Visualizzazione post con etichetta Ludwig II. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Ludwig II. Mostra tutti i post

giovedì 30 dicembre 2010

Il castello di Herrenchiemsee


Herrenchiemsee è stato costruito da re Ludwig II a partire dal 21 maggio 1878 (posa della prima pietra) in una posizione splendida: il castello sorge infatti in un'isola del lago Chiemsee, la Herreninsel, ed è raggiungibile con un traghetto che parte dal paese di Prien.



La Herreninsel - "isola degli uomini" - è così chiamata perché ospitava un convento dei Canonici Agostiniani e si contrappone alla vicina Fraueninsel  - "isola delle donne" - che ospita tuttora una comunità di Monache Benedettine.
 
La facciata è una copia esatta di quella di Versailles: Herrenchiemsee si presenta come un inno alla potenza ed alla gloria del Re Sole, Luigi XIV di Francia, e Ludwig, da sempre profondo ammiratore di questa mitica figura storica, decise di erigere un castello che fosse l'esatta copia dell'originale francese.



Il grande interesse che nutre Ludwig verso il Re sole e la famiglia reale francese va oltre ad una semplice rimembranza storica o ad una passione-venerazione: Luigi XVI di Francia fu il padrino di battesimo di suo nonno, re Ludwig I di Baviera.
 
La prematura morte del quarantenne sovrano, avvenuta il 13 giugno 1886 in circostante mai chiarite nel lago di Starnberg, non consentì di portare a compimento il progetto. Oggi Herrenchiemsee è infatti costituito solo dal corpo centrale: l'ala di sinistra, incompiuta, è stata demolita nel 1907 mentre quella di destra non ha mai visto la luce.
La visita nella Versailles bavarese vede tra i primi ambienti lo scalone d'onore. Come modello per Herrenchiemsee, Versailles non corrispondeva sempre all'idea omogenea che Ludwig II aveva della reggia francese e così richiese nuove creazioni nello spirito dello stile dell'Ottocento: la grande scala ricostruisce, sulla base di incisioni contemporanee, la scala degli ambasciatori di Versailles ma ha un'impronta tutta diversa a causa del moderno tetto di vetro.



La sala della guardia è la prima delle sale di parata. Ricca di raffinati stucchi d'oro e preziosi marmi, è adornata dalle alabarde della guardia reale, la cosiddetta Hartschiere.

Nei rivestimenti in legno bianco e oro della prima anticamera sono inseriti dei quadri con scene del tempo di Luigi XIV mentre nel grande affresco del soffitto è raffigurato il trionfo di Bacco e Cerere. Il magnifico armadio con applicazioni in bronzo dorato è lavorato con la tecnica del Boulle.
    
La seconda anticamera ha finestre in forma ogivale come il "Salon de L'Oeil de Boeuf" di Versailles. I quadri al muro rappresentano Luigi XIV e membri della sua famiglia; la grande statua equestre rappresenta sempre il "Re sole".


Nel cerimoniale di corte la camera da letto di parata era il luogo dell'udienza serale e del mattino: non una semplice camera per dormire e riposare ma addirittura il centro focale del castello. Quella di Herrenchiemsee è qualcosa di straordinario: stucchi, arredi e tessuti sono di una ricchezza che è difficile descrivere a parole.



La galleria degli specchi, con i suoi 98 metri di lunghezza (quella di Versailles si ferma a 73 metri), 52 candelabri e 33 lampadari, è il gioiello del castello; qualche critico d'arte la ritiene superiore all'originale.
  
La sala da pranzo in forma ogivale, disegnata sul modello di un salone dell'Hotel de Soubise di Parigi, è arredato con i busti di Luigi XV, della duchessa di Lavalliere e delle grandi dame di corte come la contessa Dubarry e la marchesa de Pompadour. Sotto un gigantesco lampadario di porcellana di Meissen c'è un curioso tavolo, il "Tischlein-deck-dich" (tavolo che si apparecchia da sé), direttamente collegato con le sottostanti cucine attraverso uno speciale marchingegno creato per evitare che il re venisse disturbato dai camerieri mentre mangiava.


In alcuni locali del palazzo è allestito il museo di Re Ludwig II, con fotografie, dipinti, lettere, oggetti e arredi originali, molti dei quali provenienti dalla Residenz di Monaco dove il sovrano visse durante i primi anni di regno prima di trasferirsi definitivamente nei suoi castelli. E'  l'unico museo al mondo dedicato al "re delle favole", nemmeno Neuschwanstein ne ha uno.

