sabato 16 aprile 2011

Samarcanda – La magica e mistica città sulla Dorata Via della Seta


Il nome di “Samarcanda” non evoca una città terrena. È un suono che attanaglia il cuore. Altre capitali dell’Islam – Il Cairo, Damasco, Istanbul – risplendono di una magnificenza mediterranea e accessibile. Ma Samarcanda si colloca proprio ai limiti della geografia.


 Bizzarramente situata in un territorio completamente circondato da altre terre, fu la sede di un impero così lontano fra steppe e deserti che sfiorò appena l’Europa, pur terrorizzandola. Sprofondata in un oscuro sonno, brillò per secoli nell’immaginario collettivo. Ispirò la fantasia di Goethe e di Hàndel, di Marlowe e di Keats, tuttavia nella realtà rimase sempre irrangiugibile. Perfino nei famosi versi di Flecker, il diplomatico e poeta che non viaggio oltre i confini orientali della Siria, i mercanti si mettevano in marcia sulla strada dell’oro come avventurarsi in un pericoloso mistero.


Nessun nome richiama alla mente la Via della Seta più di quello di Samarcanda. Per la maggior parte delle persone ha la stessa risonanza mitica di Atlantide ed è stata resa immortale nell’immaginario collettivo di epoche passate, pochi dei quali, in realtà, videro la città di persona.


STORIA – Samarcanda (Marakanda per i greci), uno degli insediamenti più antichi dell’Asia centrale, fu fondata probabilmente nel V secolo a.C. da Alessandro Magno, il quale disse “Tutto quello che ho udito di Marakanda è vero, tranne il fatto che è più bella di quanto immaginassi”.


Punto cruciale della Via della Seta, la città sorgeva al crocevia delle strade che conducevano in Cina, India e Persia e portavano in città mercanti e artigiani. Dal Vi al XIII secolo il numero degli abitanti aumentò e la città divenne più popolosa di quanto lo sia oggi, passando da un impero all’altro ogni due secoli circa – turchi occidentali, arabi, persiani samanidi, karahkanidi, turchi selgiuchidi, mongoli karakitai e scià di Corasma hanno tutti governato questa città – prima che Gengis Khan la spazzasse via nel 1220.



Avrebbe potuto essere la fine della sua storia, ma nel 1370 Tamerlano decise di fare di Samarcanda la sua capitale e nei successivi 35 anni forgiò una città nuova e quasi mitica, epicentro culturale ed economico dell’Asia centrale. Suo nipote Ulughbek vi regnò fino al 1449 trasformandola anche in un centro intellettuale.
Quando nel XVI secolo gli shaybanidi uzbeki salirono al potere e trasferirono la capitale a Bukhara, iniziò il declino di Samarcanda. Per diversi decenni nel XVIII secolo, dopo una serie di terremoti, la città rimase praticamente disabitata. L’emiro di Bukhara ripopolò a forza la città verso la fine del secolo, ma la vera rinascita arrivò solo con i russi, che la costrinsero ad arrendersi nel maggio 1868 e vent’anni più tardi la collegarono all’impero russo con la ferrovia transcaspiana. Samarcanda fu proclamata capitale della nuova Repubblica Socialista Sovietica dell’Uzbekistan nel 1924, ruolo che però perse sei anni dopo a favore di Tashkent.


REGISTAN – Questo complesso di maestose e imponenti madrasa – una profusione quasi esagerata di maioliche, mosaici azzurri e vasti spazi armoniosi – è il principale monumento della città e uno dei luoghi più straordinari di tutta l’Asia centrale. Il Registan, parola che in tagiko significa “luogo sabbioso”, era il centro commerciale della Samarcanda medievale, e la piazza probabilmente era interamente occupata dal bazar.



I tre maestosi edifici che lo compongono sono tra le madrasa più antiche giunte fino a noi, dal momento che quelle risalenti a epoche precedenti furono tutte distrutte da Gengis Khan. Hanno subito gravi danni nel corso dei secoli a causa dei terremoti cui la regione è soggetta, ma il fatto che siano ancora in piedi è la prova della straordinaria abilità di coloro che le hanno edificate.


Basta guardare la cupola azzurra della Moschea di Bibi-Khanym, recentemente ricostruita ma già in sfacelo, per rendersi conto dell’inferiorità dei metodi di costruzione moderni. Va dato atto ai sovietici di aver lavorato febbrilmente per proteggere e restaurare questi grandi tesori; è anche vero però che essi si presero delle libertà piuttosto discutibili, come la bizzarra aggiunta di una cupola azzurra esterna alla Madrasa Tilla-Kari.


