti splendori dei cieli.

"Ma questi sono dettagli di poco conto; la nuova caratteristica, l'immensa caratteristica, è... che cosa, signori? L'invenzione e l'introduzione della Legge automatica, incontrollata, autoregolante per il governo di quelle miradi di soli e mondi turbinanti!"
"Esattamente!" disse Satana. "Si vede subito che è un'idea fantastica. Niente di paragonabile era mai scaturito prima dall'intelletto del Maestro. Legge; Legge Automatica; esatta e invariabile; che non richiede supervisione nè correzioni nè aggiustamenti mentre le eternità perdurano! Egli ha detto che quegli innumerevoli, immensi corpi percorreranno le lande dello Spazio per epoche e epoche, a velocità inimmaginabili, intorno a orbite fantastiche ma senza mai collidere, e senza mai allungare o accorciare i loro periodi orbitali nemmeno della centesima parte di un secondo in duemila anni!
"Questo è il nuovo miracolo. E il più grande di tutti. Legge Automatica! E ha dato a essa un nome: LEGGE DELLA NATURA; e ha detto che la Legge della Natura è la LEGGE DI DIO; nomi intercambiabili per un'unica cosa".
"Sì" disse Michele, "e ha detto che avrebbe imposto la Legge della Natura - la Legge di Dio - su tutti i Suoi domini e la sua autorità sarebbe stata suprema e inviolabile".
"Inoltre" disse Gabriele "ha detto che presto avrebbe creato gli animali e avrebbe sottoposto anch'essi all'autorità di quella Legge".
"Sì" disse Satana, "l'ho sentito, ma non ho capito. Che cos'è gli animali, Gabriele?"
"Mah, come faccio a saperlo? Come facciamo a saperlo? È una parola nuova".

[Intervallo di tre secoli, tempo celeste - equivalenti a cento milioni di anni, tempo terrestre - Entra un Angelo Messaggero]

"Miei signori, sta facendo gli animali. Gradireste venire a vedere?"
Andarono, videro, e furono perplessi. Profondamente perplessi; e il Creatore se ne avvide, e disse: "chiedete. Risponderò".
"Divino" disse Satana, facendo un inchino, "a che cosa servono?"
"Essi sono un esperimento in Morale e Condotta. Osservali, e impara".
Ce n'erano a migliaia. Tutti in piena attività. Impegnati, tutti impegnati; principalmente a perseguitarsi l'un l'altro. Commentò Satana, dopo averne esaminato uno con un potente microscopio:
"quella grossa bestia uccide gli animali più deboli, Divino".
"La tigre, sì. La legge della sua natura è la ferocia. La legge della sua natura è la Legge di Dio. Essa non può disubbidirla".
"Allora nell'ubbidirla essa non commette peccato, Divino?"
"No, essa è senza colpa".
"Quest'altra creatura, qui, è timida, Divino, e patisce la morte senza resistere".
"Il coniglio, sì. Esso è senza coraggio. È la legge della sua natura; la Legge di Dio. Esso deve ubbidirla".
"Allora esso non può onorevolmente contrastare la sua natura e resistere, Divino?"
"No. Nessuna creatura può onorevolmente andare contro la legge della sua natura; la Legge di Dio".
 Dopo molto tempo e molte domande, Satana disse: "Il ragno uccide la mosca e se la mangia; l'uccello uccide il ragno e se lo mangia, il gatto selvatico uccide l'oca; il... be', tutti si uccidono l'un l'altro. È assassinio su tutta la linea. Ecco una moltitudine infinita di creature, e tutte che uccidono, uccidono, uccidono; sono tutte assassine. E non sono da condannare, Divino?"
"Non sono da condannare. È la legge della loro natura. E sempre la legge della natura è la Legge di Dio. Attento adesso, guarda! Una nuova creatura; il capolavoro: l'Uomo!"
Uomini, donne, bambini a sciamando in greggi, mandrie, milioni.
 "Che ne farai, Divino?"
"Immetterò in ciascuno, con gradazioni e intensità diverse, tutte le varie Qualità Morali, in massa, che sono state distribuite, una singola distintiva caratteristica per volta, nel mondo animale non parlante: coraggio, codardia, ferocia, gentilezza, onestà, giustizia, furbizia, slealtà, magnanimità, crudeltà, cattiveria, malignità, concupiscenza, pietà, compassione, purezza, egoismo, dolcezza, onore, amore, odio, bassezza, nobiltà, lealtà, falsità, sincerità, mendacia.
"Ogni essere umano avrà in sé tutte queste Qualità Morali, e esse costituiranno la sua natura. In alcuni, ci saranno alte e nobili caratteristiche che sommergeranno quelle cattive, e questi saranno chiamati Buoni; in altri le caratteristiche cattive avranno il predominio, e quelli saranno chiamati Cattivi.
"Osserva... guarda... svaniscono!"
"Dove sono andati, Divino?"
"Sulla terra, essi e i loro compagni animali".
"Che cos'è la terra?"
"Un piccolo globo che feci uno, due tempi e mezzo fa. Lo vedesti ma non lo notasti nell'esplosione di mondi e di soli che si sprigionarono dalla mia mano. L'uomo è un esperimento, gli altri animali sono un altro esperimento. Il tempo dirà se ne sarà valsa la pena. La dimostrazione è finita, potete andare, miei Signori".
Passarono diversi giorni. Ciò sta per un lungo periodo di (nostro) tempo, chè in paradiso un giorno è mille anni. Satana aveva fatto commenti ammirati su alcune delle brillanti opere del Creatore; commenti che, se letti tra le righe, erano sarcasmi. Li aveva fatti riservatamente, ai suoi amici fidati, gli altri arcangeli, ma erano stati sentiti per caso da alcuni angeli ordinari e riportati in Direzione.
 Fu mandato in esilio per un giorno - il Giorno Celeste. Era una punizione a cui era aduso, a causa della sua lingua disinvolta. In passato era stato deportato nello Spazio, essendo altre destinazioni inesistenti, e aveva svolazzato languidamente per di là nella notte eterna e nel freddo glaciale; ma stavolta gli venne in mente di continuare e di cercare la terra e vedere come andava l'esperimento della Razza Umana.
In seguito scrisse a casa - molto riservatamente - le sue osservazioni a San Michele e a San Gabriele.