Fonte: http://www.tuttobaviera.it/herrenchiemsee.html

giovedì 16 dicembre 2010

Il castello di Linderhof


La storia del castello di Linderhof risale al '400, periodo in cui si segnala la presenza nella vallata del Graswang (sud della Baviera, quasi al confine con l'Austria) di un podere di proprietà del vicino monastero benedettino di Ettal ed affidato alla famiglia Linder (da qui il nome di "Linderhof").


Re Massimiliano II lo trasformò nell'Ottocento in un padiglione di caccia e nel 1869 il figlio Ludwig II acquistò il terreno circostante con l'intenzione di costruire una "villa reale", non un palazzo sontuoso e di rappresentanza ma un piccolo rifugio per il sovrano. Approvati i progetti dell'architetto Georg Dollmann, che in seguito costruirà anche Herrenchiemsee, iniziarono subito i lavori che terminarono nel 1879.



Nel 1880 prese vita il meraviglioso giardino che fa da cornice al piccolo castello con le sue perfette geometrie, le fontane, le sontuose statue e due padiglioni di gusto orientale, acquistati all'Esposizione Universale di Parigi nel 1867 e nel 1878: il chiosco moresco (Maurischer Kiosk) con il suggestivo trono dei pavoni e la casa marocchina (Marokkanisches Haus) che, venduta dal governo bavarese alla morte di Ludwig nel 1886, è stata riacquistata e riportata nel parco nel 1998.



Le sorprese del parco non finiscono qui: nella grotta di Venere (Venusgrotte), ispirata alla Grotta Azzurra di Capri, Ludwig amava passare intere ore a sognare e riflettere facendosi cullare dall'acqua all'interno di una piccola barca a forma di conchiglia che tuttora si può ammirare. Qui viene rievocata una scena del wagneriano Tannhäuser mentre nella capanna di Hunding (Hundinghütte) è ricostruita una scena del primo atto della Valchiria.

All'interno, già a partire dalla sala delle udienze - da notare le decorazioni dorate, l'imponente scrivania e le stuccature del soffitto che rappresentano emblemi della guerra, della pace, della musica e della pittura - si capisce che, malgrado la volontà di Ludwig di mantenere a Linderhof un'atmosfera intima e privata, non manca certo quella monumentalità e ricchezza, in alcuni casi forse eccessiva, tipica di quel gusto rococò che tanto piaceva al sovrano bavarese.


Per realizzare la camera da letto si presero ad esempio quelle più sontuose della Residenz di Monaco mentre il soffitto, completamente affrescato e dedicato all'apoteosi di Luigi XIV, è una idea di Ludwig. Al centro domina il letto con un sontuoso baldacchino avvolto da un tessuto color blu e decorato con lo stemma reale.
  
Tipico esempio di sfarzo ed eleganza rococò è la sala degli specchi con stucchi bianchi e dorati, consolles, ornamenti, putti che sostengono le lampade ed una serie di quadri sopra alle porte che mostrano scene della vita di corte nella Francia del XVII secolo.


La forma definitiva della sala da pranzo risale al 1872; gli intagli dei pannelli in bianco e oro sono di Ph. Perron e rappresentano i lavori quotidiani che la servitù doveva compiere per soddisfare i bisogni regali (caccia, pesca, agricoltura e giardinaggio). L'enorme centrotavola ed il lampadario provengono dalla manifattura di Meissen.
 
In mezzo alla stanza c'è il famoso tavolo "Tischlein-deck-dich" (tavolo che si apparecchia da sé), direttamente collegato con le sottostanti cucine attraverso uno speciale marchingegno creato per evitare che il re venisse disturbato da camerieri e valletti mentre mangiava.




martedì 23 novembre 2010

Hohenschwangau - Un castello per il “re da favola”


Ludwig II di Wittelsbach, re di Baviera, con gli anni si estraniò sempre più dalla realtà e dagli impegni regali, rifugiandosi in un mondo medievale. Adorava Hohenschwangau, un edificio fortificato dal padre, in cui passava i mesi estivi da quando era bambino: “E’ il mio paradiso in terra che io animo con i miei ideali e questo mi rende felice” ripeteva.


