mercoledì 10 novembre 2010

Carcassonne – “La merveille du Midi”


 

Carcassonne è conosciuta in Francia come la ‘merveille du Midi’, la perla del Mezzogiorno:  e non a torto. Gelosamente custodita dalle sue possenti mura, si presenta al visitatore con un’atmosfera quasi fiabesca, di intensa suggestione.
Carcassonne è oggi un’importante meta turistica, conosciuta in tutt’Europa. Ma ai primi dell’Ottocento era ridotta a presidio militare, i cui comandanti vendevano le pietre come materiale da costruzione. A salvarla è stata un’imponente opera di restauro, non sempre fedelissima all’originale, ma in grado di interpretare e riproporre lo spirito iniziale della città.


LA PIU’ FAMOSA CITTA’ FORTIFICATA D’EUROPA – Celeberrima per la sua doppia cinta di mura, difesa da 52 torri con copertura conica, Carcassonne domina dall’alto di una collinetta allungata, sulle rive del fiume Aude, un incantevole paesaggio appena ondulato.


I restauri Ottocenteschi, diretti dall’architetto francese Viollet-le-Duc, pur molto integrativi e pesanti sotto vari aspetti (e, per questo, piuttosto discussi), le hanno restituito un’omogeneità e uno stato di conservazione pressoché unici, di forte impatto visivo. Carcassonne può essere considerata, a ragione, come una splendida epitome di soluzioni architettoniche, una vera e propria ‘enciclopedia’ dell’architettura fortificata all’aria aperta.


ANTICA FORTEZZA – Per una volta la leggenda è inferiore alla realtà. Infatti un racconto popolare molto difuso farebbe derivare il nome di Carcassonne da quello di ‘Carcas’, un’eroina altomedievale che avrebbe guidato la resistenza del luogo contro l’esercito franco di Pipino il Breve durante un assedio durato ben sei anni. In realtà l’origine del borgo è più antica, e risale ai Romani, che nel I secolo a. C. fondarono sul sito un centro abitato cui diedero il nome di ‘Colonia Julia Carcaso’. Resti della cinta difensiva romana sono visibili nella parte bassa delle murature odierne.


I TRENCAVEL – Situato in una posizione strategica alle porte dell’Aquitania, arricchito dalle tasse sul passaggio delle merci, il piccolo centro prosperò con il tempo, nonostante le devastazioni inferte nell’VIII secolo dalle incursioni dei Saraceni. Era un ricco centro comunale quando Bernard Aton Trencavel, già visconte di Béziers, Albi e Nimes, assunse, nel 1082, il titolo di primo visconte di Carcassonne.


A quell’epoca risalgono grandi lavori, tra cui la costruzione della cattedrale (1096) e del castello comitale (1130). Tuttavia, nel 1209 la crociata condotta da Simon de Montfort contro gli Albigesi pose fine all’indipendenza della città. Il visconte Raimondo Ruggero Trencavel fu catturato e ucciso dai crociati provenienti dal nord. Carcassonne, conquistata e privata dal suo rango, fu definitamene incorporata nel 1240 nel regno di Francia.

 
Castello Comtal

LA SENTINELLA DEL REGNO – La conquista francese, dopo la crociata contro gli Albigesi, svuotò l’autonomia di Carcassonne, ma non sminuì l’importante ruolo strategico della cittadina, sentinella dei confini meridionali del regno di Francia. Anzi, nel XIII secolo naque, come espansione dell’abitato, la città bassa, sita nella pianura ai piedi della ‘Cité’, l’originaria città fortificata sulla collina. L’antico palazzo dei visconti fu allora trasformato in castello reale, ampliato da Luigi IX e da Filippo l’Ardito. Con l’avvento delle armi da fuoco e con lo spostamento della frontiera, grazie alle conquiste francese del Roussillon, la cittadella perse l’importanza, riducendosi a semplice luogo di guarnigione e deposito. Le vecchie mura andarono in rovina o furono addirittura smantellate. Sarà Prosper Merimée a riportare Carcassonne all’attenzione del Paese e a patrocinare gli estesi restauri condotti da Viollet-du-Duc nella seconda metà dell’Ottocento, che hanno dato alla città il suo aspetto attuale.

