giovedì 15 novembre 2012

Scone – L’incoronazione dei sovrani scozzesi



È uno dei luoghi più antichi e sacri della Scozia. Ma come edificio è tra i più recenti: fu eretto in forme neogotiche a partire dal 1802. qui si trovava la Stone of Scone e i re di Scozia vi ricevevano la corona.

DA MONASTERO A CASTELLO – All’epoca in cui il luogo fu scelto per incoronare i re scozzesi vi sorgeva soltanto un monastero. Anche in seguito, quando ormai da tempo gli inglesi avevano portato a Londra la “pietra dell’incoronazione”, la cerimonia continuò a svolgersi qui. Proprio per accogliere gli ospiti che intervenivano alla cerimonia accanto al monastero fu innalzato un primo castello, sulle cui fondamenta sorge quello attuale, di forme neogotiche.


L’incoronazione più spettacolare e carica di significati fu quella del 25 marzo 1306 quando Roberto Bruce (1274 – 1329) si autoproclamò re. Quella più precaria avvenne nel 1651, quando decise di farsi incoronare qui anche Carlo II che, durante la guerra civile e l’intermezzo repubblicano di Oliver Cromwell, provò a insediarsi sul trono di Scozia, nove anni prima di essere riconosciuto re di Scozia e Inghilterra.


Il monastero venne distrutto nel 1559, dopo un’appassionata predica del riformatore John Knox a Perth. Il castello invece fu risparmiato, e passò nelle mani della famiglia Gowrie. Nel 1604, quando questa famiglia risultò implicata in una congiura contro il re Giacomo I Stuart, scoperta grazie a David Murray, il delatore ricevette in compenso la tenuta di Scone, che appartiene tuttora alla sua famiglia. William Murray, signore di Scone, elevato nel 1776 al rango di conte di Mansfield, è considerato uno dei giudici più importanti nella storia inglese. Nel 1812 David Murray, terzo conte di Mansfield, modificò e ampliò l’edificio, che venne completamente rifatto in stile neogotico su progetto dell’architetto William Atkinson.


RICOSTRUIRE “IN STILE” – A vederlo da lontano, il castello di Scone sembra proprio un fortizio medievale, nonostante le incongrue finestre bianche che campeggiano sulle facciate. Avvicinandosi, si scoprono i particolari che denunciano l’età assai più recente della costruzione. Considerando le cose secondo i criteri di oggi, si tratta di edifici incongrui. Ma, visto con l’ottica del tempo, la situazione appare ben diversa. Queste ricostruzioni stilistiche di opere medievali sono uno dei mezzi con cui il nascente Romanticismo si “riappropriava” della tradizione artistica dei vari paesi, soprattutto nordici, per secoli “conculcata” dal successo delle forme artistiche di derivazione classica, messe in circolo dal Rinascimento italiano.


I SEGRETI DELLA PIETRA DI SCONE – Secondo la leggenda questa sarebbe la pietra sulla quale Giacobbe sognò la scala celeste (“Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran.  Capitò così in un luogo, dove passò la notte…; prese una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo.  Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa.”: Genesi 28, 10 - 12). Un’altra leggenda sostiene che la pietra sarebbe invece un pezzo del trono del faraone egiziano, portato in dono dalla figlia Scotia (progenitrice dagli scozzesi) dopo il matrimonio con un capotribù celtico.


Certo è comunque che Kenneth MacAlpin nell‘838 portò la pietra a Scone, vi si sedette sopra e venne incoronato come re. La cerimonia, da allora, fu ripetuta da tutti i successori, finche il re inglese Edoardo I nel 1296 non fece trasportare la pietra a Londra come bottino di guerra e la fece porre in Westminster. Ciò nonostante l’incoronazione dei sovrani scozzesi continuò ad avvenire a Scone, anche senza la pietra. Quando Elisabetta II diventò regina, nel 1953, la pietra di Scone si trovava sotto il trono. Ma era quella vera? Diverse sono le voci in proposito: secondo alcuni i monaci avrebbero consegnato a Edoardo I una pietra falsa e sepolto quella originale; altre leggende sostengono che la vera pietra sarebbe stata trovata e segretamente scambiata con l’attuale nel 1818, dopo di che se ne sarebbero perse le tracce; una terza versione accrediterebbe un furto per mano di nazionalisti scozzesi nel 1950, seguito da un ritrovamento e dalla restituzione alla famiglia reale, ma è sorto in seguito il sospetto che fosse una copia. Vera o falsa, la pietra tornò in Scozia nel 1996 e appartiene ora ai gioielli della Corona custoditi nel castello di Edinburgo. Ora Lord Mansfield la vorrebbe riportare a Scone Palace, dove per altro è custodita una copia sul luogo su cui doveva poggiare l’originale.


AVORIO, PORCELLANE E CARTAPESTA – Arredato con pregiati mobili francesi, il castello di Scone è noto anche per i suoi notevoli oggetti di porcellana, avorio e cartapesta.
La collezione d’avorio è esposta nella Dining Room e comprende oltre 70 pezzi di provenienza bavarese, fiamminga, italiana e francese. I più raffinati sono una Sacra Famiglia francese del Seicento e una Venere sulla spalla di Cupido di provenienza italiana.
Nell’Ante Room campeggia un quadro di David Murray, primo conte di Mainsfield.
Le porcellane, sistemate nella biblioteca, si segnalano in particolare per diversi rari pezzi di Meissen e Ludwigsburg.
La collezione di oggetti di cartapesta, unica al mondo, si basa in gran parte sulla produzione settecentesca della famiglia francese Martin.


Nel parco si trova la Moot Hill, l’antico luogo dove era posizionata la famosa pietra.
I dintorni del castello sono caratterizzati da un parco giochi, da sentieri escursionistici e aree per picnic, da un labirinto e dall’interessante vegetazione.

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