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domenica 26 febbraio 2012

Betliar – Il casino di caccia della famiglia Andràssy


All’inizio del Settecento gli Andràssy, grande famiglia aristocratica ungherese, ereditarono il piccolo castello di Betliar. Alla fine del secolo successivo l’edificio venne completamente trasformato facendone uno scenario ideale per le sfarzose feste del bel mondo imperiale.



PICCOLA DIMORA RICCA DI STORIA – Nella prima metà del Quattrocento la nobile famiglia dei Bebek si costruì in Slovacchia (all’epoca parte del regno ungherese) un piccolo castello, nucleo di quello attuale. La costruzione fu trasformata un secolo più tardi in una villa patrizia di forme rinascimentali. Alla fine del Settecento gli Andràssy, acquisita la proprietà, ne disposero un rifacimento in forme neoclassiche.
Nel 1880 iniziò l’ultima ristrutturazione dell’edificio, che ne cambiò completamente il volto. Emanuel Andràssy prima e il figlio Geza poi gli diedero l’aspetto di una lussuosa villa per vacanze, animata da una successione infinita di feste che permettevano ai proprietari di esibire ostentatamente le loro ricchezze e il loro potere.



Passeggiando nel parco di ottanta ettari ci si può fare un’idea di come venissero organizzate le feste in giardino: piccoli padiglioni, coppie di statue francesi, fontane, una cascata e rovine artificiali, nonché una grotta per gli orsi, fornivano un ambiente scenografico di grande effetto. Un’altra grotta artificiale era già stata realizzata nel 1795 al pianterreno. Tutti coloro che avevano nome e rango facevano il possibile per avere un invito alle celebre feste di caccia di Betliar. Numerosi trofei delle cacce sono ancora visibili nel castello. Ma queste iniziative erano soprattutto occasione per proficui contatti politici ed economici.




TEATRO MONDANO DELLA BELLE ÈPOQUE – Solitamente le realizzazioni dei Paesi dell’Est erano arretrate, come gusto architettonico, rispetto a quelle dei Paesi occidentali, che dettavano la moda. Nel caso di Betliar succede il contrario. La villa è, per gli anni in cui fu costruita, assolutamente à la page, di un eclettismo gioioso che anticipa nello spirito l’incipiente liberty (sezession, secondo la dizione austroungarica): una dimora spensierata e gaia come una coppa di champagne per le feste della belle èpoque.





LA BELLA VITA DELL’ARISTOCRAZIA – Oggi il castello di Betliar è adibito a Museo della Cultura abitativa sui modi di vita della nobiltà nel XVIII e XIX secolo. In particolare assai ricca è la dotazione di mobili originali della famiglia Andràssy.






DALLA CACCIA ALLE FESTE:
-         1441 – 1451: prima costruzione del castelletto.
-         1557 – 1712: ristrutturazione e rinnovo dell’edificio.
-         1783 – 1795: ampliamento in stile neoclassico e sistemazione del parco su progetto dell’architetto Henrik Nebbien.
-         1880 – 1886: rifacimento nelle forme attuali a cura di Albert August Mùller.


UNA FAMIGLIA IMPORTANTE NELL’IMPERO AUSTROUNGARICO – Nel medioevo la Slovacchia faceva parte dell’Ungheria. Anzi, per un certo periodo, fu uno dei pochi lembi a salvarsi dalla conquista ottomana. Quando infatti la maggior parte del regno fu occupato dai turchi la città di Bratislava (in ungherese Pozsony) divenne la capitale della piccola striscia di territorio rimasta in mano ungherese. Molte famiglie ungheresi fuggirono in Slovacchia e acquistarono qui delle proprietà. Tra questi vi furono gli Andràssy; un casato aristocratico influente e molto raffinato, il cui nome è legato a filo doppio con la storia dell’impero. L’esponente più noto della dinastia fu il conte Gyla Andràssy, che, dopo avere inizialmente combattuto a fianco del patriota Lajos Kossuth per l’indipendenza dell’Ungheria, nel 1867, al momento dell’istituzione della duplice monarchia austroungarica fu il primo capo del governo ungherese. In seguito ebbe la carica di ministro degli Esteri dell’Austria – Ungheria, veste in cui trattò con Russia e Germania la cosiddetta alleanza dei Tre Imperatori del 1873. suo figlio Gyula Andràssy il Giovane fu a sua volta l’ultimo ministro degli Esteri dell’Impero austroungarico; nel 1921 partecipò alla congiura per riportare sul trono ungherese il deposto imperatore asburgico Carlo.



