Il castello fu eretto nel Quattrocento dal primo marchese di Santillana. Era una fortificazione imponente che doveva non solo rispecchiare l’importanza della famiglia ma anche difenderne i territori.
E IL RE POSE FINE ALLA CONTESA – La regione di Manzanares, sebbene abitata da pochi pastori, era stata a lungo contesa tra Madrid e Segovia. Il re castigliano Alfonso X (1221 – 1284) pose fine d’autorità a quella controversia occupando il territorio e facendone un possedimento reale (di qui il nome di “El Real”). Nel 1383 Giovanni I l’assegnò in feudo al suo cerimoniere Pedro Gonzàlez Mendoza: da quel momento cominciò l’ascesa della famiglia Mendoza, una delle più potenti di Spagna.
Inigo Lòpez de Mendoza (1398 – 1458), costruttore del castello, fu abile comandante militare, spregiudicato politico e non disprezzabile poeta. Grazie alle vittoriose campagne contro gli Arabi che occupavano la Spagna meridionale e al suo contributo nella repressione di una rivolta contro il re Giovanni II di Castiglia, fu nominato marchese di Santillana. Di conseguenza decise di fare di Manzanares una residenza all’altezza delle ambizioni della famiglia.
DIMORA ALL’ALTEZZA DEL RANGO DUCALE – Più tardi la dinastia scalò un altro gradino, acquisendo il titolo ducale. A questo punto, benché il castello fosse imponente e di bell’aspetto, i Mendoza lo reputarono poco adeguato alla nuova condizione di duchi d’Infantado. Decisero quindi di dare maggiore evidenza all’ornamentazione esterna e di sistemare l’interno con sale che per ricchezza e arredo fossero all’altezza del loro rango. Alla fine del Quattrocento, perciò, il secondo duca affidò all’architetto Juan Guas, allora sulla cresta dell’onda, l’incarico di ristrutturare adeguatamente l’edificio. Le gallerie da lui create sono considerate fra le più belle di Spagna. Ciò nonostante al termine dei lavori il duca non fu del tutto sodisfatto: le torri gli sembravano poco imponenti; e così vi fece aprire alcune feritoie, di scarso valore bellico ma di notevole impatto visivo.
COMMISTIONE DI CIVILTA’ – In Spagna esiste un’arte tipicamente iberica chiamata mudéjar, moresca: era quella praticata dai cristiani in terra islamica, che incrociava forme e metodi costruttivi delle due civiltà. Anche quando l’Islam venne respinto nell’estremo Sud del Paese, e poi addirittura scacciato oltremare, rimase nella cultura spagnola una notevole influenza moresca. Essa appare con vigore e con eccellenti risultati in castelli come quelli di Manzanares el Real, che coniuga l’impianto occidentale con soluzioni formali tipicamente moresche, quali i giri di archetti pensili sotto le merlature, i merli a tettuccio e le palle di cannone inserite nelle murature.
PICCOLO PAESE DI GRANDE STORIA CULTURALE – Manzanares el Real conta appena 3000 abitanti, ma è uno dei luoghi più significativi della letteratura spagnola. Qui infatti il re Alfonso X il Saggio, dopo aver acquisito il territorio alla Corona, compose alcune poesie e prose che diedero inizio alla letteratura spagnola e contribuirono a fondare la lingua nazionale scritta. Lo stesso Inigo Lòpez de Mendoza, costruttore del castello, è entrato nella storia letteraria con il titolo di marchese di Santillana: redasse nel suo castello alcune tra le prime poesie mai scritte nella lingua spagnola, per le quali si ispirò a Francesco Petrarca (1304 1374). Il proemio al suo Canzoniere fu inoltre il primo saggio critico sulla poesia nella letteratura spagnola. Manzanares ha trovato posto anche nella cultura, o meglio nello spettacolo, del Novecento, avendo fatto da sfondo a numerosi film: diversi western e importanti scene di due colossal di Anthony Mann con Sophia Loren, El Cid (1961) e La caduta dell’impero romano (1964).
FANTASIA NEI DECORI – Verso la fine del Quattrocento il celebre architetto Juan Guas aggiunse al castello una serie di vivaci elementi decorativi, che ne fecero uno degli edifici più caratteristici della Spagna.
L’edificio con il declino della famiglia Mendoza andò in rovina fino alla metà del Novecento quando cominciarono i lavori di restauro.
Il castello ha una pianta quadrangolare con al centro un patio porticato e due gallerie con colonne ottagonali.
Merli e feritoie furono disposti nel castello alla fine del Quattrocento non a scopi difensivi ma piuttosto per abbelire le mura.
Le quattro torri – tre cilindriche e una quadrangolare chiamata torre de Homenaje – sono ornate da file sovrapposte di palle di pietra.
La torre de Homenaje è sormontata da una torretta ottagonale.
Le grandiose gallerie e la loggia meridionale sono veri capolavori dell’architettura del tempo.
Nel perimetro del castello si trovano i resti di un ermo duecentesco in stile mudéjar, cioè ispirazione araba.
Nel complesso è custodita inoltre una collezione si splendidi arazzi seicenteschi.
Un piccolo museo interno al castello è dedicato interamente alla storia dei castelli in Spagna.
Nessun commento:
Posta un commento