LE LICES – La città vecchia di Carcassonne, nota come Cité, è racchiusa all’interno di una doppia cerchia di mura intervallate da un ampio spazio aperto, noto come ‘lice’ (lizza o parapetto); questo accorgimento era utile per tenere lontano dalle mura più interne le macchine d’assedio e per garantire ai difensori un campo di tiro sgombro d’ostacoli.
Le Lices erano utilizzate anche per tornei e giostre (situazione da cui è nata l’esspresione attuale “scendere, entrare in lizza”).


LA “PUCELLE DE LANGUEDOC” – Con la conquista da parte di Simon de Montfort, Carcassonne cessò di essere una città indipendente. Ma non perse la sua importanza militare, al contrario, divenne uno dei più importanti presidi regi nel Sud della Francia, inespugnabile al punto di meritarsi il sopranome di “Pulcelle de Languedoc”: fedelissima al regno di Francia, come Giovanna d’Arco. Una prima prova di questa dedizione fu fornita proprio contro un ritorno sulla scena dei suoi antichi signori, i visconti Trencavel di Carcassonne.


IL TENTATIVO DI RICONQUISTA – Nel 1209 Carcassonne era caduta nelle mani di Simon de Montfort. Con la soppressione definitiva del viscontado, la città veniva ufficialmente annessa ai domini del re di Francia. Tuttavia, il figlio dell’ultimo visconte, Raimondo Trencavel, dopo aver visuto per anni in esilio, nel 1240 tentò disperamene di riprendere la città dei suoi avi, alla guida di un piccolo esercito. Dopo essersi impadronito di centri limitrofi, cinse d’assedio Carcassonne ma, sorpreso alle spalle dall’armata reale, fu costretto ad abbandonare il campo e a fuggire nuovamente in esilio. Finiva  cosi la storia ‘militare’ della città.


LA ROCCAFORTE DEL RE – Tuttavia Carcassonne non venne dimessa. Anzi, il tentativo di Trencavel indusse il re di Francia a fortificare ancor meglio la città. Alla cinta interna di mura, con le sue 28 torri, venne aggiunta una cinta più esterna, munita di 13 torri. Carcassonne divenne il cuore del sistema difensivo rivolto alla Catalogna, mentre, a partire dalla seconda metà del XIII secolo, la popolazione civile, espulsa dalla roccaforte reale, cominciò a insediarsi in quella che oggi è la città bassa. La fortezza era imprendibile: anche il Principe Nero, figlio di Edoardo III d’Inghilterra, durante la guerra dei Cent’Anni, non osò avvicinarsi.

Solo nel 1659, l’annessione dei Roussillon alla corona di Francia pose fine all’importanza strategica di Carcassonne, che fu abbandonata a se stessa e usata come semplice caserma e deposito di armi. Non si ritenne necessario rinnovarla con le strutture bastionate ormai in voga: questo fu un grande vantaggio per la conservazione del suo aspetto di città fortificata medievale.


UNA PRECAUZIONE DIFENSIVA IN PIU’ – Lo spazio tra le due cinte urbane (la lice o lizza) è sempre piuttosto ampio, dell’ordine di decine di metri. Solo nella zona occidentale le due cortine murarie si avvicinano moltissimo tra di loro, fino a creare uno stretto budello sorvegliato da un’unica torre posta a cavallo dei muri: la torre quadrata del Vescovo. Solo attraverso questo angusto corridoio è possibile entrare nella lizza senza scavalcare le mura. Per transitarvi gli eventuali assalitori dovevano porsi in fila indiana e passare inevitabilmente sotto il duplice tiro esercitato dall’alto delle mura: una trapola mortale per chi vi si infilava.


3 commenti:

Sciarada ha detto...

Buongiorno Ziamame, davvero un posto da favola, esaltato dalla magnifica documentazione che lo accompagna in questo tuo interessante post!

Geillis ha detto...

Non so se preferisco più la Francia in generale o i suoi castelli...davvero, è un paese dal fascino incredibile, e questa bella cittadina (che purtroppo ancora non ho visitato) è davvero una perla...

Carla ha detto...

Bellissima cittadina, con un fascino incredibile, la porto sempre con me come un ricordo straordinario, Carla

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