Nel XII secolo Gualdim Pais iniziò a costruire il castello di Almourol su un’isola nel fiume Tago, insediandosi probabilmente su resti di precedenti fortificazione romane e arabe. Inevitabilmente, come per ogni costruzione legata ai Templari, su questo edificio sono cresciute per secoli saghe e leggende.
STRENUI NEMICI DEGLI “INFEDELI” – L’Ordine dei Cavalieri del Tempio fu così chiamato perché aveva avuto la sua prima sede nell’area dove, secondo la tradizione, sarebbe sorto il tempio di Salomone a Gerusalemme. Venne fondato per proteggere i pellegrini diretti verso la Citta Santa. Col tempo divenne un’organizzazione potente e influente, ampiamente ramificata in tutta Europa, sempre più ricca grazie ai commerci e all’attività bancaria svolta in condizioni di privilegio.
Feroci avversari della Mezzaluna, i Templari combattevano i Mori ovunque. Nel XII secolo, per esempio, svolsero un ruolo di primo piano nella lotta contro i Musulmani stanziati nel Portogallo meridionale. Re Alfonso I Henriquez, detto il Conquistatore, concesse all’Ordine molte delle terre sottratte al nemico, richiedendo in cambio la costruzione di castelli a presidio delle zone di confine. Fu in questo contesto che Gualdim Pais (1118 – 1195), amico di gioventù del sovrano e Gran Maestro portoghese, eresse appunto nel 1171 il castello di Almourol.
L’ULTIMO RIFUGIO DELLA FLOTTA – Nel 1307 il re di Francia dispose il bando per l’Ordine dei Templari, il sequestro dei loro beni e l’arresto di numerosi cavalieri. In accordo con il papa, il re intendeva ridimensionarne la potenza e la ricchezza. L’Ordine fu soppresso dal pontefice nel 1312; tuttavia, per secoli continuarono a fiorire leggende su presunti intrighi, segreti, tesori. In Portogallo le proprietà dei Templari passarono al nuovo Ordine dei Cavalieri del Cristo, fondato da re Dinis. Da molti punti di vista questa non era altro che una trasformazione dell’istituzione disciolta: i cavalieri erano gli stessi, come pure il simbolo.
Uno dei misteri riguarda la cospicua flotta mediterranea dei Templari. Secondo alcuni essa avrebbe trovato rifugio il Portogallo, dove ricevette dal re il castello di Almourol come base, formando così il nucleo della futura grande marineria portoghese. Altri affermano che il viaggio si concluse in Scozia, dove nel 1314 i cavalieri avrebbero aiutato re Robert Bruce a sconfiggere gli inglesi.
IMPONENTE MA ARRETRATO – Non c’è dubbio che il castello di Almourol sia imponente, oltre che assai suggestivo all’aspetto, alto e misterioso sulla roccia fluviale. Tuttavia occorre riconoscere che la sua concezione è relativamente arretrata. Non presenta infatti nessuno di quegli accorgimenti difensivi incontrati dagli europei nelle crociate in Terra Santa, che a quel epoca cominciavano a diffondersi nei paesi occidentali: doppie porte, apparato a sporgere, fossati, ponti levatoi. Fatto insolito, tutto sommato, per una grande costruzione templare.
LE LEGGENDE DEL CASTELLO DI ALMOUROL – L’imponenza del castello ha sempre affascinato numerosi scrittori inducendoli, come Rebelo da Silva, ad ambientarvi i loro romanzi cavallereschi, spesso riciclando le antiche saghe che riferiscono di intrepidi cavalieri e dei loro combattimenti con i giganti. Sullo sfondo di queste narrazioni si colloca in realtà il conflitto fra il mondo cristiano e la dominazione araba nel Sud della penisola iberica, di cui Almourol fu un caposaldo.
Altre fonti, soprattutto locali, ridimensionano il ruolo militare del castello e parlano invece di un traffico di ragazze, prima rinchiuse tra le sue mura e poi vendute come schiave. Su questa falsariga nel Cinquecento fu pubblicato il poema di Palmeirim, cavaliere senza macchia e senza paura che riuscì a liberare l’amata Polinarda dalle grinfie di un mercante di schiavi.
Né potevano mancare le leggende di fantasmi. Ad Almourol avrebbe infatti vissuto una principessa; innamorata dal suo servo moresco, la giovane sarebbe morta di dolore quando gli Arabi vennero cacciati dalla regione, e il suo spirito vagherebbe oggi senza pace nel castello.
UNA FORTIFICAZIONE IN MEZZO AL FIUME – I restauri ottocenteschi hanno in parte restituito l’antico splendore al pittoresco Castelo, che si erge tra una fitta vegetazione su un’isola rocciosa del fiume Tago.
Le mura esterne, rinforzate da merli e torri circolari molto sporgenti che consentono un buon tiro fiancheggiante, risalgono al XIV secolo. Il castello era rinforzato, complessivamente, da 10 massicce torri, che garantivano un’eccellente difesa, perlomeno secondo gli standard dell’epoca.
Il possente mastio è una notevole opera architettonica del XII secolo, per la cui realizzazione occorse una decina d’anni.
Dall’alto del castello si gode di una bella veduta del fiume e del brullo paesaggio circostante, teatro di numerose saghe e storie di cavalieri o, più prosaicamente, di numerosi aspri conflitti tra cristiani e musulmani.