IL CASTELLO OTTOCENTESCO SULLA ROCCA MEDIEVALE – Il castello di Hohenschwangau era sorto sul luogo di una precedente rocca medievale, il castello di Schwanstein, comprato all’inizio del Cinquecento dalla famiglia di commercianti Baumgartner e quindi ampliato. L’edificio aveva subito gravi danni nel corso della guerra di successione spagnola e delle campagne napoleoniche. Era perciò assai malridotto quando, nel 1832, fu acquistato dall’allora principe ereditario di Baviera, Massimiliano, che lo trasformò nel castello da favola di Hohenschwangau. Il principe Massimiliano aveva deciso di farne la sua residenza estiva  subito dopo averne visto i ruderi durante un’escursione.


UN EDIFICIO NEOGOTICO DI GUSTO ROMANTICO – Il toponimo di Hohenschwangau (Schwangau Alta) può creare qualche equivoco, in quanto esisteva già un castello con questo nome, nel luogo in cui più tardi Ludwig II fece innalzare il castello di Neuschwanstein. L’incarico di ristrutturare Hohenschwangau venne affidato allo scenografo Domenico Quaglio, che predispose un certo numero di bozzetti e acquerelli. Il definitivo progetto di un edificio di forme romantiche aveva solo qualche riflesso degli antichi castelli – come il coronamento merlato o le torrette – peraltro anch’esso filtrato dallo spirito eclettico dell’epoca. L’arredamento interno presenta una ricca ornamentazione e numerosi affreschi, alcuni dei quali di Moritz von Schwind, con ritratti di principi e imperatori ed episodi di miti e vicende storiche tedesche. Tra questi, lo straziante addio fra Corradino di Svevia e sua madre, che sarebbe avvenuto proprio qui nel 1267. Corradino, nipote dell’imperatore Federico II, andava in Italia a rivendicare il trono del regno meridionale, strappato agli Svevi dagli Angioini. Lì però lo attendeva la morte: nel 1268, sconfitto nella battaglia di Tagliacozzo, venne infatti decapitato a Napoli per ordine di Carlo d’Angiò.
Il futuro re Ludwig II di Baviera era ancora bambino quando i lavori a Hohenschwangau volgevano al termine, e a tredici anni amava disegnare il castello in cui abitava. Lo affascinava in modo particolare il mondo delle antiche saghe germaniche e cavalleresche che ne decoravano l’interno, e che avrebbe inciso molto sul suo carattere.


LOHENGRIN, IL NOBILE CAVALIERE – Secondo una leggenda diffusa in Baviera, nell’800 l’imperatore Carlo Magno aveva assegnato Schwangau (il “feudo del cigno”) a un prode cavaliere, che sarebbe poi partito, su una barca trainata da un cigno, attraverso il vicino lago Alpsee: lo stesso motivo si ritrova nella celebre saga di Lohengrin.
Nel 1835 Massimiliano aveva dedicato al “cavaliere del cigno” una sala del castello di Hohenschwangau, detta appunto Schwanenrittersaal. In un dipinto viene mostrato il congedo del cavaliere, in cammino verso la barca ormeggiata sull’Alpsee, con il castello sullo sfondo. Ludwig crebbe con questa immagine negli occhi e un’intensa passione per la leggenda del mitico eroe.
Nel 1850 Richard Wagner mise in scena l’opera “Lohengrin”. Il giovane, entusiasta della sua musica, fu felicissimo quando il famoso compositore venne a trovarl a Hohenschwangau, quindici anni dopo. Per una settimana il castello risuonò delle note dell’opera, e alla fine Ludwig, allora ventenne, regalò all’autore un orologio con una piccola immagine del suo eroe. Dopo questa visita il giovane sovrano cominciò a travestirsi di tanto in tanto da Lohengrin e giunse addirittura a scrivere a Wagner chiedendo quale mantello indossasse il cavaliere sopra l’armatura e quali colori avesse.


MEDIOEVO FANTASTICO – Curiosamente, il medioevo entrato nella memoria collettiva non è quello reale, ma quello della fantasia. Filtrati dal grande “revival medievalistico” dell’Ottocento, i secoli bui furono presentati in maniera edulcorata, assai lontana dalla realtà storica, ma di grande presa sull’immaginario popolare. Una concezione che trovò espressione nei numerosissimi “castelli” eretti nel corso dell’Ottocento; alcuni dei quali totalmente finti, cioè costruiti allora, altri ricostruiti con maggiore o minore disinvoltura rispetto all’originale. Furono queste architetture a dare concretezza e consistenza al sogno, contribuendo a fissare un’idea, che poi si è radicata. Un processo dove fondamentale fu la rivalsa del mondo anglo-germanico nei confronti di secoli di predominio artistico dell’Italia e delle forme classiche. Esempi come Hohenschwangau sono infatti più frequenti in Germania, e in misura minore, in Inghilterra che non in Italia.