ARREDI PREZIOSI – All’interno della villa si possono tuttora ammirare le eleganti stanze ammobiliate dagli Andàssy e ricche di pregevoli oggetti d’arredamento, che fanno rivivere lo spirito dell’epoca.
L’atrio è ornato da affreschi sul soffitto; altrettanto accade per il cosiddetto salone rosso, affrescato da Zigmund Vaida.


Nell’interessante quadreria della villa sono esposti i ritratti di vari membri della famiglia Andràssy.



La biblioteca, iniziata nel Settecento, vanta un patrimonio di circa 20 000 volumi d’epoca, soprattutto di filosofia, arte e storia.


La bella collezione di ceramiche conservata nell’edificio comprende pezzi originali provenienti dalle manifatture di Meissen e Delft.


Naturalmente in un casino di caccia non può mancare una raccolta di vecchie armi e di trofei venatori.


In molte stanze, è presente l’arredo completo originale, che mantiene un forte potere evocativo.
Del mobilio fa parte anche una cassapanca dotale di gusto rinascimentale, un pezzo di grande valore prodotto nel Cinquecento a Kezmarok.
Tra le collezioni vi sono anche, come in quasi tutte le dimore della nobiltà europea, numerosi oggetti di provenienza esotica, quali una mummia egiziana, reperti archeologici romani, numerosi oggetti d’arte asiatici e africani.

lunedì 26 settembre 2011

Bratislava – La residenza barocca di Maria Teresa


Sorto nel IX secolo come caposaldo moravo sul Danubio, promosso poi a residenza reale, il castello di Bratislava, o Pressburg, come lo chiamavano un tempo gli Asburgo, fu tra le dimore predilette di Maria Teresa, il cui ricordo permea tuttora l’edificio.

CROCEVIA DI REGNI E CIVILTÀ – Pochi luoghi in Europa possono dirsi interessati da tante vicende storiche e culture diverse quanto Bratislava. La vita del suo castello ne è uno specchio fedele. Vi risedettero i re moravi, i sovrani ungheresi, quindi gli Asburgo. E l’edificio si adattò via via ai cambiamenti, cambiando di volta in volta nome (Bratislava, Pozsony, Pressburg), risorgendo ripetutamente dalle sue rovine e passando da cupa fortezza feudale a scintillante residenza barocca. Ancora oggi mantiene la sua vocazione, ospitando la presidenza della Repubblica Slovacca, nata dalla divisione in due stati della Cecoslovacchia, avvenuta nel 1993.

STORIA DI UNA CAPITALE – In un remoto passato il maggiore centro di questa regione dell’Est danubiano era Carnuntum, l’attuale Petronell, che tuttavia nell’alto medioevo cedette la supremazia a un nuovo centro abitato, situato nel punto in cui la Morava confluisce nel Danubio. Qui ebbero il loro punto di forza le dinastie slave del regno della Grande Moravia. E in questo luogo, indicato con il nome di Bratslaburgum, secondo gli Annali di Fulda redatti nel 907, un principe grande moravo avrebbe perso, nel 906, la battaglia decisiva contro una nuova, emergente, dinastia: quella ungherese degli Arpàd. Intorno all’anno Mille, il centro venne rifondato dal re d’Ungheria Stefano I il Santo. Nel 1291 ottenne i diritti di città e in seguito venne dotato di nuove fortificazioni, sotto Sigismondo di Lussemburgo (1368 – 1437), imperatore e re d’Ungheria dal 1387. Nel 1467, Mattia Corvino (1440 – 1490) vi fondò la prima università della regione, l’Academia Istropolitana (dal latino Istropolis, che significa ‘città del Danubio’).