LETTERA DI SATANA

Questo è un luogo strano, un luogo straordinario, e interessante. Non c'è niente come questo su da noi. Gli uomini sono tutti pazzi, gli altri animali sono tutti pazzi, la terra è pazza, anche la Natura è pazza.
L'uomo è una meravigliosa curiosità. Nel suo stato migliore è una specie di angelo di bassa lega; nel suo stato peggiore è indescrivibile, inimmaginabile; e è sempre e comunque un sarcasmo.
E pure soavemente e in tutta sincerità egli si autodefinisce la «più nobile creatura di Dio». È la verità quella che vi sto dicendo. E questa sua idea non è recente; egli ne ha parlato in tutti i secoli, e ci ha sempre creduto senza che mai nessuno ci abbia sopra.
 Inoltre - se posso chiedervi ancora uno sforzo - egli crede di essere il beniamino del Creatore. Crede che il Creatore sia orgoglioso di lui; crede perfino che il Creatore lo ami, abbia una passione per lui, passi le notti alzato a ammirarlo; sì, e vegli su di lui e lo preservi dalle sventure.
 Gli indirizza le sue preghiere, e pensa che Egli l'ascolti. Non è un'idea bizzarra? Riempie le sue preghiere ora di rozze ora di spoglie ora di fiorite adulazioni, e pensa che Egli se ne stia assiso a compiacersi di queste stravaganze.
Prega per invocare aiuto, e favori, e protezione, ogni giorno; e lo fa con speranza e fiducia, sebbene nessuna delle sue preghiere abbia mai avuto una risposta. L'affronto quotidiano, la sconfitta quotidiana non lo scoraggiano; egli continua a pregare come prima. C'è qualcosa di quasi nobile in questa sua perseveranza.
Devo darvi un altro colpo: egli pensa che andrà in paradiso! Ha maestri stipendiati che glielo dicono. E gli dicono anche che c'è un inferno, di fuoco eterno, e che è là che finirà se non osserva i Comandamenti. Che cosa sono i Comandamenti? Una curiosità di cui vi dirò presto.

* * * * * * * * *

Il resto del racconto lo potrete trovare qui: Lettere dalla Terra (seguite il link a piè di pagina, che vi porterà fino alla fine dell'intero racconto). Buona lettura!!!

3 commenti:

gio ha detto...

grazie , non ho mai letto questo libricino grazie per la sua pubblicazione Melissa

la giraffa e la papera ha detto...

Allora vado subito al link . . . ;) Buon Anno Nuovo!!!

Alfa ha detto...

Interessante segnalazione.
Mark Twain è sempre un grande!

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