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venerdì 8 aprile 2011

Frederiksborg – Il castello di Cristiano IV


Il meraviglioso castello rinascimentale in laterizio, edificato su un gruppo di isolotti e circondato da un romantico parco, attira numerosi visitatori in cittadina Hillerod.



A nord della città Hillerod, il castello di Fredericksborg si estende su tre piccole isole in mezzo al lago di Slotsso. Nel 1560 Federico Ii acquistò il maniero di Hillerod, costruito sull’isola più settentrionale, lo ingrandì e lo battezzò con il suo nome, Fredericksborg. Suo figlio, Cristiano IV, decise di costruire un castello totalmente nuovo, ma il progetto era così ambizioso che i lavori si protrassero per più di vent’anni (1599 – 1622): a questo periodo risalgono l’edificio principale, con le tre ali che circondano la corte, e l’alta torre a feritoie, situata sull’isola centrale. Si decise allora di conservare le costruzioni che si trovavano sull’isola meridionale e di collegarle a quelle centrale con un ponte (poiché gli edifici non era allineati, questo fu costruito a forma di S).


IL SIMBOLO DELLA MONARCHIA ASSOLUTA – Per cento anni, Fredericksborg servì da residenza reale e i monarchi che si succedettero sul trono di Danimarca furono consacrati nella cappella del castello, fino all’abbolizione della monarchia assoluta. I giardini alla francese furono progettati all’inizio del XVIII secolo. Più tardi, la famiglia reale gli preferì il vicino castello di Fredensborg, meno grandioso, che a poco a poco si trasformò in un museo reale contenente una collezione di ritratti storici, raccolti da Federico VI.



Nel 1859, un incendio distrusse quasi tutto l’interno e una parte dei muri del castello. Questo fu però rapidamente restaurato grazie alla partecipazione finanziaria di tutta nazione e in particolare di J. C. Jacobsen, proprietario del birrificio di Carlsberg.



Costruito in mattoni rossi, arricchito di decorazioni in arenaria e abbellito con eleganti frontoni, il castello di Cristiano IV è un bell’esempio di architettura rinascimentale olandese, mentre gli edifici risalenti al regno di Federico II hanno uno stile più tipicamente medievale. È preferibile accedere al castello attraverso la porta della città (Byporten), situata sull’isola meridionale.



ESTERNO – All’estremità degli edifici di Federico II, da una parte e dall’altra dello stretto Straedet, si elevano due torri a pianta circolare, sormontate da cupole, risalenti al 1562. Il ponte a forma S conduce all’imponente torre della prigione (Fangetàrnet) che precede il grandioso castello di Cristiano IV. Al centro della corte si erge la fontana di Nettuno che, durante l’occupazione di Fredericksborg da parte degli svedesi nel 1659, fu privata delle sue statue in bronzo, realizzate da Adriaen de Vries (1623); una serie di riproduzioni ha preso il loro posto nel 1888.



Oltre la fontana, uno splendido cancello sormontato da un frontone scolpito segna l’ingresso nella corte interna, delimitata dalle tre ali dell’edificio principale: a nord l’ala del Re con la sua galleria di marmo a due piani, a ovest l’ala della Cappella fiancheggiata da una larga torre, e a est l’ala della Principessa. Quattro torrette che contengono ciascuna una scala a chiocciola collegano i tre piani del castello. L’entrata principale del museo si trova nell’ala del Re.





INTERNO – Al pianterreno, l’ala della Principessa ospita esposizioni temporanee. Interamente restaurata dopo l’incendio del 1859, la Rosa, o sala dei Cavalieri, presenta un soffitto a volte, sostenuto da colonne di marmo e ornato da raffinate decorazioni in stucco. Al primo piano una loggia aperta, situata allo stesso livello della galleria che corre intorno all’edificio, dà l’accesso alla meravigliosa cappella palatina, abbondantemente decorata. La volta della navata centrale presenta decorazioni in stucco dipinto e dorato.



La pala d’altare e la cattedra, decorate con oro, argento ed ebano, si devono a Jacob Mores da Amburgo; all’estremità della galleria, sopra l’altare, si trova l’organo, realizzato nel 1610 da Compenius, celebre costruttore di organi di Brunswick. Diverse file di stemmi coprono i muri. Un ponte coperto in stile rococò, detto anche “passaggio privato”, dà accesso alla sala delle udienze, sormontata da una cupola barocca.



Il gran salone, situato sopra la cappella, fu ricostruito dopo l’incendio seguendo il progetto abbozzato qualche tempo prima: vi si possono ammirare il soffitto in legno scolpito e dipinto, il camino in marmo nero, gli arazzi e la galleria dei musicisti. In una piccola stanza all’angolo del salone è esposto un globo celeste astronomico realizzato nel XVII secolo da Andrai Bosch, originario di Limburg.