MADRASA DI ULUGBEK – Sul lato occidentale, è la più antica e fu terminata nel 1420 durante il regno di Ulughbek (che si dice vi abbia insegnato matematica; le altre materie di insegnamento erano teologia, astronomia e filosofia).


Sotto le piccole cupole poste agli angoli vi erano le aule universitarie e sul retro una grande moschea con belli interni fiancheggiata da un’aula dall’aspetto austero. Circa un centinaio di studenti viveva nelle celle, disposte su due piani. Gli altri edifici sono rozze imitazioni realizzate dall’emiro shaybanide Yalangtush.



Il portale d’ingresso della MADRASA SHER DOR (leone), posta di fronte a quella di Ulughbek e terminata nel 1636, è decorato con felini ruggenti che sono considerati leoni, anche se sembrano più delle tigri, a dispetto della proibizione islamica raffigurare animali viventi.


I lavori di costruzione durarono 17 anni, ma la madrasa non ha retto bene al passare del tempo come quella di Ulughbek, edificata in soli tre anni.

Tra i due edifici sorge la Madrasa Tilla-Kari (rivestita d’oro), completata nel 1660 e dotata di un bel cortile con giardino. Il suo fiore all’occhiello è la moschea, caratterizzata da elaborate decorazioni in oro che dimostrano ampiamente la ricchezza di Samarcanda all’epoca in cui fu costruita.


Il raffinato soffitto con lamine d’oro è piatto, ma il suo disegno affusolato dà l’impressione, dall’interno, che sia sormontato da una cupola. All’interno della moschea è allestita una magnifica galleria con fotografie in bianco e nero della vecchia Samarcanda.


Anche la moschea della Madrasa Ulughbek ospita una galleria fotografica. Molte stanze della madrasa un tempo utilizzate come dormitori sono ora adibite a negozi di oggetti artistici e souvenir.


MOSCHEA DI BIBI-KHANYM – Situata a nord-est del Registan, fu ultimata poco prima della morte di Tamerlano e fu certamente il gioiello del suo impero. Un tempo era tra le moschee più grandi del mondo islamico (la cupola della moschea principale è alta 41 metri e il pishtak 38)  e per la sua costruzione si sfruttarono al massimo le tecniche costruttive dell’epoca. Nel corso degli anni si sgretolò progressivamente fino a crollare quasi del tutto nel terremoto del 1897, ma fu ricostruita negli anni ’70.


Secondo la leggenda Bibi-Khanym, moglie cinese di Tamerlano, ne ordinò la costruzione per fargli una sorpresa mentre egli era assente. L’architetto si innamorò perdutamente di lei e rifiutò di terminare il lavoro a meno che lei non gli avesse dato un bacio. Il bacio lasciò un segno e Tamerlano, quando lo vide, fece giustiziare l’architetto e ordinò che in futuro le donne dovessero indossare il velo per non rappresentare una tentazione per altri uomini.


Il cortile interno contiene un enorme leggio di marmo per il Corano che dà un’idea della maestosità con cui era stata concepita la moschea. Secondo la tradizione locale, se una donna cammina carponi sotto il leggio avrà molti bambini. Nel cortile si trovano altre due moschee più piccole: quella alla sinistra ha ancora gli imponenti interni originali decorati con caratteri arabi. Sull’altro lato di Tashkent kochasi sorge il compatto mausoleo della stessa Bibi-Khanym, risalente al XIV secolo e splendidamente restaurato nel 2007.


SHAH-I-ZINDA – Il luogo più suggestivo e amato di Samarcanda è questo spettacolare viale di mausolei, ornato con alcune delle più belle opere in piastrelle smaltate del mondo musulmano.


Il nome che significa “Tomba del Re Vivente”, si riferisce al santuario originario, il più interno e il più sacro, un complesso di stanze fresche e tranquille intorno a quella che probabilmente è la tomba di Qusam ibn-Abbas, un cugino del profeta Maometto che si dice abbia portato l’islam in questa regione nel VII secolo.


Un santuario dedicato a Qusam esisteva in questo luogo, all’estremità di Afrosiab, già molto tempo prima che i mongoli lo saccheggiarono nel XIII secolo. Lo Shah-i-Zinda cominciò ad assumere la sua forma attuale nel XIV secolo, quando Tamerlano e poi Ulughbek decisero di seppellire i membri della loro famiglia e le persone da loro predilette accanto al re vivente.


Dopo essere sopravissute per oltre sette secoli senza particolari interventi, nel 2005 molte delle tombe sono state sottoposte a un aggressivo e controverso restauro e buona parte dei mosaici e delle piastrelle di maiolica non sono originale.