INTERNI SFARZOSI – Come residenza estiva ufficiale del re Massimiliano II, Hohenschwangau aveva arredamenti di gran lusso: non solo negli appartamenti reali, ma anche nell’ala dei Cortigiani, ultima parte costruita del complesso, destinata ad abitazione degli alti funzionari di corte e della loro servitù.



Nel sito Tutto Baviera ho trovato seguente informazioni:
- Nel 1833 Massimiliano visitò la Turchia e, affascinato dall'architettura e dai colori del paese, arredò la camera da letto della regina in stile turco; le pitture murali mostrano alcune tappe del suo viaggio in Oriente.
 - L'attuale camera degli Hohenstaufen era lo spogliatoio e camera da musica del re. Le pitture murali sono dedicate agli Hohenstaufen, che tra l'altro erano legati ai Wittelsbach: il conte Otto von Wittelsbach salvò infatti la vita a Barbarossa (l'imperatore Federico I) che lo nominò nel 1180 primo Duca di Baviera. Da notare il pianoforte quadrato intagliato in legno d'acero usato da Wagner per una serie di concerti privati che avevano un unico spettatore: Ludwig II. La cappella privata annessa alla stanza venne arredata dallo stesso sovrano che la impreziosì con due splendide icone russe, donategli dallo zar Alessandro II.
- La sala degli eroi è la stanza più grande ed importante del castello. I dipinti raffigurano la leggenda di Wilkina, una parte del ciclo di Teodorico di Verona, scomparso in Germania ma tramandato da una traduzione eseguita in Norvegia nel 13° secolo. Da notare il quadro intitolato "La festa del re Hermerich a Roma": i pittori si sono permessi uno scherzo immortalando i maestri più famosi del loro tempo - Moritz von Schwind, Peter Cornelius e Wilhelm Kaulbach - accanto ad una botte di vino... da vivi infatti non disdegnavano mai una buona bevuta! L'imponente trionfo in bronzo dorato a fuoco, che si ispira alla leggenda dei Nibelunghi, venne eseguito nel 1840 mentre il busto di Ludwig, in marmo di Carrara, risale al 1869 ed è opera della scultrice americana Elisabeth Ney che ebbe come modello il re in persona.
- Camera di Berchta: secondo una leggenda bavarese Carlo Magno, primo grande re europeo, nacque nel mulino Reiss presso Gauting, nelle vicinanze del lago di Starnberg [qui, il 13 giugno 1886, Ludwig morì in circostanze misteriose]. Le pitture murali sono dedicate a lui e a sua madre Berchta. La coppa dorata al centro della stanza è un dono dei cavalieri dell'ordine di San Giorgio al principe reggente Luitpold in occasione del suo 50° anno di appartenenza all'ordine.
- La camera da letto reale, detta camera del Tasso, è ornata da dipinti raffiguranti la storia di Rinaldo e Armida tratta dalla "Gerusalemme Liberata" di Torquato Tasso. Nel 1871 Ludwig, colpito da un terribile mal di denti, giaceva febbricitante nel letto quando nella stanza entrò il conte Holstein, ambasciatore di Bismarck, che gli consegnò la famosa "lettera imperiale": dopo lunghe trattative il re acconsentì con la sua firma all'elezione di Guglielmo I ad imperatore tedesco.





E per finire, ancora un po' di note di Richard Wagner

Neuschwanstein – Il sogno di Ludwig II di Baviera



Il castello si erge su uno sperone vertiginoso che domina la gola del Pollat. La costruizione accentua questo senso di vertigine, di slancio verso il cielo. Le superbe torri, le numerose finestre, la disposizione apparentemente bizzarra suggeriscono l’idea di un luogo fatato, come di un sogno “atterrato” sulla roccia.


IL CASTELLO FIABESCO DI UN PRINCIPE SOGNATORE – Ludwig II di Wittelsbach divenne re di Baveri nel 1864 alla morte del padre Massimiliano II Guseppe. Grande appassionato del medioevo e delle opere di Wagner, inizio la costruzione del castello di Neuschwanstein nel 1869. Purtroppo non poté portarlo a compimento: dichiarato infermo di mente, nel 1886, fu deposto e pochi giorni dopo morì annegato nel lago di Starnberg, in misteriose circostanze.