MUSEO – Seguendo i consigli di J. C. Jacobsen, il castello di Fredericksborg divenne nel 1878 un Museo Nazionale di Storia danese, dipartimento autonomo della fondazione Carlsberg. Aperto al pubblico nel 1882, contiene mobilio e oggetti di interesse storico, ritratti e quadri. Le sale del primo e secondo piano delle ali del Re e della Principessa contengono le collezioni, classificate in ordine cronologico. La collezione moderna, al piano superiore, comprende ritratti di personalità danesi del XX secolo (foto, disegni, dipinti, perfino caricature) presentate in base al loro settore di attività. L’insieme costituisce un vero e proprio pantheon delle glorie danesi: parlamentari e politici a fianco di esploratori, musicisti, artisti, scrittori e cineasti come Lars von Trier, oltre che la famiglia reale.


giovedì 24 febbraio 2011

Castel del Monte – Il misterioso castello di Federico II



Castel del Monte sorge improvviso, isolato, enigmatico, sulla cima di un colle, vicino ad Andria, in Puglia. La forma e la posizione lo rendono una presenza imponente e vagamente inquietante. Si potrebbe definire un affascinante teorema di pietra.



La costruzione offre una grande quantità di suggestioni simboliche, matematiche, geometriche, astronomiche e geografiche, che la rendono il segno concreto e tangibile di una conoscenza “diversa” e, come è stato detto spesso, un “edificio filosofico”.



UN ENIGMA OTTAGONALE – Castel del Monte è una delle più note, ma anche delle più misteriose architetture italiane. La documentazione relativa alla sua costruzione è estremamente scarsa: l’unica notizia certa è una lettera inviata nel 1240 dall’imperatore Federico II al giustiziere della Capitanata, Riccardo di Montefusco, affinché provvedesse  al materiale necessario per la lastricatura del castello. Ignoto è anche il nome dell’architetto progettista anche se, per certi aspetti, sembra legato a Nicola Pisano.



Non si sa quale fosse il vero scopo dell’edificio, che non presenta le tipologie abitative e militari caratteristiche dell’epoca. Viene chiamato ‘castello’ per convenzione, in mancanza di altri termini più adeguati, perché in effetti riprende alcuni dei caratteri tipici delle architetture fortificate medievali: alte torri, minacciose cortine, scarsità di aperture. Ma non ha fossato, non presenta alcuna difesa del grande, elaborato portone d’ingresso; non mostar tracce di merlature, anche se è difficile dire come fosse il coronamento originale, andato perduto nel corso dei secoli. È, molto verosimilmente, un edificio di corte (spesso lo si è definito un casino di caccia), concepito sulla falsariga di esempi islamici. Tuttavia il suo isolamento mal si concilia con una residenza reale, un luogo di potere.



ARCHITETTURA SIMBOLICA – E allora che cos’è Castel del Monte? Per iniziare dall’evidenza, è un edificio a forma di prisma ottagonale, che raggiunge i 20 m di altezza e 40 di larghezza. Gli angoli sono dotati di otto torri ottagonali, larghe 8 m; il cortile interno, ottagonale, è latgo 17 m. in origine all’esterno dell’edificio esisteva una recinzione ottagonale (distrutta nel 1897) e al centro del cortile si apriva una vasca anch’essa ottagonale. È, insomma, la celebrazione dell’otto, e dei significati più o meno esoterici che questo numero sottende.


A un’indagine approfondita si nota che il castello è una struttura ricca di simbolismi, di peculiarità matematiche, geometriche, geografiche, astronomiche. Lo studioso Aldo Tavolato ritiene che sia stato concepito come “emblema materiale di una conoscenza raffinata e vastissima”. Il catsello rappresenterebbe uno ‘gnomone solare’, le cui misure sarebbero state concepite in modo che il moto solare e le ombre da esso proiettate ne definissero tutte le proporzioni. Anche la posizione geografica scelta per la costruzione non sarebbe casuale. Il castello si trova infatti a una latitudine di 41° 5’, dove durante gli equinozi, nelle due ore a cavallo del mezzogiorno, il Sole percorre un arco di 45°, corrispondente a un lato di ottagono. I quattro punti in cui il Sole sorge e tramonta, durante i solstizi d’estate e d’inverno, tracciano sul terreno un rettangolo i cui lati sono in rapporto aureo tra di loro.