La tomba più bella rimane il Mausoleo di Shodi Mulk Oko (1372), il secondo a sinistra dopo le scale d’ingresso, dove riposano una sorella e una nipote di Tamerlano.


GUR-E AMIR – Significa in persiano "Tomba del Re". Il complesso contiene le tombe di Tamerlano, dei suoi figli Shah Rukh e Miran Shah e dei nipoti Ulug Beg e Muhammad Sultan. Viene onorato anche Mir Sayyid Baraka, maestro di Tamerlano.
La parte più antica del complesso fu costruita verso la fine del XIV secolo per ordine di uhammad Sultan. Attualmente rimangono solo le fondazioni della madrasa e della khanaka, il portale di ingresso ed una parte di uno dei quattro minareti. La costruzione del mausoleo vero e proprio ebbe inizio nel 1403, in seguito alla morte improvvisa di Muhammad Sultan, nipote preferito da Tamerlano ed erede designato.


Lo stesso Tamerlano aveva costruito per sé una tomba di minori dimensioni a Shahrisabz, vicino al palazzo dell'Aq Saray, ma quando questi morì nel 1405 - durante la sua campagna per la conquista della Cina - tutti i passi di montagna che conducevano a Shahrisabz erano inagibili per la neve, e il condottiero dovette esser seppellito qui. Ulug Beg, un alto nipote di Tamerlano, completò l'operà; durante il suo regno il mausoleo diventò la cripta di famiglia della dinastia timuride.


Internamente il il Gur-e Amir appare come una vasta ed alta sala dotata di nicchie profonde sui lati e variamente decorata. La porzione inferiore delle murature è composta da lastre di onice, montate come a formare un'unica fascia. Ognuna di queste lastre è finemente decorata con pitturazioni. Al sopra dei pannelli si trova una cornice sporgente in marmo. Ampie porzioni delle murature sono decorate con intonaci dipinti; gli archi e l'interno della cupola sono invece trattati con altorilievi di cartapesta, dorati o dipinti.


Le lapidi decorate a intarsio presenti nella stanza interna del mausoleo indicano l'attuale ubicazione delle tombe, in una cripta posta direttamente al di sotto della camera principale. Sotto il regno di Ulug Beg un blocco di giada color verde scuro venne piazzato sopra la tomba di Tamerlano. In precedenza, questa pietra era stata oggetto di venerazione all'interno del palazzo dell'imperatore cinese e, a seguire, trono di Kabek Khan (un discendente di Gengis Khan) nel Karshi. Vicino alla tomba di Tamerlano si trovano le sepolture dei suoi figli Shah Rukh e Miran Shah ed anche dei nipoti Muhammad Sultan e Ulugh Beg.


Dall’altra parte dell’incrocio del bazar, su una collina all’estremità di Afrosiab, sorge la MOSCHEA DI HAZART-HIZR. La moschea risalente all’VIII secolo che sorgeva in questo punto fu incendiata e rasa al suolo da Gengis Khan nel XIII secolo e non venne ricostruita fino al 1854. Negli anni ’90 è stata magnificamente restaurata da un ricco cittadino di Bukhara e oggi è la moschea più bella di Samarcanda, con un pregevole interno dal soffitto a cupola.


MAUSOLEO DI ISHRATHANA – Una tomba del XV secolo.


MAUSOLEO DI KHODJA ABDI DARUN – condivide un tranquillo cortile ombreggiato con una moschea e una hauz (vasca in pietra).


MOSCHEA DI HODJA_NISBADDOR – Una piccola moschea estiva del XIX secolo con un portico aperto, alte colonne scolpite e un soffitto ben restaurato.


4 commenti:

Laura ha detto...

E' veramente una città splendida, sembra uscita da un libro di fiabe.

Unknown ha detto...

Samarcanda, il nome di questa città evoca scenari di una civiltà arcaica. La storia affascinante di una città eterna.

Unknown ha detto...

Si prima la città si chiamava Maracanda... E non vedo nessuna immagine del sito vicino al museo archeologico della citadella fondata da Alessandro Magno... Boh!
Quella che vi sembra bellissima ed è vero, è quella che a costruita Tamerlano...
Di più fu ristorata malissimo, sto pensendo per esempio alla moschea di Bibi- Khanum e alla necropoli di Shakh-I-Zindah dove ho lavorato per l'Unesco...

Peech ha detto...

Hello,

This post includes 2 images - both of the golden interior of the Guri Amir Mausoleum - that are taken from my Picasa album. They were used without my permission or given credit to me.

Please properly credit these photos to me, or remove them from this page. Thank you very much.

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