UNA SVOLTA DECISIVA – Nel 1536 i regnanti ungheresi, duramente sconfitti dieci anni prima dai Turchi di Solomano a Mohàcs, decisero di trasferire a Bratislava la direzione politica del Paese e la sede dell’incoronazione. La situazione non cambiò neppure quando gli Asburgo assunsero il titolo di re d’Ungheria, fatta eccezione per una questione di toponomastica. A partire dal XVI secolo, infatti, la città fu conosciuta in Europa con il nome tedesco di Pressburg, a scapito di quello ungherese Pozsony: influsso diretto della lingua parlata dai nuovi sovrani.

Furono proprio gli Asburgo, soprattutto con Maria Teresa d’Austria nel Settecento, a lasciare la maggiore impronta sul castello che venne, tuttavia devastato da un furioso incendio nel 1811. Fino al 1784, Bratislava restò capitale del regno d’Ungheria, ruolo che in quell’epoca cedette a Budapest.

Dal 1920 al 1939 fu capoluogo della Slovaccia e, dal 1939 al 1945, capitale della Repubblica Slovacca, una funzione recuperata negli anni Novanta del XX secolo, dopo la scissione della Cecoslovacchia in Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca.

REGINA E SANTA – Nel 1208 si stipulò il contratto nuziale tra Elisabetta, figlia di Andrea II re d’Ungheria, e Ludovico IV, figlio del langravio di Turingia. All’epoca i due promessi sposi avevano rispettivamente uno e otto anni. Le nozze furono celebrate, ufficialmente solo nel 1221. Rimasta vedova nel 1227, Elisabetta, profondamente religiosa, divenne una delle prime terziarie francescane e si ritirò nel monastero di Kitzingen, quindi a Bamberga. Morì nel 1231, dopo un’esistenza interamente spesa in opere di carità a sostegno dei più deboli, grazie alla quale fu canonizzata nel 1235.

L’IMPERATRICE INTRAPRENDENTE – Figlia di Carlo VI e sua erede al trono, Maria Teresa nacque a Vienna nel 1717. Nel 1736 sposò Francesco Stefano di Lorena, dal quale ebbe sedici figli. Nel 1740, alla morte del padre, scoppiò una durissima guerra per la successione, al trono degli Asburgo. Maria Teresa conservò la corona ma fu costretta sia a riconoscere la nuova realtà politico-militare prussiana sia a comprendere la necessità di riforme interne che garantissero forza e coesione. L’imperatrice iniziò quindi una fase di riforme, soprattutto nei settori di finanze e della giustizia. Nel 1761 istituì il Consiglio di Stato e il catasto, alleviò i gravami fiscali sui contadini e rivedette, suscitando qualche malumore, i privilegi dei monasteri. Nel 1765 nominò correggente il figlio Giuseppe, ma non abbandonò il suo ruolo. Con qualche concessione territoriale, si oppose a uno scontro con la Russia nei Balcani e cercò di difendere la pace in occasione della spartizione della Polonia, nel 1772, e del tentativo di annessione della Baviera, caldeggiato dal figlio, desideroso di affrancarsi dalla tutela materna. Promotrice dell’ordine di Maria Teresa, un ordine cavalleresco di carattere essenzialmente militare, istituito nel 1775 e soppresso solo nel 1919, Maria Teresa morì nel 1780, dopo quarant’anni di regno. Verrà ricordata come uno dei più grandi sovrani asburgici.

UN CASTELLO DI ‘RAPPRESENTANZA’ – Si accede al castello (Hrad) con un percorso diretto che porta a una scalinata da dove, in alcuni punti, si può ammirare uno splendido panorama sulla città e sul Danubio.

Sul lato orientale del complesso rimane tuttora una basilica del IX secolo, costruita allorché il castello apparteneva ai grandi re moravi. Il pianterreno risale alla prima metà del Quattrocento, all’epoca di Sigismondo di Lussemburgo.

Oltre al castello, nella città è particolarmente interessante il Palazzo primaziale. Al primo piano nella sala degli Specchi, il 26 dicembre 1805, Napoleone e Francesco II d’Austria firmarono, dopo la battaglia di Austerlitz, la pace di Presburgo.

La cattedrale di San Martino, la cui prima edificazione risale al XII secolo, fu, dal 1563 al 1580, la sede delle cerimonie di incoronazione dei sovrani ungheresi.
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