IL MISTERO CONTINUA …. SOTTOTERRA – Di quasi tutti i castelli si dice, spesso a torto, che celino misteriosi percorsi sotterranei di collegamento con altri castelli o punti significativi del territorio. Lo si dice anche di Castel del Monte: forse, in questo caso, con qualche ragione. Il professor Riccardo Napoletano riferisce infatti che, nel 1921, in una masseria a poche decine di metri dal castello fu scoperto un sotterraneo lungo cinque metri e alto sei, con aperture laterali bloccate da stalattiti calcaree impiegano per formarsi, se ne dedusse che il sotterraneo poteva essere coevo all’edificio di Federico II, se non addirittura preesistente. Un’ipotesi affascinante, a riprova del fascino che l’edificio continua a emanare.



UNA GEOMETRIA DAI MOLTI SIGNIFICATI – L’esasperata, quasi ossessiva geometria di Castel del Monte ha affascinato molti studiosi, che trovavano difficile credere alla casualità di una simile serie di rapporti matematici collegati. Così, di volta in volta, si sono visti nell’edificio la ricostruzione di una villa romana, un edificio templare, un osservatorio astronomico. Soprattutto, lo si è interpretato come un’architettura esoterica collegata al moto del Sole e degli astri.



A questo risultato hanno contribuito persino alcune ‘variazioni’ dalla geometria dell’insieme. L’ottagono del cortile, per esempio, non è regolare: gli angoli sottesi dai lati est e ovest corrispondono non a 45°, come dovrebbe essere per un ottagono regolare, ma a 47°. Un valore, come afferma lo studioso Umberto Cordier, che è “esattamente doppio dell’inclinazione dell’asse terrestre rispetto all’eclitica”. Sempre seguendo le osservazioni di Cordier si può rilevare che tutto il castello è orientato sui punti cardinali, con un scarto di 5°: che corrisponderebbe all’inclinazione dell’orbita lunare rispetto all’eclittica.



IL NUMERO AUREO – Nell’architettura di Castel del Monte, secondo molti studiosi, è costante la presenza del ‘numero aureo’, cioè di quel coefficiente di 1,618 su cui si basano non solo le proporzioni del corpo umano, ma anche molte costruzioni dell’XI – XIII secolo, con scopi esoterici o mistici. La pianta della costruzione, considerata nella sua interezza (compresi cioè lo spessore dei muri e le dimensione delle torri), può essere schematicamente rapportata a due coppie di rettangoli aurei ortogonali uguali, incrociate tra loro con un angolo di 45°.
                                  
Ma cos’è il numero aureo o “sezione aurea”? Si tratta di un rapporto tra due misure di uno stesso insieme (per esempio i due lati di un rettangolo), indicato con la lettera greca π (pi), presente, come si è detto, in moltissime architetture: dalle piramidi egizie ai templi greci alle cattedrali gotiche. È inoltre riscontrabile nelle proporzioni di moltissimi organismi viventi, e persino in astronomia. Alcuni artisti moderni, come Le Corbusier e Mondrian, hanno cercato di applicarlo nei loro lavori, con risultati più o meno felici. A Castel del Monte il numero aureo è presente anche nel portale d’ingresso, come afferma la studiosa Stefania Mola. Realizzato con lo stesso rapporto che “struttura” il corpo umano, il portale rappresenterebbe simbolicamente, proprio sull’accesso del castello, “l’uomo che inizia il suo viaggio iniziatici verso la grande avventura dello spirito”.


I SIGILLI DI SALOMONE – Nell’ottava sala a pianterreno, cioè nell’ultima che si incontra procedendo in senso antiorario dall’ingresso di Castel del Monte, si trovano i pochi resti di un pavimento a mosaico. Il disegno originale, secondo quanto si può desumere da ciò che rimane, era costituito da un quadrato “magico” posto al centro e circondato da stelle a sei punte.



Queste stelle risultano dalla sovrapposizione di due triangoli equilaterali, uno con il vertice  in alto e l’altro con il vertice in basso: una serie cioè di stelle di Davide (definite anche, in modo improprio, come “sigilli di Salomone”), figure ricche di valori simbolici. Infatti, il triangolo equilatero con il vertice rivolto in alto rappresenta il Sole, il fuoco e l’uomo, mentre il triangolo equilatero con il vertice rivolto verso il basso rappresenta la Luna, l’acqua e la donna. Curiosità aggiuntiva: pare che visitando questa sala numerose persone, forse dotate di una particolare sensibilità, siano state spesso colpite da malori.