INTROVERSO E SOLITARIO – Fin dall’infanzia Ludwig manifestò forti tendenze a rifiugarsi nel mondo dei sogni, un’inarrestibile pulsione verso il mondo irreale, e crescendo, verso le conoscenze occulte. Appassionato di storia medievale, e soprattutto influenzato dal significato nascosto delle opere di R. Wagner, Ludwig decide di farsi costruire un castello solitario, che rievocasse per lui il fascino dell’epoca della cavalleria. Scelta la località, scrisse entusiasta a Wagner: “Il luogo è uno dei più belli che si possa sognare, sacro e inaccessibile!”.


COSTRUZIONE SIMBOLICA – Neuschwanstein, con il suo aspetto fiabesco, corrispondeva perfettamente ai desideri del sovrano. La sua parte più importante è il grande palazzo, con la vertiginosa succesione di stanze sovrapposte. Gli ambienti sono improntati a un grande lusso: marmi, affreschi, oro, strutture architettoniche grandiose, grandi colone che impreziosiscono le vaste sale. Ma su tutto dominano i soggetti degli affreschi e delle sculture, con motivi ripetuti che si rifanno a conoscenze antiche e dimenticate. Questo era la tendenza dominante alla fine dell’Ottocento: recupero di stili del passato, uniti con elementi di modernità, in quello che sarà conosciuto come lo stile eclettico.

Camera da letto:


Tra gli ambienti più significativi è la cosiddetta “camera di lavoro”, decorata con gli afreschi ispirati al “Tannhauser” di Wagner:


Accanto una stanza a forma di grotta, con stalattiti artificiali, funge da giardino d’inverno; in origine vi si trovava anche una piccola cascata:


La sala del trono è uno splendido ambiente disposto su due piani, che occcupa tutta l'ala occidentale del palazzo e presenta decorazioni ispirate all'arte bizantina. La sala è delimitata, tutt'intorno, da una galleria ad arcate ed è coronata da una cupola, cui si accosta una semicupola nell'esedra dove è collocato il trono. Gli ambienti del castello di Ludwig II sono improntati allo sfarzo e alla teatralità:



UNA FINE WAGNERIANA – il castello di Neuschwanstein fu anche il teatro dove si svolse il penultimo atto del dramma di Ludwig II di Baviera.
Nel 1886, a causa delle forti spese sostenute per costruire i sontuosi castelli e della crescente disaffezione del sovrano nei confronti dei suoi doveri ufficiali, i rapporti tra Ludwig II e i suoi ministri divennero insostenibili. Il 4 giugno, i medici incaricati di tenerlo sotto osservazione diagnosticarono la malattia di Ludwig, e il Consiglio dei Ministri decise allora di deporlo. Il re,  sostenuto dagli abitanti di Schwangau, il piccolo centro nei pressi del castello, si rifiutò dapprima di ricevere la commissione di Stato. Solo il 12 giugno venne internato nel castello di Berg, vicino al lago di Starnberg, dal quale poteva uscire solo accompagnato.
Il giorno seguente, tuttavia, la passeggiata del re e del suo accompagnatore si prolungò per troppo tempo: le ricerche ben presto portarono alla scoperta di due corpi fluttuanti sulla superficie del lago. Il sovrano aveva voluto suicidarsi, o semplicemente cercava di fuggire sull’altra sponda? In quale misteriosa lotta aveva trovato la morte?
Nessuna risposta è mai stata del tutto convincente: il mistero aleggerà senza dubbio ancora su questa fine tragica, degna di un dramma di Wagner.  


LA SALA DI PARSIFAL - Nel 1867 Ludwig si recò a visitare il castello di Wartburg, celebre per aver ospitato nel 1207, secondo la leggenda, una competizione tra i migliori Minnesanger (cantori), che ispirò a Wagner il Tannhauser. Qui Ludwig rimase affascinato dalla stanza da pranzo, e decise di realizzarne una simile nel suo castello. Fu cosi che a Neuschwanstein creò la Sangersaal, la Sala dei Cantori, interamente decorata con dipinti ispirati alla legenda di Parsifal:



 Se avete ancora un po' di tempo, vi invito a una visita virtuale nel castello (molto, molto bella):

E alla fine, prima di lasciarci, un po' di atmosfera: R. Wagner - Parsifal Act I Prelude (part 1)
Buon ascolto!!!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...