CASUALITA’ O ESOTERISMO? – A Castel del Monte non ci sono solo rapporti geometrici di maggiore o minore valore simbolico. Ci sono anche curiosità che possono essere lette come elementi dal significato esoterico. Tutti gli ambienti, per esempio, comunicano l’uno con l’altro e hanno due porte, una per entrare, l’altra per uscire. Due sale però obbligano i visitatori a tornare indietro. Si tratta proprio di quelle rivolte verso i punti dell’orizzonte in cui il Sole sorge ai solstizi d’inverno e d’estate: i giorni, cioè, in cui l’astro ferma la sua corsa stagionale e torna indietro.


GLI ILLUSTRI ANTENATI DI CASTEL DEL MONTE – Nella sua pianta Castel del Monte sembra richiamare edifici anteriori o coevi, pur superandoli tutti per varietà e complessità della costruzione. Castel del Monte è unico per concezione e realizzazione, nonché per impatto visivo sullo spettatore. Tuttavia, non manca di precedenti, che possono forse aver avuto qualche influenza sul suo progetto. Castelli a rigida pianta geometrica, generalmente quadrata, ma anche ottagonale, non sono sconosciuti in area islamica, dalla Siria alla Mesopotamia alla Persia. Risalgono forse a esempi tardoromani il cui ricordo, svanito in Occidente, si è invece mantenuto in area bizantina, passando poi al mondo arabo. Può anche aver influito sull’ignoto architetto – o sul suo committente, l’imperatore Federico – la radicata tradizione, anch’essa risalente all’epoca romana, secondo cui le aule ottagonali erano riservate a uso imperiale.

                           

Sono ottagonali, per esempio, le grandi chiese legate alla dignità imperiale, da San Lorenzo a Milano a San Vitale a Ravenna alla Cappella Palatina di Aquisgrana. Altra curiosità, l’orientamento sui punti cardinali con uno scarto di 5°, di cui parla Umberto Cordier, è presente anche nel palazzo della Ragione a Padova e nel Pantheon a Roma.


VARIAZIONI NELLA GEOMETRIA – Nonostante l’insistita regolarità geometrica, anche in Castel del Monte appaiono alcune ‘deviazioni’ dalla perfetta simmetria. Così le sale al primo piano sono aperte talvolta a bifora, talvolta da apertura a trifora. Alcune torri celano scale, altre no (e le torri scalari non sono simmetriche). Le aperture verso il cortile sono ruotate di 90° tra il piano superiore e quello inferiore. Ci sono persino alcune incomprensibili scomodità: dopo la sala d’ingresso si entra obbligatoriamente in un’altra sala e da questa si deve per forza uscire nel cortile, perché non esiste comunicazione interna. Insomma, variazioni minime ma sufficienti a dare varietà e sorpresa all’interno di un rigido impianto generale. 



DECADENZA E RINASITA – Con il crollo del potere imperiale, il castello decadde sempre di più nel corso dei secoli. Passato via via a feudatari diversi, fu cannoneggiato nel 1528 dalle truppe francesi di Odetto di Foix. Servì poi da rifugio ai nobili durante le epidemie di peste del XVII secolo e da punto di raccolta per i superstiti della rivoluzione giacobina del 1799. Acquistato dallo Stato nel 1876, fu oggetto di una lunga serie di restauri e nel 1996 è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
L’edificio, di forma ottagonale, presenta otto torri ottagonali ai lati e un cortile interno, anch’esso di forma ottagonale.


L’intera costruzione è divisa in due piani, su ognuno dei quali sono disposte otto stanze di forma trapezoidale, collegate da una serie di porte che sembrano seguire un disegno preciso.
Il portale d’ingresso unisce elementi gotici e classici e documenta visivamente il programma di restaurazione classicistica di Federico Ii.
All’interno di alcune delle otto torri si trovano scale a chiocciola, cisterne, gabinetti. Sono visibili anche i resti di impianti di lavaggio dalle caratteristiche incredibilmente moderne.
 A Castel del Monte, dove i pilastri sono collocati negli angoli, la struttura si è adeguata alla geometria dei locali: i pilastri sono tristili, cioè con tre colonnine a fascio sormontate da un unico capitello.
Degne di nota sono, in alcune stanze, le decorazione delle lunette e le splendide mensole con le teste di satiri.
Dal terrazzo (la cui copertura è stata rifatta in epoca recente) si può godere uno splendido panorama delle Murge, del Tavoliere, del Gargano e, nelle giornate limpide, delle città della Terra di Bari.



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Per tutti amanti di questo castello vivamente raccomando di visitare blog di Federica. Già dalla sua "Premessa" promette molto bene, e io non vedo l'ora di leggere il suo seguito su questo affascinante castello.
Anche Turista di mestiere ha dedicato un  post a questo meraviglioso castello.
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